The book comes as part of the Centre for Industrial Archaeology and Sabina Rieti. The authors discuss in detail the aspects of historical, architectural and urban planning-building of the former industrial plants studied three years of activity of the Observatory, born of a scientific collaboration agreement between the University of Rome "La Sapienza" and the State Archives of Rieti. The partial results have already provided the technical platform to compare the municipal government, private enterprise and the community on the proper values ​​of a significant portion of the municipal area of ​​Rieti and the potential inherent in a sustainable transformation culturally aware and constructively. This research was also carried out in coordination with other synergistic research activities parallel, Federated financed by the Science and Technology - Knowledge and Wisdom from CRITEVAT-and collects the results of a research grant (owner Edward Currà funded in 2010 by the research center CRITEVAT-Wisdom). Between 1883 and 1937 have settled in Rieti different industries that have given rise to a productive district set on the axis of Via Maraini and served by the rail infrastructure that immediately innervate. In particular, within the activities of the Centre for Industrial Archaeology and Sabina Rieti, we focused on three systems (the sugar Maraini, 1873 the Sa Supertessile, 1926 Montecatini, 1937) that, due to their location than the city, barycentric between historic and new expansions, placed as they are in an area with common characteristics agrarian you think should be the subject of priority attention to outline the strategies of city development. It is also confirmed by the dimensional consistency of the site, with hundreds of thousands of square meters of covered area, it is an emergency at the urban level and territoriale.La historical event, which sheds light on new aspects of the evolution of the site and highlights the characters structuring of this portion of the urban area, is interwoven with the knowledge of the given material is not intended as a mere adjunct but as a key to proceed to the implementation of emerging instances of recovery. In the cases under review, the research has highlighted particular specificities that constitute constructive elements of the assessment of value and invariance that propose the elaboration of the project. For all three factories shows the direct line that entrepreneurship settled with the category of professional engineers and architects, developing complex interconnections between languages ​​"traditionalists" and "modernists." One example is the combination of Giovanni Agnelli-James Mattè Makeup in the Lingotto factory, where modernity meets building productive dialogue with the history of the building offices. Striking case was later the figure of Charles Gualino, who established complex and contradictory relationships with a large crowd of designers, eclectic Vittorio Tornielli the "rationalists" Alberto Sartoris, Gigi Chessa, Giuseppe Pagano and Gino Levi Montalcini.Un other industrial Piedmont Baron Alberto Fassini Camossi, had several designers confidence before Ernesto Basile, Carlo Maria then Busiris Vici, most recently Arturo Hoerner, with whom he formed, unlike the first two, purchasing a long-lasting relationship for about two decenni.Questi in Specifically, the two main protagonists in the construction of the plant Supertessile of Rieti, and in the monograph is part of the story of design and construction in the context of numerous other opportunities for collaboration between client and progettista.Emerge also for the entire industrial district, and not only for the refinery, a "technological coherence" with the contemporary Italian accomplishments for the industry. On the other hand the initiative and entrepreneurship of the three big factories is almost completely fo

Il volume nasce nell’ambito dell’Osservatorio di Archeologia Industriale per Rieti e Sabina. Gli autori trattano in particolare gli aspetti storico, architettonico-costruttivo e urbanistico degli impianti ex industriali studiati in tre anni di attività dell’Osservatorio, nato da un accordo di collaborazione scientifica tra l’Università di Roma “Sapienza” e l’Archivio di Stato di Rieti. Gli esiti parziali hanno già costituito la piattaforma tecnica per mettere a confronto l’amministrazione comunale, l’iniziativa privata e la collettività sui valori propri di una porzione rilevante del territorio comunale reatino e sulle potenzialità insite in una trasformazione culturalmente consapevole e costruttivamente sostenibile. Tale attività di ricerca si è inoltre svolta in coordinamento sinergico con diverse attività di ricerca parallele, finanziate dall'Ateneo Federato della Scienza e della Tecnica – Sapienza e dal CRITEVAT-Sapienza e raccoglie gli esiti di un assegno di ricerca (titolare Edoardo Currà, finanziato nel 2010 dal centro di ricerca CRITEVAT-Sapienza). Tra il 1883 ed il 1937 si sono insediate a Rieti diverse industrie che hanno dato vita ad un distretto produttivo impostato sull’asse di Viale Maraini e servito dalle infrastrutture ferroviarie che da subito lo innervano. In particolare, nell’ambito delle attività dell’Osservatorio di Archeologia Industriale per Rieti e Sabina, ci si è concentrati su tre impianti (lo zuccherificio Maraini, 1873; la S.a. Supertessile, 1926; la Montecatini, 1937) che, per la loro posizione rispetto alla città, baricentrici tra città storica e nuove espansioni, collocate, come sono, in un ambito con diffusi connotati agrari, si pensa debbano costituire oggetto prioritario di attenzione per delineare le strategie di sviluppo della città. Ne è conferma anche la consistenza dimensionale del sito che, con centinaia di migliaia di metri quadrati di superficie coperta, si propone come emergenza a livello urbano e territoriale. La vicenda storica, che getta luce su nuovi aspetti della evoluzione del sito ed evidenzia i caratteri strutturanti di questa porzione di territorio urbano, si intreccia con la conoscenza del dato materiale, inteso non come semplice complemento ma come elemento fondamentale per procedere all’attuazione delle emergenti istanze di recupero. Nei casi in esame la ricerca ha permesso di evidenziare particolari specificità costruttive che costituiscono elementi delle valutazioni di valore e di invarianza che si propongono alla elaborazione progettuale. Per tutte e tre le fabbriche emerge il filo diretto che l’imprenditoria stabilì con la categoria professionale di ingegneri e architetti, sviluppando complesse interconnessioni tra linguaggi “tradizionalisti” e “modernisti”. Basti citare il binomio Giovanni Agnelli-Giacomo Mattè Trucco nella fabbrica del Lingotto, dove alla modernità dell’edificio produttivo risponde il dialogo con la storia del palazzo Uffici. Caso eclatante fu poi la figura di Carlo Gualino, che instaurò complessi e contraddittori rapporti con un ampio stuolo di progettisti, dall’eclettico Vittorio Tornielli ai “razionalisti” Alberto Sartoris, Gigi Chessa, Giuseppe Pagano e Gino Levi Montalcini. Un altro industriale piemontese, il barone Alberto Fassini Camossi, ebbe diversi progettisti di fiducia: prima Ernesto Basile, poi Carlo Maria Busiri Vici, da ultimo Arturo Hoerner, con il quale stabilì, a differenza dei primi due, un duraturo rapporto di committenza per circa due decenni. Questi in particolare sono i due principali protagonisti della realizzazione dello stabilimento reatino della Supertessile, e nella monografia si inquadra la vicenda progettuale e costruttiva nell’ambito delle numerose altre occasioni di collaborazione tra committente e progettista. Emerge inoltre, per l’intero distretto industriale, e non solo per lo zuccherificio, una “coerenza tecnologica” con le coeve realizzazioni italiane per l’industria. D’altronde l’iniziativa e l’imprenditoria delle tre grandi fabbriche è quasi completamente estranea alla città e collocabile in un più ampio contesto imprenditoriale nazionale. La costruzione per l’industria di Viale Maraini non risente perciò delle arretratezze tecniche e culturali della città e della regione, confermate ancora nel 1958 (Lorenzetti R., Ravaioli N. 1995), anche per la vicinanza con Roma e con il polo delle acciaierie di Terni (a cui si devono riferire molti dei componenti in acciaio per le costruzioni) ma offre invece una versione in cui “il localismo si esplica soprattutto negli elementi tecnici che non necessitano di aggiornate soluzioni tecnologiche” (principalmente le murature portanti, le tamponature e gli elementi in laterizio). A fianco ai localismi vi sono quindi importanti testimonianze della costruzione in intelaiatura di acciaio e, ancor più rilevanti, dell’affermazione e della sperimentazione dei brevetti italiani per la costruzione del cemento armato, in particolare del brevetto Baroni-Lüling. Il testo descrive ed illustra tramite un ricco apparato grafico originale, il dettagliato lavoro di rilievo sul campo e l’analisi dei caratteri specifici della costruzione che ha permesso di scoprire le peculiarità di una apparecchiatura costruttiva che le precedenti ricerche non avevano ancora messo in luce e le colloca nel contesto dell’evoluzione della costruzione in Italia. L’intento multidisciplinare dell’attività dell’Osservatorio ha aperto un laboratorio permanente di individuazione di strumenti e scenari di attuazione urbana. L’ultimo capitolo è dedicato perciò ad inquadrarli in un contesto che, dagli studi storici e della costruzione, permuta il senso di continuità che si può ricercare nella trasformazione del territorio come elemento per la prefigurazione equilibrata di direttrici di sviluppo e come tramite di valorizzazione dell’identità e del territorio.

Studi per il recupero: storia, costruzione e progetto nelle aree ex industriali a Rieti / Cappuccitti, Antonio; Curra', Edoardo; DI MARCO, Fabrizio. - STAMPA. - (2012), pp. 1-147.

Studi per il recupero: storia, costruzione e progetto nelle aree ex industriali a Rieti

CAPPUCCITTI, Antonio;CURRA', Edoardo;DI MARCO, Fabrizio
2012

Abstract

The book comes as part of the Centre for Industrial Archaeology and Sabina Rieti. The authors discuss in detail the aspects of historical, architectural and urban planning-building of the former industrial plants studied three years of activity of the Observatory, born of a scientific collaboration agreement between the University of Rome "La Sapienza" and the State Archives of Rieti. The partial results have already provided the technical platform to compare the municipal government, private enterprise and the community on the proper values ​​of a significant portion of the municipal area of ​​Rieti and the potential inherent in a sustainable transformation culturally aware and constructively. This research was also carried out in coordination with other synergistic research activities parallel, Federated financed by the Science and Technology - Knowledge and Wisdom from CRITEVAT-and collects the results of a research grant (owner Edward Currà funded in 2010 by the research center CRITEVAT-Wisdom). Between 1883 and 1937 have settled in Rieti different industries that have given rise to a productive district set on the axis of Via Maraini and served by the rail infrastructure that immediately innervate. In particular, within the activities of the Centre for Industrial Archaeology and Sabina Rieti, we focused on three systems (the sugar Maraini, 1873 the Sa Supertessile, 1926 Montecatini, 1937) that, due to their location than the city, barycentric between historic and new expansions, placed as they are in an area with common characteristics agrarian you think should be the subject of priority attention to outline the strategies of city development. It is also confirmed by the dimensional consistency of the site, with hundreds of thousands of square meters of covered area, it is an emergency at the urban level and territoriale.La historical event, which sheds light on new aspects of the evolution of the site and highlights the characters structuring of this portion of the urban area, is interwoven with the knowledge of the given material is not intended as a mere adjunct but as a key to proceed to the implementation of emerging instances of recovery. In the cases under review, the research has highlighted particular specificities that constitute constructive elements of the assessment of value and invariance that propose the elaboration of the project. For all three factories shows the direct line that entrepreneurship settled with the category of professional engineers and architects, developing complex interconnections between languages ​​"traditionalists" and "modernists." One example is the combination of Giovanni Agnelli-James Mattè Makeup in the Lingotto factory, where modernity meets building productive dialogue with the history of the building offices. Striking case was later the figure of Charles Gualino, who established complex and contradictory relationships with a large crowd of designers, eclectic Vittorio Tornielli the "rationalists" Alberto Sartoris, Gigi Chessa, Giuseppe Pagano and Gino Levi Montalcini.Un other industrial Piedmont Baron Alberto Fassini Camossi, had several designers confidence before Ernesto Basile, Carlo Maria then Busiris Vici, most recently Arturo Hoerner, with whom he formed, unlike the first two, purchasing a long-lasting relationship for about two decenni.Questi in Specifically, the two main protagonists in the construction of the plant Supertessile of Rieti, and in the monograph is part of the story of design and construction in the context of numerous other opportunities for collaboration between client and progettista.Emerge also for the entire industrial district, and not only for the refinery, a "technological coherence" with the contemporary Italian accomplishments for the industry. On the other hand the initiative and entrepreneurship of the three big factories is almost completely fo
2012
9788860604842
Il volume nasce nell’ambito dell’Osservatorio di Archeologia Industriale per Rieti e Sabina. Gli autori trattano in particolare gli aspetti storico, architettonico-costruttivo e urbanistico degli impianti ex industriali studiati in tre anni di attività dell’Osservatorio, nato da un accordo di collaborazione scientifica tra l’Università di Roma “Sapienza” e l’Archivio di Stato di Rieti. Gli esiti parziali hanno già costituito la piattaforma tecnica per mettere a confronto l’amministrazione comunale, l’iniziativa privata e la collettività sui valori propri di una porzione rilevante del territorio comunale reatino e sulle potenzialità insite in una trasformazione culturalmente consapevole e costruttivamente sostenibile. Tale attività di ricerca si è inoltre svolta in coordinamento sinergico con diverse attività di ricerca parallele, finanziate dall'Ateneo Federato della Scienza e della Tecnica – Sapienza e dal CRITEVAT-Sapienza e raccoglie gli esiti di un assegno di ricerca (titolare Edoardo Currà, finanziato nel 2010 dal centro di ricerca CRITEVAT-Sapienza). Tra il 1883 ed il 1937 si sono insediate a Rieti diverse industrie che hanno dato vita ad un distretto produttivo impostato sull’asse di Viale Maraini e servito dalle infrastrutture ferroviarie che da subito lo innervano. In particolare, nell’ambito delle attività dell’Osservatorio di Archeologia Industriale per Rieti e Sabina, ci si è concentrati su tre impianti (lo zuccherificio Maraini, 1873; la S.a. Supertessile, 1926; la Montecatini, 1937) che, per la loro posizione rispetto alla città, baricentrici tra città storica e nuove espansioni, collocate, come sono, in un ambito con diffusi connotati agrari, si pensa debbano costituire oggetto prioritario di attenzione per delineare le strategie di sviluppo della città. Ne è conferma anche la consistenza dimensionale del sito che, con centinaia di migliaia di metri quadrati di superficie coperta, si propone come emergenza a livello urbano e territoriale. La vicenda storica, che getta luce su nuovi aspetti della evoluzione del sito ed evidenzia i caratteri strutturanti di questa porzione di territorio urbano, si intreccia con la conoscenza del dato materiale, inteso non come semplice complemento ma come elemento fondamentale per procedere all’attuazione delle emergenti istanze di recupero. Nei casi in esame la ricerca ha permesso di evidenziare particolari specificità costruttive che costituiscono elementi delle valutazioni di valore e di invarianza che si propongono alla elaborazione progettuale. Per tutte e tre le fabbriche emerge il filo diretto che l’imprenditoria stabilì con la categoria professionale di ingegneri e architetti, sviluppando complesse interconnessioni tra linguaggi “tradizionalisti” e “modernisti”. Basti citare il binomio Giovanni Agnelli-Giacomo Mattè Trucco nella fabbrica del Lingotto, dove alla modernità dell’edificio produttivo risponde il dialogo con la storia del palazzo Uffici. Caso eclatante fu poi la figura di Carlo Gualino, che instaurò complessi e contraddittori rapporti con un ampio stuolo di progettisti, dall’eclettico Vittorio Tornielli ai “razionalisti” Alberto Sartoris, Gigi Chessa, Giuseppe Pagano e Gino Levi Montalcini. Un altro industriale piemontese, il barone Alberto Fassini Camossi, ebbe diversi progettisti di fiducia: prima Ernesto Basile, poi Carlo Maria Busiri Vici, da ultimo Arturo Hoerner, con il quale stabilì, a differenza dei primi due, un duraturo rapporto di committenza per circa due decenni. Questi in particolare sono i due principali protagonisti della realizzazione dello stabilimento reatino della Supertessile, e nella monografia si inquadra la vicenda progettuale e costruttiva nell’ambito delle numerose altre occasioni di collaborazione tra committente e progettista. Emerge inoltre, per l’intero distretto industriale, e non solo per lo zuccherificio, una “coerenza tecnologica” con le coeve realizzazioni italiane per l’industria. D’altronde l’iniziativa e l’imprenditoria delle tre grandi fabbriche è quasi completamente estranea alla città e collocabile in un più ampio contesto imprenditoriale nazionale. La costruzione per l’industria di Viale Maraini non risente perciò delle arretratezze tecniche e culturali della città e della regione, confermate ancora nel 1958 (Lorenzetti R., Ravaioli N. 1995), anche per la vicinanza con Roma e con il polo delle acciaierie di Terni (a cui si devono riferire molti dei componenti in acciaio per le costruzioni) ma offre invece una versione in cui “il localismo si esplica soprattutto negli elementi tecnici che non necessitano di aggiornate soluzioni tecnologiche” (principalmente le murature portanti, le tamponature e gli elementi in laterizio). A fianco ai localismi vi sono quindi importanti testimonianze della costruzione in intelaiatura di acciaio e, ancor più rilevanti, dell’affermazione e della sperimentazione dei brevetti italiani per la costruzione del cemento armato, in particolare del brevetto Baroni-Lüling. Il testo descrive ed illustra tramite un ricco apparato grafico originale, il dettagliato lavoro di rilievo sul campo e l’analisi dei caratteri specifici della costruzione che ha permesso di scoprire le peculiarità di una apparecchiatura costruttiva che le precedenti ricerche non avevano ancora messo in luce e le colloca nel contesto dell’evoluzione della costruzione in Italia. L’intento multidisciplinare dell’attività dell’Osservatorio ha aperto un laboratorio permanente di individuazione di strumenti e scenari di attuazione urbana. L’ultimo capitolo è dedicato perciò ad inquadrarli in un contesto che, dagli studi storici e della costruzione, permuta il senso di continuità che si può ricercare nella trasformazione del territorio come elemento per la prefigurazione equilibrata di direttrici di sviluppo e come tramite di valorizzazione dell’identità e del territorio.
Archeologia Industriale; Storia della Costruzione; Storia dell'architettura; Recupero Edilizio; Recupero Urbano
03 Monografia::03a Saggio, Trattato Scientifico
Studi per il recupero: storia, costruzione e progetto nelle aree ex industriali a Rieti / Cappuccitti, Antonio; Curra', Edoardo; DI MARCO, Fabrizio. - STAMPA. - (2012), pp. 1-147.
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