Il libro riporta i risultati di un’indagine ambientale sulle diossine e furani nella Regione Campania condotta da APAT (Agenzia per la Protezione dell’Ambiente e per i servizi Tecnici), oggi ISPRA (Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale), a seguito di una convenzione stipulata nel 2003 con il Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio. L’indagine ha avuto come obiettivo l’analisi e il monitoraggio del territorio campano relativamente al problema "emergenza diossina", nonché l’avvio dei primi interventi di messa in sicurezza e bonifica dei terreni inquinati. Il Cap.9, in particolare, illustra i risultati del trattamento dei dati dei suoli e dei sedimenti della prima campagna, discussi e completati in base ai dati dei suoli della seconda. Emerge che è stato possibile distinguere una contaminazione diffusa, caratterizzata da una concentrazione mediamente bassa, abbondantemente al di sotto dei limiti normativi, e dotata di buona correlazione spaziale, da una contaminazione locale, sovrapposta alla prima, capace di raggiunge livelli di concentrazione al di sopra dei suddetti limiti. La contaminazione diffusa, derivante in massima parte da apporto atmosferico, non si presenta spazialmente omogenea ma determina una differenziazione del territorio in tre parti, caratterizzate da concentrazioni medie diverse. Quelle più alte si riscontrano nelle zone a maggior tasso di urbanizzazione. La contaminazione locale invece è in parte dovuta alle emissioni di impianti industriali attive e pregresse e, quando le concentrazioni sono alte, è riconoscibile dagli spettri di contaminazione dei campioni. Altra sorgente di contaminazione locale è costituita dalla combustione di rifiuti abbandonati. Questo tipo di contaminazione è difficilmente riconoscibile dagli spettri poiché questi presentano, con qualche eccezione, lo stesso andamento di quelli della contaminazione diffusa, mentre le concentrazioni sono mediamente più elevate e molto più variabili spazialmente. La combustione di rifiuti abbandonati, attraverso la mediazione atmosferica, è anche considerevole fonte di contaminazione diffusa data l’abbondante presenza di tale fenomeno nel territorio. L’analisi dei dati ha anche consentito di determinare delle soglie di concentrazione, che sono state chiamate "di attenzione", in base alle quali poter distinguere, in ciascuna delle tre zone, una contaminazione da sorgente puntuale da quella legata a carico atmosferico diffuso.
CAPITOLO 9 - ANALISI SPAZIALE E MODELLISTICA DEI DATI DI SUOLO E SEDIMENTI / Raspa, Giuseppe; A., Di Guardo. - STAMPA. - 1/2012(2012), pp. 289-332.
CAPITOLO 9 - ANALISI SPAZIALE E MODELLISTICA DEI DATI DI SUOLO E SEDIMENTI
RASPA, Giuseppe;
2012
Abstract
Il libro riporta i risultati di un’indagine ambientale sulle diossine e furani nella Regione Campania condotta da APAT (Agenzia per la Protezione dell’Ambiente e per i servizi Tecnici), oggi ISPRA (Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale), a seguito di una convenzione stipulata nel 2003 con il Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio. L’indagine ha avuto come obiettivo l’analisi e il monitoraggio del territorio campano relativamente al problema "emergenza diossina", nonché l’avvio dei primi interventi di messa in sicurezza e bonifica dei terreni inquinati. Il Cap.9, in particolare, illustra i risultati del trattamento dei dati dei suoli e dei sedimenti della prima campagna, discussi e completati in base ai dati dei suoli della seconda. Emerge che è stato possibile distinguere una contaminazione diffusa, caratterizzata da una concentrazione mediamente bassa, abbondantemente al di sotto dei limiti normativi, e dotata di buona correlazione spaziale, da una contaminazione locale, sovrapposta alla prima, capace di raggiunge livelli di concentrazione al di sopra dei suddetti limiti. La contaminazione diffusa, derivante in massima parte da apporto atmosferico, non si presenta spazialmente omogenea ma determina una differenziazione del territorio in tre parti, caratterizzate da concentrazioni medie diverse. Quelle più alte si riscontrano nelle zone a maggior tasso di urbanizzazione. La contaminazione locale invece è in parte dovuta alle emissioni di impianti industriali attive e pregresse e, quando le concentrazioni sono alte, è riconoscibile dagli spettri di contaminazione dei campioni. Altra sorgente di contaminazione locale è costituita dalla combustione di rifiuti abbandonati. Questo tipo di contaminazione è difficilmente riconoscibile dagli spettri poiché questi presentano, con qualche eccezione, lo stesso andamento di quelli della contaminazione diffusa, mentre le concentrazioni sono mediamente più elevate e molto più variabili spazialmente. La combustione di rifiuti abbandonati, attraverso la mediazione atmosferica, è anche considerevole fonte di contaminazione diffusa data l’abbondante presenza di tale fenomeno nel territorio. L’analisi dei dati ha anche consentito di determinare delle soglie di concentrazione, che sono state chiamate "di attenzione", in base alle quali poter distinguere, in ciascuna delle tre zone, una contaminazione da sorgente puntuale da quella legata a carico atmosferico diffuso.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.