Italy, traditionally a country of emigration, suddenly became a territory of transit or reception of migrants, it is painfully confronted with a reality that is often relegated from the communication point of view to the size easier to tell by a journalism still not ready to deal with the complexity landings and safety / crime. But immigration must be returned, for example, as well as an extraordinary opportunity for rejuvenation of the population, the average age of the population of settled migrants in Italy is 32 years, compared with an average of age of the Italian population, which stood at 43 years. An interesting point, which indicates the possibility of a future redemption business and cultural center for people who put themselves to the test of coexistence and cultural sharing, after passing the initial conflicts inevitably linked to the sharing of physical and symbolic spaces. On the other hand, the very definition of multiculturalism involves the paradoxical coexistence of harmony and conflict. However, the research sponsored by the University of Valle d'Aosta, with the generous openness to the comparative size with the territory of the Province of Rome, which required the involvement of the Department of Communication and Social Research of Wisdom, highlights the next step : instead of addressing the issue in terms of multiculturalism, often devoid of simultaneous communication and ties, wide interpretation should change, transforming the immigration problem in resource and enhancing the look enchanting encounter between cultures. Multiculturalism replaces multiculturalism, which "... project of interaction between the parties" (Bosi, A., 1998, pp.. 35-36). This is, in fact, the essence and richness of the meeting between modern culture: cultivating the continued availability to learn and change, while maintaining and enhancing their own identity and culture of the base. But these processes become tiring and difficult, especially when it comes to abrupt changes, uprooting and struggle with prejudice. There are those who must exercise to identify availability and generosity towards others and who should assume in their new cultural universe linguistic traditions, regulations, hermeneutics.

L’Italia, tradizionalmente paese di emigrazione, diventato all’improvviso territorio di transito o di accoglienza di migranti, si sta faticosamente confrontando con una realtà spesso relegata dal punto di vista comunicativo alle dimensioni più semplici da narrare da parte di un giornalismo ancora non pronto ad affrontare la complessità: gli sbarchi e la sicurezza/criminalità. Ma l’immigrazione va restituita, per esempio, anche come una straordinaria occasione di svecchiamento della popolazione: l’età media della popolazione di migranti stabilizzati in Italia è di 32 anni a fronte di una media di età della popolazione italiana che si attesta sui 43 anni. Un dato interessante, che indica la possibilità di un futuro di riscatto lavorativo e culturale per persone che si mettono alla prova della convivenza e della condivisione culturale, dopo aver superato gli iniziali conflitti legati inevitabilmente alla condivisione di spazi fisici e simbolici. D’altronde, la stessa definizione di multiculturalismo prevede la paradossale compresenza di armonia e conflitto. Tuttavia, la ricerca promossa dall’Università della Valle D’Aosta, con la generosa apertura verso la dimensione comparativa con il territorio della Provincia di Roma che ha richiesto il coinvolgimento del Dipartimento di Comunicazione e Ricerca Sociale della Sapienza, mette in evidenza il passaggio successivo: anziché affrontare la questione in termini di multiculturalità, di compresenza spesso priva di comunicazione e di legami, conviene cambiare grandangolo interpretativo, trasformando il problema immigrazione in risorsa e valorizzando l’aspetto incantevole dell’incontro tra le culture. Alla multiculturalità si sostituisce l’interculturalità, quale “… progetto di interazione tra le parti” (Bosi, A., 1998, pp. 35-36). È questa, in effetti, l’essenza e la ricchezza dell’incontro moderno tra le culture: coltivare la continua disponibilità a imparare e a cambiare, pur mantenendo e valorizzando la propria identità e cultura di base. Ma questi processi diventano faticosi e difficili, soprattutto quando si tratta di cambiamenti bruschi, sradicamenti e lotta con i pregiudizi. C’è chi deve esercitare la disponibilità all’identificazione e alla generosità verso l’altro e chi deve assumere nel proprio universo culturale nuove tradizioni linguistiche, normative, ermeneutiche.

Il valore dell’identità. I media come ponti tra le culture / Gavrila, Mihaela. - STAMPA. - 1(2012), pp. 65-74.

Il valore dell’identità. I media come ponti tra le culture

GAVRILA, Mihaela
2012

Abstract

Italy, traditionally a country of emigration, suddenly became a territory of transit or reception of migrants, it is painfully confronted with a reality that is often relegated from the communication point of view to the size easier to tell by a journalism still not ready to deal with the complexity landings and safety / crime. But immigration must be returned, for example, as well as an extraordinary opportunity for rejuvenation of the population, the average age of the population of settled migrants in Italy is 32 years, compared with an average of age of the Italian population, which stood at 43 years. An interesting point, which indicates the possibility of a future redemption business and cultural center for people who put themselves to the test of coexistence and cultural sharing, after passing the initial conflicts inevitably linked to the sharing of physical and symbolic spaces. On the other hand, the very definition of multiculturalism involves the paradoxical coexistence of harmony and conflict. However, the research sponsored by the University of Valle d'Aosta, with the generous openness to the comparative size with the territory of the Province of Rome, which required the involvement of the Department of Communication and Social Research of Wisdom, highlights the next step : instead of addressing the issue in terms of multiculturalism, often devoid of simultaneous communication and ties, wide interpretation should change, transforming the immigration problem in resource and enhancing the look enchanting encounter between cultures. Multiculturalism replaces multiculturalism, which "... project of interaction between the parties" (Bosi, A., 1998, pp.. 35-36). This is, in fact, the essence and richness of the meeting between modern culture: cultivating the continued availability to learn and change, while maintaining and enhancing their own identity and culture of the base. But these processes become tiring and difficult, especially when it comes to abrupt changes, uprooting and struggle with prejudice. There are those who must exercise to identify availability and generosity towards others and who should assume in their new cultural universe linguistic traditions, regulations, hermeneutics.
2012
Generazioni di mezzo. Giovani e ibridazione culturale nelle società multietniche
9788820406608
L’Italia, tradizionalmente paese di emigrazione, diventato all’improvviso territorio di transito o di accoglienza di migranti, si sta faticosamente confrontando con una realtà spesso relegata dal punto di vista comunicativo alle dimensioni più semplici da narrare da parte di un giornalismo ancora non pronto ad affrontare la complessità: gli sbarchi e la sicurezza/criminalità. Ma l’immigrazione va restituita, per esempio, anche come una straordinaria occasione di svecchiamento della popolazione: l’età media della popolazione di migranti stabilizzati in Italia è di 32 anni a fronte di una media di età della popolazione italiana che si attesta sui 43 anni. Un dato interessante, che indica la possibilità di un futuro di riscatto lavorativo e culturale per persone che si mettono alla prova della convivenza e della condivisione culturale, dopo aver superato gli iniziali conflitti legati inevitabilmente alla condivisione di spazi fisici e simbolici. D’altronde, la stessa definizione di multiculturalismo prevede la paradossale compresenza di armonia e conflitto. Tuttavia, la ricerca promossa dall’Università della Valle D’Aosta, con la generosa apertura verso la dimensione comparativa con il territorio della Provincia di Roma che ha richiesto il coinvolgimento del Dipartimento di Comunicazione e Ricerca Sociale della Sapienza, mette in evidenza il passaggio successivo: anziché affrontare la questione in termini di multiculturalità, di compresenza spesso priva di comunicazione e di legami, conviene cambiare grandangolo interpretativo, trasformando il problema immigrazione in risorsa e valorizzando l’aspetto incantevole dell’incontro tra le culture. Alla multiculturalità si sostituisce l’interculturalità, quale “… progetto di interazione tra le parti” (Bosi, A., 1998, pp. 35-36). È questa, in effetti, l’essenza e la ricchezza dell’incontro moderno tra le culture: coltivare la continua disponibilità a imparare e a cambiare, pur mantenendo e valorizzando la propria identità e cultura di base. Ma questi processi diventano faticosi e difficili, soprattutto quando si tratta di cambiamenti bruschi, sradicamenti e lotta con i pregiudizi. C’è chi deve esercitare la disponibilità all’identificazione e alla generosità verso l’altro e chi deve assumere nel proprio universo culturale nuove tradizioni linguistiche, normative, ermeneutiche.
media; identità; interculturalità; Integrazione
02 Pubblicazione su volume::02a Capitolo o Articolo
Il valore dell’identità. I media come ponti tra le culture / Gavrila, Mihaela. - STAMPA. - 1(2012), pp. 65-74.
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