Il volume, dedicato per la maggior parte all'edizione sistematica dei complessi scultorei della cattedrale di S. Maria in Vescovìo e del monastero di S. Maria di Farfa, offre un quadro ricco e articolato delle molte testimonianze giunte sino a noi e che vengono a documentare l'attività di botteghe particolarmente fiorenti nei secoli VIII e IX. I manufatti appartenenti nella maggior parte a recinzioni liturgiche - limitati sono infatti gli elementi architettonici raccolti quasi esclusivamente nel monastero farfense - costituiscono spesso l'unica documentazione delle fasi altomedievali dei singoli complessi cultuali che denunciano nelle loro strutture unicamente ricostruzioni posteriori. Pertanto i resti del mobilio liturgico acquisiscono anche il ruolo di prezioso indicatore archeologico nella ricostruzione storica dell'organizzazione ecclesiastica in questa parte dell'antica Sabina. E' possibile pertanto documentare come attivi nei secoli altomedievali, insediamenti cultuali di diversa funzione, dalla sede episcopale, alle chiese martiriali, a quelle con cura d'anime, dagli insediamenti monastici, ai centri devozionali anche in grotta. Nell'introduzione che precede il catalogo delle sculture, offrendo ad esse il contesto storico-topografico di riferimento, l'analisi del territorio diocesano è condotta attraverso un uso interrelato di fonti di diversa natura che consentono di offrire un quadro sintetico ed esaustivo delle dinamiche insediative che hanno disegnato il paesaggio ancora oggi sotto molti aspetti percepibile.
La diocesi di Sabina / Betti, Fabio. - STAMPA. - XVII:(2005).
La diocesi di Sabina
BETTI, Fabio
2005
Abstract
Il volume, dedicato per la maggior parte all'edizione sistematica dei complessi scultorei della cattedrale di S. Maria in Vescovìo e del monastero di S. Maria di Farfa, offre un quadro ricco e articolato delle molte testimonianze giunte sino a noi e che vengono a documentare l'attività di botteghe particolarmente fiorenti nei secoli VIII e IX. I manufatti appartenenti nella maggior parte a recinzioni liturgiche - limitati sono infatti gli elementi architettonici raccolti quasi esclusivamente nel monastero farfense - costituiscono spesso l'unica documentazione delle fasi altomedievali dei singoli complessi cultuali che denunciano nelle loro strutture unicamente ricostruzioni posteriori. Pertanto i resti del mobilio liturgico acquisiscono anche il ruolo di prezioso indicatore archeologico nella ricostruzione storica dell'organizzazione ecclesiastica in questa parte dell'antica Sabina. E' possibile pertanto documentare come attivi nei secoli altomedievali, insediamenti cultuali di diversa funzione, dalla sede episcopale, alle chiese martiriali, a quelle con cura d'anime, dagli insediamenti monastici, ai centri devozionali anche in grotta. Nell'introduzione che precede il catalogo delle sculture, offrendo ad esse il contesto storico-topografico di riferimento, l'analisi del territorio diocesano è condotta attraverso un uso interrelato di fonti di diversa natura che consentono di offrire un quadro sintetico ed esaustivo delle dinamiche insediative che hanno disegnato il paesaggio ancora oggi sotto molti aspetti percepibile.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.