The paper aims to detect any deviations from the Journalistic Codes of Conduct in the italian information about immigration. The text is built on the comparison between the results of two surveys conducted in 2004 and 2008, with an analysis of the content of the Italian press and television. The findings of the research reveal a lack of communication on immigrants as a part of a general framework. The immigrant described by the Italian press - in 2004 and 2008 - is an individual defined on the basis of the country of origin, reduced to a category, the nationality, linked to the world of crime, a figure far from reality and described without complying with the ethical rules of journalism.

La narrazione giornalistica è stata oggetto di numerose indagini in Italia e non solo. Tra queste, Extracom, una ricerca condotta tra il 2002 e il 2004 da molti degli autori di questo libro, volta a rilevare, tra l’altro, le eventuali devianze dai Codici Deontologici rintracciabili nell’informazione sull’immigrazione. I suoi esiti avevano registrato una sostanziale “incapacità” del sistema giornalistico nel dar conto della complessità della società, dei soggetti che la abitano e della realtà culturali che la compongono. Avevano svelato che, in Italia, il difetto di comunicazione sugli immigrati non è un caso a sé, ma si iscrive in un quadro generale di inadeguata rappresentazione delle parti sociali. Avevano rilevato distorsioni frequenti, che spaziano dalla drammatizzazione dell’informazione alla spettacolarizzazione della realtà, dall’inclinazione all’uso di un linguaggio emotivo alla superficialità nella verifica delle fonti, dalla ricerca dell’effetto alla carenza di critica e approfondimento. In ogni caso, l’immigrato descritto dalla stampa italiana nel 2004 era «un individuo definito in primo luogo, quando non esclusivamente, sulla base del Paese di provenienza, ricondotto a una categoria, la nazionalità, in cui l’individualità si perde, collegato indissolubilmente e inevitabilmente al mondo della criminalità. È un uomo la cui esistenza è raccontata in termini puramente descrittivi, senza alcun approfondimento.» (Binotto M., Martino V., 2004, p. 140) Se la ricerca di allora registrava precise distorsioni nella narrazione giornalistica dell’immigrazione, quella di oggi rivela molte conferme e qualche sorpresa. Tra le conferme, la presenza di una devianza diffusa, quasi cristallizzata, nella cronaca in generale e nella narrazione sui migranti in particolare. Tuttavia, l’analisi condotta ieri come oggi non serve tanto a rilevare episodi di malcostume giornalistico, quanto a riflettere sul difficile equilibrio tra principi inalienabili e routine produttive consolidate. In una prospettiva quale quella giornalistica, in cui il limite vale non tanto come barriera, quanto come punto di equilibrio tra dovere di cronaca e tutela degli individui, i livelli di riflessione sono due: uno pratico, che pone un problema di conformità alle norme, e uno ontologico, che riguarda il valore e i valori del buon giornalismo.

Questioni di valore. Il giornalismo sull'immigrazione alla prova della deontologia / Panarese, Paola. - STAMPA. - (2012), pp. 138-150.

Questioni di valore. Il giornalismo sull'immigrazione alla prova della deontologia

PANARESE, Paola
2012

Abstract

The paper aims to detect any deviations from the Journalistic Codes of Conduct in the italian information about immigration. The text is built on the comparison between the results of two surveys conducted in 2004 and 2008, with an analysis of the content of the Italian press and television. The findings of the research reveal a lack of communication on immigrants as a part of a general framework. The immigrant described by the Italian press - in 2004 and 2008 - is an individual defined on the basis of the country of origin, reduced to a category, the nationality, linked to the world of crime, a figure far from reality and described without complying with the ethical rules of journalism.
2012
Gigantografie in nero. Ricerca su sicurezza, immigrazione e asilo nei media italiani
9781471696978
La narrazione giornalistica è stata oggetto di numerose indagini in Italia e non solo. Tra queste, Extracom, una ricerca condotta tra il 2002 e il 2004 da molti degli autori di questo libro, volta a rilevare, tra l’altro, le eventuali devianze dai Codici Deontologici rintracciabili nell’informazione sull’immigrazione. I suoi esiti avevano registrato una sostanziale “incapacità” del sistema giornalistico nel dar conto della complessità della società, dei soggetti che la abitano e della realtà culturali che la compongono. Avevano svelato che, in Italia, il difetto di comunicazione sugli immigrati non è un caso a sé, ma si iscrive in un quadro generale di inadeguata rappresentazione delle parti sociali. Avevano rilevato distorsioni frequenti, che spaziano dalla drammatizzazione dell’informazione alla spettacolarizzazione della realtà, dall’inclinazione all’uso di un linguaggio emotivo alla superficialità nella verifica delle fonti, dalla ricerca dell’effetto alla carenza di critica e approfondimento. In ogni caso, l’immigrato descritto dalla stampa italiana nel 2004 era «un individuo definito in primo luogo, quando non esclusivamente, sulla base del Paese di provenienza, ricondotto a una categoria, la nazionalità, in cui l’individualità si perde, collegato indissolubilmente e inevitabilmente al mondo della criminalità. È un uomo la cui esistenza è raccontata in termini puramente descrittivi, senza alcun approfondimento.» (Binotto M., Martino V., 2004, p. 140) Se la ricerca di allora registrava precise distorsioni nella narrazione giornalistica dell’immigrazione, quella di oggi rivela molte conferme e qualche sorpresa. Tra le conferme, la presenza di una devianza diffusa, quasi cristallizzata, nella cronaca in generale e nella narrazione sui migranti in particolare. Tuttavia, l’analisi condotta ieri come oggi non serve tanto a rilevare episodi di malcostume giornalistico, quanto a riflettere sul difficile equilibrio tra principi inalienabili e routine produttive consolidate. In una prospettiva quale quella giornalistica, in cui il limite vale non tanto come barriera, quanto come punto di equilibrio tra dovere di cronaca e tutela degli individui, i livelli di riflessione sono due: uno pratico, che pone un problema di conformità alle norme, e uno ontologico, che riguarda il valore e i valori del buon giornalismo.
deontologia; giornalismo; immigrazione; valori; morale; ricerca
02 Pubblicazione su volume::02a Capitolo o Articolo
Questioni di valore. Il giornalismo sull'immigrazione alla prova della deontologia / Panarese, Paola. - STAMPA. - (2012), pp. 138-150.
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11573/490715
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