La città europea in trasformazione è punteggiata da edifici che, indifferentemente dal centro alla periferia, mostrano appartenenza ad una stessa strategia progettuale legata all’innesto di opere a forte carica autoreferenziale, ovvero legata all’idea di una città sempre più intesa come collezione di opere d’architettura. Una strategia che descrive a pieno la pratica del progetto nel paesaggio urbano contemporaneo a prescindere dalla dislocazione. Gli effetti di questa dispersione nella città (ormai essa stessa polverizzata sul territorio), i meccanismi celati dietro le modalità di intervento, le idee di città che esprimono, le trasformazioni/mutazioni progettuali che mostrano (analizzabili in un arco temporale di cinquanta anni) e, infine, le nuove prospettive che stanno emergendo costituiscono un campo di ricerca/analisi che privilegia, come scelta, l’uso della definizione oggetti architettonici - come termine passepartout - per alludere a queste architetture e al loro senso intrinseco, rispetto alla scala urbana e, parallelamente, alle questioni che tali progetti mettono con evidenza in campo, all’interno di una riflessione più ampia dell’ambito strettamente disciplinare. L’obiettivo finale, perimetrato il nodo problematico, è quello di rispondere alla domanda: si può migliorare questa pratica? esiste un’alternativa alla città collezione? The European city under transformation is dotted with buildings that, regardless of the center to the periphery, show to belong to the same design strategy linked to the ‘grafting on’ (junction) of works with a significant self-referential character. This character is linked to the idea of a city increasingly understood as a collection of architectural works. A strategy that fully describes the practice of the project in contemporary urban landscape, regardless of location. The effects of the mentioned dispersion in the city (now itself pulverized on the country), the mechanisms hidden behind the design methods, the ideas of the city that express the changes (analyzed over a period of fifty years), and finally, the new perspectives, that are emerging, are a field of research that privileges, such as selection, to use the definition of architectural objects - such as passepartout term – in order to allude to these architectures and their intrinsic meaning, with respect to urban. And, parallel to the issues that these projects bring with evidence, within a broader consideration. The ultimate goal is to answer the question: can we improve this practice? Is there any alternative to the “city collection”?

Oggetti architettonici. Architettura-città-trasformazione / Leone, Sabrina. - STAMPA. - (2012), pp. 3-257.

Oggetti architettonici. Architettura-città-trasformazione

LEONE, Sabrina
2012

Abstract

La città europea in trasformazione è punteggiata da edifici che, indifferentemente dal centro alla periferia, mostrano appartenenza ad una stessa strategia progettuale legata all’innesto di opere a forte carica autoreferenziale, ovvero legata all’idea di una città sempre più intesa come collezione di opere d’architettura. Una strategia che descrive a pieno la pratica del progetto nel paesaggio urbano contemporaneo a prescindere dalla dislocazione. Gli effetti di questa dispersione nella città (ormai essa stessa polverizzata sul territorio), i meccanismi celati dietro le modalità di intervento, le idee di città che esprimono, le trasformazioni/mutazioni progettuali che mostrano (analizzabili in un arco temporale di cinquanta anni) e, infine, le nuove prospettive che stanno emergendo costituiscono un campo di ricerca/analisi che privilegia, come scelta, l’uso della definizione oggetti architettonici - come termine passepartout - per alludere a queste architetture e al loro senso intrinseco, rispetto alla scala urbana e, parallelamente, alle questioni che tali progetti mettono con evidenza in campo, all’interno di una riflessione più ampia dell’ambito strettamente disciplinare. L’obiettivo finale, perimetrato il nodo problematico, è quello di rispondere alla domanda: si può migliorare questa pratica? esiste un’alternativa alla città collezione? The European city under transformation is dotted with buildings that, regardless of the center to the periphery, show to belong to the same design strategy linked to the ‘grafting on’ (junction) of works with a significant self-referential character. This character is linked to the idea of a city increasingly understood as a collection of architectural works. A strategy that fully describes the practice of the project in contemporary urban landscape, regardless of location. The effects of the mentioned dispersion in the city (now itself pulverized on the country), the mechanisms hidden behind the design methods, the ideas of the city that express the changes (analyzed over a period of fifty years), and finally, the new perspectives, that are emerging, are a field of research that privileges, such as selection, to use the definition of architectural objects - such as passepartout term – in order to allude to these architectures and their intrinsic meaning, with respect to urban. And, parallel to the issues that these projects bring with evidence, within a broader consideration. The ultimate goal is to answer the question: can we improve this practice? Is there any alternative to the “city collection”?
2012
9788860604859
città; oggetti architettonici; trasformazione; architettura
03 Monografia::03a Saggio, Trattato Scientifico
Oggetti architettonici. Architettura-città-trasformazione / Leone, Sabrina. - STAMPA. - (2012), pp. 3-257.
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