Exponent of Central European culture, a great interpreter of Marx and fierce opponent of Keynesian economic theory, Joseph Alois Schumpeter moves with absolute originality in economics, sociology, economic history and political science. His fame is linked to the definition of the theory of innovation, entrepreneur, credit and the consequent analysis about the fate of capitalism, whose cyclical economic fluctuations do not appear at all accidental, but its specific mode of production. A supporter of a thought that arises, like the theories of Veblen and Sombart, on a similar line of critical remarks to the industrial society, Schumpeter's work for a long time a "theory of economic development" and the analysis of economic phenomena but always tending to the need to "look after these things," as part of a wider operation involving the consideration at the same time, problems of historical, statistical and history of economic thought. Schumpeter a specific role and "progressive" capitalism as the only system capable of stimulating a particular dynamic forces of invention and innovation. Capitalism is an evolutionary process, never stationary, marked by a trend exemplified by the brilliant metaphor of "creative destruction." Probably the largest contribution comes from Schumpeter's economic theory is to put the spotlight on innovation as a key factor in the change. Beyond knowledge, are the creative forces of invention and innovation, and the only real sources of value, the forces of change. And the creative act properly, the invention is expressly conceived by Schumpeter as something external to the field investigation of its economy. Similarly, the Schumpeterian entrepreneur, irreducible to capitalist or manager, it is an external figure to budget. Undoubtedly Schumpeter joins, in fact, Veblen and Sombart interests to include economic phenomena in a broader social context. The specific value of his analysis is to recognize that, in order to explain the problem of change, the real economic situations should be considered only as the social economy, that is, only by breaking down the model of homo economicus and reintroducing all the elements of non- -statement.

Esponente della cultura mitteleuropea, grande interprete di Marx e fiero avversario della teoria economica keynesiana, Joseph Alois Schumpeter si muove con assoluta originalità tra scienza economica, sociologia, storia economica e scienza politica. La sua fama è legata alla definizione della teoria dell’innovazione, dell’imprenditore, del credito e alla conseguente analisi circa le sorti del capitalismo, le cui fluttuazioni economiche cicliche non appaiono affatto accidentali, ma specifiche del suo modo di produzione. Fautore di un pensiero che si pone, al pari delle teorie di Veblen e di Sombart, su un’analoga linea di osservazioni critiche rivolte alla società industriale, Schumpeter lavora a lungo a una “teoria dello sviluppo economico” e all’analisi di fenomeni congiunturali, ma tendendo sempre presente la necessità di “guardare dietro queste cose”, nell’ambito di un’operazione più ampia che implichi la considerazione, al tempo stesso, di problemi storici, statistici e di storia del pensiero economico. Schumpeter attribuisce un ruolo specifico e “progressista” al capitalismo, in quanto unico sistema capace di stimolare una particolare dinamica delle forze dell’invenzione e dell’innovazione. Il capitalismo è un processo evolutivo, mai stazionario, segnato da una dinamica esemplificata dalla brillante metafora della “distruzione creatrice”. Probabilmente l’apporto maggiore fornito da Schumpeter alla teoria economica consiste nel mettere in primo piano l’innovazione come fattore essenziale del mutamento. Al di là della conoscenza, sono la creatività, le forze dell’invenzione e dell’innovazione, le sole e vere fonti del valore, le forze del cambiamento. E l’atto propriamente creativo, l’invenzione, è espressamente concepito da Schumpeter come qualcosa di esterno al campo di investigazione proprio dell’economia. Allo stesso modo, l’imprenditore schumpeteriano, irriducibile al capitalista o al manager, è una figura esterna all’economico. Indubbiamente Schumpeter si affianca, infatti, a Veblen e a Sombart nell’interesse a inserire i fenomeni economici in un più ampio contesto sociale. Il valore specifico della sua analisi consiste nel riconoscere che, al fine di spiegare il problema del mutamento, le situazioni economiche reali vanno esaminate solo a partire dall’economia sociale, cioè solo abbattendo i modelli dell’homo oeconomicus e reintroducendo tutti gli elementi del non-economico.

"Distruzione creatrice”, innovazione, crisi. La parabola del capitalismo in Joseph A. Schumpeter / Antonini, Erica. - STAMPA. - (2006), pp. 99-114.

"Distruzione creatrice”, innovazione, crisi. La parabola del capitalismo in Joseph A. Schumpeter

ANTONINI, Erica
2006

Abstract

Exponent of Central European culture, a great interpreter of Marx and fierce opponent of Keynesian economic theory, Joseph Alois Schumpeter moves with absolute originality in economics, sociology, economic history and political science. His fame is linked to the definition of the theory of innovation, entrepreneur, credit and the consequent analysis about the fate of capitalism, whose cyclical economic fluctuations do not appear at all accidental, but its specific mode of production. A supporter of a thought that arises, like the theories of Veblen and Sombart, on a similar line of critical remarks to the industrial society, Schumpeter's work for a long time a "theory of economic development" and the analysis of economic phenomena but always tending to the need to "look after these things," as part of a wider operation involving the consideration at the same time, problems of historical, statistical and history of economic thought. Schumpeter a specific role and "progressive" capitalism as the only system capable of stimulating a particular dynamic forces of invention and innovation. Capitalism is an evolutionary process, never stationary, marked by a trend exemplified by the brilliant metaphor of "creative destruction." Probably the largest contribution comes from Schumpeter's economic theory is to put the spotlight on innovation as a key factor in the change. Beyond knowledge, are the creative forces of invention and innovation, and the only real sources of value, the forces of change. And the creative act properly, the invention is expressly conceived by Schumpeter as something external to the field investigation of its economy. Similarly, the Schumpeterian entrepreneur, irreducible to capitalist or manager, it is an external figure to budget. Undoubtedly Schumpeter joins, in fact, Veblen and Sombart interests to include economic phenomena in a broader social context. The specific value of his analysis is to recognize that, in order to explain the problem of change, the real economic situations should be considered only as the social economy, that is, only by breaking down the model of homo economicus and reintroducing all the elements of non- -statement.
2006
Testimonianze sul capitalismo
9788878701366
Esponente della cultura mitteleuropea, grande interprete di Marx e fiero avversario della teoria economica keynesiana, Joseph Alois Schumpeter si muove con assoluta originalità tra scienza economica, sociologia, storia economica e scienza politica. La sua fama è legata alla definizione della teoria dell’innovazione, dell’imprenditore, del credito e alla conseguente analisi circa le sorti del capitalismo, le cui fluttuazioni economiche cicliche non appaiono affatto accidentali, ma specifiche del suo modo di produzione. Fautore di un pensiero che si pone, al pari delle teorie di Veblen e di Sombart, su un’analoga linea di osservazioni critiche rivolte alla società industriale, Schumpeter lavora a lungo a una “teoria dello sviluppo economico” e all’analisi di fenomeni congiunturali, ma tendendo sempre presente la necessità di “guardare dietro queste cose”, nell’ambito di un’operazione più ampia che implichi la considerazione, al tempo stesso, di problemi storici, statistici e di storia del pensiero economico. Schumpeter attribuisce un ruolo specifico e “progressista” al capitalismo, in quanto unico sistema capace di stimolare una particolare dinamica delle forze dell’invenzione e dell’innovazione. Il capitalismo è un processo evolutivo, mai stazionario, segnato da una dinamica esemplificata dalla brillante metafora della “distruzione creatrice”. Probabilmente l’apporto maggiore fornito da Schumpeter alla teoria economica consiste nel mettere in primo piano l’innovazione come fattore essenziale del mutamento. Al di là della conoscenza, sono la creatività, le forze dell’invenzione e dell’innovazione, le sole e vere fonti del valore, le forze del cambiamento. E l’atto propriamente creativo, l’invenzione, è espressamente concepito da Schumpeter come qualcosa di esterno al campo di investigazione proprio dell’economia. Allo stesso modo, l’imprenditore schumpeteriano, irriducibile al capitalista o al manager, è una figura esterna all’economico. Indubbiamente Schumpeter si affianca, infatti, a Veblen e a Sombart nell’interesse a inserire i fenomeni economici in un più ampio contesto sociale. Il valore specifico della sua analisi consiste nel riconoscere che, al fine di spiegare il problema del mutamento, le situazioni economiche reali vanno esaminate solo a partire dall’economia sociale, cioè solo abbattendo i modelli dell’homo oeconomicus e reintroducendo tutti gli elementi del non-economico.
Capitalismo; innovazione; Democrazia
02 Pubblicazione su volume::02a Capitolo o Articolo
"Distruzione creatrice”, innovazione, crisi. La parabola del capitalismo in Joseph A. Schumpeter / Antonini, Erica. - STAMPA. - (2006), pp. 99-114.
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