The chapter addresses the term “digital natives”, which has been the basis for the most euphoric interpretations of the relation between young people and digital technology, as well as for the most dystopian perspectives on the same subject. The term is analyzed critically, considering both its theoretical basis and the lack of empirical evidence supporting the idea that so-called natives would share similar, “innate”, skills and competencies related to digital technology. For a better understanding of the relations between young people and digital technology, a stronger focus on digital literacy and digital skills is needed.
La fortunata etichetta 'nativi digitali', almeno nelle sue accentuazioni più enfatiche, è stata il fondamento, negli anni, sia per le descrizioni più euforizzanti del rapporto tra adolescenti e cultura digitale, sia per le visioni più marcatamente pessimistiche. Obiettivo di questo capitolo è effettuare una ricognizione analitica del concetto di 'nativi digitali', ricostruendone le origini (che risalgono almeno alla Dichiarazione di indipendenza del cyberspazio di Barlow, 1996) e analizzandolo criticamente. Ne emergerà che le accentuazioni più enfatiche (quelle che sostengono che i nativi avrebbero delle capacità 'innate' legate all'utilizzo delle tecnologie digitali) hanno scarso fondamento, sia sul piano concettuale, sia sul piano empirico. È evidente che almeno la parte più fortunata delle giovani generazioni ha una capacità operativa nel manipolare le tecnologie che è superiore a quella delle generazioni adulte; tuttavia, anche all'interno delle stesse fasce d'età permangono fortissime disparità rispetto alle competenze di più alto livello, che vanno dalla capacità di gestire grandi quantità di informazioni allo spirito critico necessario per valutare i contenuti reperiti in rete, dalle abilità legate alla creazione di contenuti alla tutela della propria privacy e delle informazioni personali online (dati di ricerca in proposito sono riportati in Jenkins et al, 2009; Tyner, 2010). Inoltre, la ricerca empirica mostra una sostanziale coerenza tra i comportamenti di fruizione dei social media da parte degli adolescenti e dei giovani adulti, una categoria che, a rigore, non è riconducibile all'etichetta 'nativi digitali' (si veda, ad esempio, Pew Internet and American Life Project, 2010). Una lettura superficiale del concetto di nativi, dunque, rischia di farci trascurare le grandi disparità che permangono anche tra i più giovani, non tanto in termini di mero accesso alle tecnologie digitali, quanto soprattutto rispetto alle competenze necessarie per trarre realmente vantaggio dal loro utilizzo (sul piano relazionale, cognitivo, culturale, ecc.). Il concetto di (digital) literacy, ampiamente studiato in ambito internazionale, è ancora marginale nel dibattito italiano. Confrontandosi con la più recente letteratura internazionale in proposito, il capitolo offrirà dunque una riflessione sul concetto di (new) literacies, evidenziandone il ruolo strategico per accompagnare anche i cosiddetti 'nativi' nel processo che li renderà, a pieno titolo, cittadini digitali.
Nativi digitali? Adolescenti, nuove tecnologie e (digital) literacy / Comunello, Francesca. - STAMPA. - (2013).
Nativi digitali? Adolescenti, nuove tecnologie e (digital) literacy
COMUNELLO, FRANCESCA
2013
Abstract
The chapter addresses the term “digital natives”, which has been the basis for the most euphoric interpretations of the relation between young people and digital technology, as well as for the most dystopian perspectives on the same subject. The term is analyzed critically, considering both its theoretical basis and the lack of empirical evidence supporting the idea that so-called natives would share similar, “innate”, skills and competencies related to digital technology. For a better understanding of the relations between young people and digital technology, a stronger focus on digital literacy and digital skills is needed.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.