Immoderata usura. Dottrina e legislazione dall’Ancien régime alla codificazione

Il contributo monografico si articola in due parti. La prima è incentrata sui pareri dottrinali dei giuristi medievali e moderni che hanno evidenziato la necessità di arginare il fenomeno delle immoderatae usurae nonché sulla legislazione antiusuraria del secolo XIX. La seconda ha come oggetto l’articolato dibattito sviluppatosi nei due rami del Parlamento sabaudo in merito all’abolizione del divieto di anatocismo previsto dall’articolo 1245 del Codice Albertino del 1837. Per l’A., proprio il dibattito parlamentare svoltosi in tale occasione ha rappresentato un esempio, seppur sui generis, di come giuristi teorici e pratici abbiano potuto esercitare la loro decisiva influenza sulle modifiche sostanziali apportate nel corso del XIX secolo al dettato legislativo codificato. Al fine di cogliere appieno la rilevanza dell’apporto fornito, nel contesto della cultura giuridica dell’epoca, dai senatori e dai deputati del Regno di Sardegna in quella circostanza, l’A. ha ritenuto opportuno anteporre all’analisi delle varie fasi che contraddistinsero, tra il 1855 ed il 1857, l’iter parlamentare della legge abrogativa dell’art. 1245 del Codice Albertino, una disamina preliminare non soltanto delle normative adottate in ordine all’anatocismo dai vari Stati europei nelle epoche antecedenti al dibattito, ma anche delle posizioni assunte nei secoli dalla dottrina e dalla giurisprudenza in merito alla capitalizzazione degli interessi ed alle varie problematiche ad essa connesse. In appendice è stata inserita una sintetica ricostruzione del divieto delle usure nella cristianità occidentale dal secolo XII al secolo XIX.