Il saggio illustra, sulla base di una ricerca empirica, le modalità di insediamento, i caratteri socio-demografici, i percorsi di mobilità territoriale, l'organizzazione sociale e i modelli culturali delle popolazioni rom presenti negli insediamenti del Comune di Roma nel 2008. La rappresentazione sociale del popolo rom come nomade e l'assenza di un territorio cui ancorare la loro origine e la loro presenza, hanno contribuito a strutturare un'immagine di popolo non conforme e minaccioso, che ha inciso sulle politiche di accoglienza delle popolazioni rom profughe dall'Europa dell'Est (ex Jugoslavia e Romania). Sono stati realizzati, per l'accoglienza, "campi nomadi", in gran parte lontani dal contesto urbano, caratterizzati da isolamento relazionale e umano, con condizioni di marginalità abitativa e deprivazione economica. La realtà di esclusione delle popolazioni romanes , conseguente all'adozione di politiche emergenziali e securitarie, ha aggravato il pregiudizio e la diffidenza verso il popolo rom, contribuendo a rafforzare l'immagine di una sua non conformità e devianza. La costruzione e le gravi condizioni di deprivazione dei "campi nomadi" hanno determinato inoltre ripetuti richiami delle istituzioni europee all'Italia, definita "campland", al rispetto dei diritti umani (abitazione, lavoro, salute, Istruzione). Il saggio analizza le criticità del sistema di accoglienza delle popolazioni rom, prefigurando un percorso di graduale inclusione all'interno del sistema di relazioni della società in cui si inseriscono, nel rispetto dei diritti umani e in armonia con quanto previsto dalle normative europee.
Romanes a Roma: rappresentazioni e esclusione / Cipollini, Roberta. - STAMPA. - (2014), pp. 193-208.
Romanes a Roma: rappresentazioni e esclusione
CIPOLLINI, Roberta
2014
Abstract
Il saggio illustra, sulla base di una ricerca empirica, le modalità di insediamento, i caratteri socio-demografici, i percorsi di mobilità territoriale, l'organizzazione sociale e i modelli culturali delle popolazioni rom presenti negli insediamenti del Comune di Roma nel 2008. La rappresentazione sociale del popolo rom come nomade e l'assenza di un territorio cui ancorare la loro origine e la loro presenza, hanno contribuito a strutturare un'immagine di popolo non conforme e minaccioso, che ha inciso sulle politiche di accoglienza delle popolazioni rom profughe dall'Europa dell'Est (ex Jugoslavia e Romania). Sono stati realizzati, per l'accoglienza, "campi nomadi", in gran parte lontani dal contesto urbano, caratterizzati da isolamento relazionale e umano, con condizioni di marginalità abitativa e deprivazione economica. La realtà di esclusione delle popolazioni romanes , conseguente all'adozione di politiche emergenziali e securitarie, ha aggravato il pregiudizio e la diffidenza verso il popolo rom, contribuendo a rafforzare l'immagine di una sua non conformità e devianza. La costruzione e le gravi condizioni di deprivazione dei "campi nomadi" hanno determinato inoltre ripetuti richiami delle istituzioni europee all'Italia, definita "campland", al rispetto dei diritti umani (abitazione, lavoro, salute, Istruzione). Il saggio analizza le criticità del sistema di accoglienza delle popolazioni rom, prefigurando un percorso di graduale inclusione all'interno del sistema di relazioni della società in cui si inseriscono, nel rispetto dei diritti umani e in armonia con quanto previsto dalle normative europee.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.