Il Padiglione Philips all’Expo di Bruxelles del 1958, che fu costruito seguendo la complessa e rigorosa elaborazione geometrica dei gusci sottili autoportanti in forma di paraboloidi iperbolici, studiati da Xenakis come risposta alle esigenze tecniche e acustiche, si identifica ancora oggi con il Poème Électronique che veniva rappresentato al suo interno. Lo spettacolo fu concepito come un’opera multimediale nella quale gli strumenti virtuali erano le luci, gli altoparlanti, le immagini del Poème, le ombre e le espressioni degli spettatori proiettate sulle superfici incurvate, in una sostanziale coincidenza dello spazio con le immagini e con il suono.
Verso un'architettura sonora. IL Poème Électronique / Capanna, Alessandra. - STAMPA. - (2012), pp. 23-34.
Verso un'architettura sonora. IL Poème Électronique
CAPANNA, ALESSANDRA
2012
Abstract
Il Padiglione Philips all’Expo di Bruxelles del 1958, che fu costruito seguendo la complessa e rigorosa elaborazione geometrica dei gusci sottili autoportanti in forma di paraboloidi iperbolici, studiati da Xenakis come risposta alle esigenze tecniche e acustiche, si identifica ancora oggi con il Poème Électronique che veniva rappresentato al suo interno. Lo spettacolo fu concepito come un’opera multimediale nella quale gli strumenti virtuali erano le luci, gli altoparlanti, le immagini del Poème, le ombre e le espressioni degli spettatori proiettate sulle superfici incurvate, in una sostanziale coincidenza dello spazio con le immagini e con il suono.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.