Il saggio ricostruisce l’iter progettuale della chiesa di S. Francesco di Paola a Roma, con attenzione alla definizione temporale del suo schema planimetrico, per l’importanza che questo assume nell’opera degli architetti romani del primo Seicento e poi di Carlo Rainaldi. L’individuazione delle fasi di realizzazione, ha permesso di collocare l’inizio della fabbrica della chiesa dei padri Minimi Paolotti tra il 1637 e il 1638. Questa datazione mette in discussione l’attribuzione di Fasolo a Orazio Torriani del 1624-1630 ed esclude un coinvogimento dell’artista nella progettazione di S. Francesco di Paola, sulla base anche dei suoi interventi nelle chiese romane di S. Lorenzo de’ Speziali in Miranda (1602-1666) e dei SS. Cosma e Damiano (1626). Resta aperta la questione della paternità dell’impianto di S. Francesco di Paola, di cui va riconsiderata l’importanza nel contesto storico romano della prima metà del XVII secolo. Nella consueta pianta a navata unica con tre cappelle laterali di S. Francesco di Paola, lo sviluppo longitudinale verso il presbiterio, è contrastato dall’asse trasversale segnato dalla maggiore dimensione delle capelle mediane, rispetto alle altre. Il disegno cruciforme che ne deriva costituisce un tentativo di reinterpretazione della tipologia della chiesa congregazionale e che si ritrova in S. Teresa degli Scalzi a Caprarola di Girolamo Rainaldi (iniziata nel 1621), in S. Brigida degli Svedesi (1627; 1637-1641) e S. Salvatore in Campo di Francesco Peparelli (1639); in S. Maria in Publicolis di Giovanni Antonio De Rossi (1642-1643) e S. Maria dei Sette Dolori (1643-1649) di Francesco Borromini. Inoltre, nel caratteristico ritmo «pulsante» delle cappelle di S. Francesco di Paola, si riconosce un’anticipazione dell’articolazione di quelle scalari di S. Maria in Campitelli di Carlo Rainaldi (1662-1667), la cui pianta, in continuità con la tradizione di S. Teresa di Caprarola, è la sintesi della ricerca del primo Seicento sulla giustapposizione tra impianto longitudinale e centrale con l’uso di direttrici diagonali in corrispondenza degli spazi secondari ai lati.
La formazione di Carlo Rainaldi nel contesto romano dei primi decenni del XVII secolo, i rapporti con Orazio Torriani: la chiesa di S.Francesco di Paola ai Monti / DAL MAS, Roberta Maria. - STAMPA. - Unico(2012), pp. 47-56.
La formazione di Carlo Rainaldi nel contesto romano dei primi decenni del XVII secolo, i rapporti con Orazio Torriani: la chiesa di S.Francesco di Paola ai Monti
DAL MAS, Roberta Maria
2012
Abstract
Il saggio ricostruisce l’iter progettuale della chiesa di S. Francesco di Paola a Roma, con attenzione alla definizione temporale del suo schema planimetrico, per l’importanza che questo assume nell’opera degli architetti romani del primo Seicento e poi di Carlo Rainaldi. L’individuazione delle fasi di realizzazione, ha permesso di collocare l’inizio della fabbrica della chiesa dei padri Minimi Paolotti tra il 1637 e il 1638. Questa datazione mette in discussione l’attribuzione di Fasolo a Orazio Torriani del 1624-1630 ed esclude un coinvogimento dell’artista nella progettazione di S. Francesco di Paola, sulla base anche dei suoi interventi nelle chiese romane di S. Lorenzo de’ Speziali in Miranda (1602-1666) e dei SS. Cosma e Damiano (1626). Resta aperta la questione della paternità dell’impianto di S. Francesco di Paola, di cui va riconsiderata l’importanza nel contesto storico romano della prima metà del XVII secolo. Nella consueta pianta a navata unica con tre cappelle laterali di S. Francesco di Paola, lo sviluppo longitudinale verso il presbiterio, è contrastato dall’asse trasversale segnato dalla maggiore dimensione delle capelle mediane, rispetto alle altre. Il disegno cruciforme che ne deriva costituisce un tentativo di reinterpretazione della tipologia della chiesa congregazionale e che si ritrova in S. Teresa degli Scalzi a Caprarola di Girolamo Rainaldi (iniziata nel 1621), in S. Brigida degli Svedesi (1627; 1637-1641) e S. Salvatore in Campo di Francesco Peparelli (1639); in S. Maria in Publicolis di Giovanni Antonio De Rossi (1642-1643) e S. Maria dei Sette Dolori (1643-1649) di Francesco Borromini. Inoltre, nel caratteristico ritmo «pulsante» delle cappelle di S. Francesco di Paola, si riconosce un’anticipazione dell’articolazione di quelle scalari di S. Maria in Campitelli di Carlo Rainaldi (1662-1667), la cui pianta, in continuità con la tradizione di S. Teresa di Caprarola, è la sintesi della ricerca del primo Seicento sulla giustapposizione tra impianto longitudinale e centrale con l’uso di direttrici diagonali in corrispondenza degli spazi secondari ai lati.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.