Il lavoro in fabbrica, così come il rapporto tra fabbrica e città, ha condizionato la vita di milioni di persone strutturando i processi di costruzione del territorio, le dinamiche politiche e sociali, la qualità della vita. Questo insieme di relazioni, che dal lavoro si traducono in processi di territorialità, ha subito nel corso del tempo modiche sostanziali. Dalla pionieristica fase del paternalismo ottocentesco, in cui il rapporto fabbrica, città, operai si inscriveva nella stessa organizzazione sociale del lavoro, alle riconfigurazioni dei manufatti industriali per uno sviluppo culture-centered che condiziona l’organizzazione spaziale ed economica di intere città o di porzioni di essa, allo sviluppo attuale di nuove forme di consumo culturale come il turismo industriale e i musei del lavoro. Il riutilizzo delle dismissioni industriali viene visto infatti, ormai da qualche anno, come un’occasione per intervenire sul tessuto urbano per rispondere alle nuove esigenze di salvaguardia ambientale e ripensare il territorio in prospettiva sostenibile. La ricostruzione delle complesse vicende storico-geografiche di questi meccanismi, e l’esplorazione delle persistenze e delle modificazioni rispetto alla realtà attuale, permette di riflettere criticamente sulle pratiche politiche e sociali delle trasformazioni territoriali in atto.
Dal lavoro in fabbrica al turismo industriale. Itinerari di ricerca geografica tra società e territorio / Maggioli, Marco. - STAMPA. - (2012), pp. 1-160.
Dal lavoro in fabbrica al turismo industriale. Itinerari di ricerca geografica tra società e territorio
MAGGIOLI, Marco
2012
Abstract
Il lavoro in fabbrica, così come il rapporto tra fabbrica e città, ha condizionato la vita di milioni di persone strutturando i processi di costruzione del territorio, le dinamiche politiche e sociali, la qualità della vita. Questo insieme di relazioni, che dal lavoro si traducono in processi di territorialità, ha subito nel corso del tempo modiche sostanziali. Dalla pionieristica fase del paternalismo ottocentesco, in cui il rapporto fabbrica, città, operai si inscriveva nella stessa organizzazione sociale del lavoro, alle riconfigurazioni dei manufatti industriali per uno sviluppo culture-centered che condiziona l’organizzazione spaziale ed economica di intere città o di porzioni di essa, allo sviluppo attuale di nuove forme di consumo culturale come il turismo industriale e i musei del lavoro. Il riutilizzo delle dismissioni industriali viene visto infatti, ormai da qualche anno, come un’occasione per intervenire sul tessuto urbano per rispondere alle nuove esigenze di salvaguardia ambientale e ripensare il territorio in prospettiva sostenibile. La ricostruzione delle complesse vicende storico-geografiche di questi meccanismi, e l’esplorazione delle persistenze e delle modificazioni rispetto alla realtà attuale, permette di riflettere criticamente sulle pratiche politiche e sociali delle trasformazioni territoriali in atto.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.