La recente individuazione dell'esatta localizzazione delle cave di Lucoli, ha permesso di fare alcune riflessioni sulla disponibilità, la riconoscibilità e l'uso di questo materiale. Il comune di Lucoli è abbastanza esteso ed è composto da molti nuclei abitati distribuiti su entrambi i versanti del torrente Rio. La cava principale si trova alle pendici del monte Cefalone, mentre meno documentata è l'altra, presente all'interno del Comune, che si trova tra le frazioni di Santa Croce e del Peschiolo, in località Croce-Prata. Il riconoscimento di quest’ultima è stato possibile grazie alla presenza dei resti di una cava a fossa lungo la strada sterrata che conduce a Santa Croce. Se è possibile, grazie a documenti d’archivio, fissare tra la fine del Settecento e i primi decenni dell'Ottocento l'abbandono delle cave, l'inizio delle operazioni estrattive è incerto. È probabile che l'attività sia stata intensa, seppure limitata dalle modeste dimensioni del giacimento, a partire dagli anni immediatamente successivi al terremoto del 1703, un'epoca in cui furono avviati, per circa trent'anni, numerosi cantieri religiosi, proprio quelli, cioè, in cui si fece uso di questo materiale. Gli anni immediatamente precedenti il 1760, ma successivi alla salita al trono di Carlo III di Borbone (1734), che rappresentarono una stasi per l'edilizia aquilana, probabilmente non influirono sull'attività estrattiva lucolana, dato che le chiese, appena terminate, potevano avere ancora bisogno di apparati decorativi, anche legati alla costruzione di altari e cappelle con committenze privata. La pietra di Lucoli è stata molto utilizzata nelle vicinanze delle cave, all’interno del territorio comunale. Altari e balaustrate, realizzate con questo materiale, si rinvengono in gran parte delle numerose chiese e cappelle distribuite nelle diverse frazioni. Il suo uso è frequente anche nell’architettura aquilana seicentesca, precedente il grande terremoto del 1703, e in quella settecentesca, ricollegabile alla grandiosa opera di ricostruzione post-sismica.

Le cave di Lucoli / Mancini, Rossana. - STAMPA. - (2012), pp. 99-109.

Le cave di Lucoli

MANCINI, Rossana
2012

Abstract

La recente individuazione dell'esatta localizzazione delle cave di Lucoli, ha permesso di fare alcune riflessioni sulla disponibilità, la riconoscibilità e l'uso di questo materiale. Il comune di Lucoli è abbastanza esteso ed è composto da molti nuclei abitati distribuiti su entrambi i versanti del torrente Rio. La cava principale si trova alle pendici del monte Cefalone, mentre meno documentata è l'altra, presente all'interno del Comune, che si trova tra le frazioni di Santa Croce e del Peschiolo, in località Croce-Prata. Il riconoscimento di quest’ultima è stato possibile grazie alla presenza dei resti di una cava a fossa lungo la strada sterrata che conduce a Santa Croce. Se è possibile, grazie a documenti d’archivio, fissare tra la fine del Settecento e i primi decenni dell'Ottocento l'abbandono delle cave, l'inizio delle operazioni estrattive è incerto. È probabile che l'attività sia stata intensa, seppure limitata dalle modeste dimensioni del giacimento, a partire dagli anni immediatamente successivi al terremoto del 1703, un'epoca in cui furono avviati, per circa trent'anni, numerosi cantieri religiosi, proprio quelli, cioè, in cui si fece uso di questo materiale. Gli anni immediatamente precedenti il 1760, ma successivi alla salita al trono di Carlo III di Borbone (1734), che rappresentarono una stasi per l'edilizia aquilana, probabilmente non influirono sull'attività estrattiva lucolana, dato che le chiese, appena terminate, potevano avere ancora bisogno di apparati decorativi, anche legati alla costruzione di altari e cappelle con committenze privata. La pietra di Lucoli è stata molto utilizzata nelle vicinanze delle cave, all’interno del territorio comunale. Altari e balaustrate, realizzate con questo materiale, si rinvengono in gran parte delle numerose chiese e cappelle distribuite nelle diverse frazioni. Il suo uso è frequente anche nell’architettura aquilana seicentesca, precedente il grande terremoto del 1703, e in quella settecentesca, ricollegabile alla grandiosa opera di ricostruzione post-sismica.
2012
Le pietre aquilane. Processi di approvvigionamento della pietra e sue forme di lavorazione nell'architettura storica
9788895064918
architettura; restauro; tecnologie costruttive degli edifici storici
02 Pubblicazione su volume::02a Capitolo o Articolo
Le cave di Lucoli / Mancini, Rossana. - STAMPA. - (2012), pp. 99-109.
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