Progettare l’architettura nella realtà composita della città contemporanea vuol dire innanzi tutto fare i conti con l’esistente. Esistente è il territorio in cui si opera, la sua morfologia, le sue configurazioni spaziali, le norme che ne regolano l’attività nei suoi luoghi; è il comparto urbano entro i cui confini si configurano le forme del progetto; esistente sono i recinti architettonici o i frammenti edilizi che possono includere ricomposizioni di forma con demolizioni e successive addizioni, è il manufatto nella sua consistenza puramente edilizia, spesso deprivato di funzione e caduto in rovina. E’ dunque il contesto, il luogo cioè dove il nuovo testo architettonico attraversa, dialoga, si contamina o si completa con la testualità dell’esistente. Il termine contesto descrive la generalità dello spazio esistente, è la dimensione ampia dello sfondo in cui il progetto di architettura dispone le proprie figure. Ed è proprio dall’esigenza di guardare allo spazio esistente e alle sue trasformazioni, spesso attuate in assenza di progetto, che ha preso forma l’esperienza didattica del progetto con numerose proposte di intervento, veri e propri esercizi di riuso dell’architettura che operano sui manufatti abbandonati, su intere compagini architettoniche disabitate delle loro originarie funzioni o su infrastrutture e spazi pubblici lasciati al destino ineluttabile del degrado. La necessità di intervenire sull’esistente attraverso la categoria generale del riuso ha determinato un inedito repertorio di esperienze progettuali che si confrontano con una moltitudine di materie e materiali, spesso informi, talvolta totalmente privi di qualità, insignificanti o non particolarmente interessanti, ma poi in grado di innescare processi inattesi nel progetto di una riqualificazione estesa ai contorni urbani di appartenenza. Questi esercizi tracciano un percorso di lettura delle figure del riuso dell’architettura che attraversa le strutture dell’interno architettonico, esplora le ragioni di nuove addizioni ai corpi dell’architettura esistente per approdare ad ambiti urbani che si rigenerano per parti, oppure lungo i segmenti di infrastrutture obsolete, intercettando nuovi transiti nello spazio costruito.La sperimentazione didattica si è nutrita di un ricco catalogo di interventi realizzati che operano sull’esistente a scale differenti, secondo le diverse categorie che attengono variabilmente a procedure progettuali di ristrutturazione, riuso e/o restauro, rifunzionalizzazione o riconversione di realtà edilizie o di frammenti urbani. Le tecniche del riuso architettonico infatti si declinano secondo differenti figure progettuali operando lungo diversi crinali di forma: l’esistente diviene il luogo dell’inversione della forma con svuotamenti parziali e demolizioni progressive che talvolta restituiscono un volto alla struttura originaria, ma può anche divenire l’ossatura reale e concettuale di nuove configurazioni architettoniche generate dalla necessaria rifunzionalizzazione edilizia, o il sistema di elementi formali su cui attestare le addizioni architettoniche. Il volume attraversa le diverse figure del riuso architettonico lungo le tre sezioni in cui è suddiviso, cioè secondo i tre ambiti spaziali di riferimento del progetto: sono esercizi che indagano il tema del riuso dell’interno architettonico di edifici esistenti in cui è il vuoto compreso entro manufatti abbandonati o dismessi il soggetto del riuso spaziale; elaborano le forme dell’addizione architettonica necessaria alla riconfigurazione di ampie compagini deteriorate nella loro struttura edilizia o private della loro funzione principale, benché situate in contesti di città consolidata e infine lavorano sulla rigenerazione di comparti urbani punteggiati da vuoti residuali entro il tessuto edilizio o sulla riqualificazione di ambiti territoriali interessati dalla presenza di segmenti infrastrutturali abbandonati. La sequenza delle tre sezioni è scandita da una lettura introduttiva di opere in cui l’ambito spaziale di riferimento può ritenersi affine a quello della sperimentazione didattica. La scelta di questi testi architettonici è stata orientata non solo dalla specificità del tema progettuale, ma dal possibile confronto tra operazioni di forma che ne hanno configurato i risultati

Esercizi di riuso dell'architettura / Giovannelli, Anna. - STAMPA. - (2012).

Esercizi di riuso dell'architettura

GIOVANNELLI, ANNA
2012

Abstract

Progettare l’architettura nella realtà composita della città contemporanea vuol dire innanzi tutto fare i conti con l’esistente. Esistente è il territorio in cui si opera, la sua morfologia, le sue configurazioni spaziali, le norme che ne regolano l’attività nei suoi luoghi; è il comparto urbano entro i cui confini si configurano le forme del progetto; esistente sono i recinti architettonici o i frammenti edilizi che possono includere ricomposizioni di forma con demolizioni e successive addizioni, è il manufatto nella sua consistenza puramente edilizia, spesso deprivato di funzione e caduto in rovina. E’ dunque il contesto, il luogo cioè dove il nuovo testo architettonico attraversa, dialoga, si contamina o si completa con la testualità dell’esistente. Il termine contesto descrive la generalità dello spazio esistente, è la dimensione ampia dello sfondo in cui il progetto di architettura dispone le proprie figure. Ed è proprio dall’esigenza di guardare allo spazio esistente e alle sue trasformazioni, spesso attuate in assenza di progetto, che ha preso forma l’esperienza didattica del progetto con numerose proposte di intervento, veri e propri esercizi di riuso dell’architettura che operano sui manufatti abbandonati, su intere compagini architettoniche disabitate delle loro originarie funzioni o su infrastrutture e spazi pubblici lasciati al destino ineluttabile del degrado. La necessità di intervenire sull’esistente attraverso la categoria generale del riuso ha determinato un inedito repertorio di esperienze progettuali che si confrontano con una moltitudine di materie e materiali, spesso informi, talvolta totalmente privi di qualità, insignificanti o non particolarmente interessanti, ma poi in grado di innescare processi inattesi nel progetto di una riqualificazione estesa ai contorni urbani di appartenenza. Questi esercizi tracciano un percorso di lettura delle figure del riuso dell’architettura che attraversa le strutture dell’interno architettonico, esplora le ragioni di nuove addizioni ai corpi dell’architettura esistente per approdare ad ambiti urbani che si rigenerano per parti, oppure lungo i segmenti di infrastrutture obsolete, intercettando nuovi transiti nello spazio costruito.La sperimentazione didattica si è nutrita di un ricco catalogo di interventi realizzati che operano sull’esistente a scale differenti, secondo le diverse categorie che attengono variabilmente a procedure progettuali di ristrutturazione, riuso e/o restauro, rifunzionalizzazione o riconversione di realtà edilizie o di frammenti urbani. Le tecniche del riuso architettonico infatti si declinano secondo differenti figure progettuali operando lungo diversi crinali di forma: l’esistente diviene il luogo dell’inversione della forma con svuotamenti parziali e demolizioni progressive che talvolta restituiscono un volto alla struttura originaria, ma può anche divenire l’ossatura reale e concettuale di nuove configurazioni architettoniche generate dalla necessaria rifunzionalizzazione edilizia, o il sistema di elementi formali su cui attestare le addizioni architettoniche. Il volume attraversa le diverse figure del riuso architettonico lungo le tre sezioni in cui è suddiviso, cioè secondo i tre ambiti spaziali di riferimento del progetto: sono esercizi che indagano il tema del riuso dell’interno architettonico di edifici esistenti in cui è il vuoto compreso entro manufatti abbandonati o dismessi il soggetto del riuso spaziale; elaborano le forme dell’addizione architettonica necessaria alla riconfigurazione di ampie compagini deteriorate nella loro struttura edilizia o private della loro funzione principale, benché situate in contesti di città consolidata e infine lavorano sulla rigenerazione di comparti urbani punteggiati da vuoti residuali entro il tessuto edilizio o sulla riqualificazione di ambiti territoriali interessati dalla presenza di segmenti infrastrutturali abbandonati. La sequenza delle tre sezioni è scandita da una lettura introduttiva di opere in cui l’ambito spaziale di riferimento può ritenersi affine a quello della sperimentazione didattica. La scelta di questi testi architettonici è stata orientata non solo dalla specificità del tema progettuale, ma dal possibile confronto tra operazioni di forma che ne hanno configurato i risultati
2012
9788865141670
riuso; progetto; architettura; città; interno
03 Monografia::03a Saggio, Trattato Scientifico
Esercizi di riuso dell'architettura / Giovannelli, Anna. - STAMPA. - (2012).
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11573/498674
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