Nel territorio di Paganica risultavano presenti, nel 1560, due cave di pietra: quella di San Gregorio e quella di Vannirola. La loro esistenza risulta dai manoscritti dell’Antinori, il quale riferisce che queste cave vennero date in affitto dall'Università di Paganica, a beneficio comunitario. Un accordo del 1711, fra i Massari dell'Università di Paganica e la famiglia Alfieri, riguarda l'utilizzo delle pietre di Paganica per la ricostruzione del proprio palazzo, a L’Aquila, distrutto dal terremoto del 1703. In questo documento si indicano la cava “vicino la Madonna di San Gregorio” e dunque nei pressi del cimitero attuale, e “l’altra più sotto”. Una cava di media dimensione (San Gregorio 1) è stata occultata dalla costruzione delle residenze Provvisorie, realizzate a seguito del sisma del 2009. Un'altra è situata all'interno di una proprietà privata (San Gregorio 2). Se ne traggono ancora rari blocchi di limitate dimensioni. Anche le pendici del monte Pagliaccio, e nord di San Gregorio, sono ricche di escavazioni a fossa. Dipendente da Paganica era anche il castello di Pescomaggiore. Il toponimo è composto da Peschio (macigno) e dall'aggettivo maggiore. Di fronte all'abitato si trova la località carecàra, che richiama la presenza di una cava di materiale calcareo e forse anche di una calcara. A Pescomaggiore è ancora attiva, seppure in via di esaurimento, una cava di pietra. Numerose altre aree estrattive sono presenti nei pressi della stazione di Fossa.
Le cave di Paganica / Mancini, Rossana. - STAMPA. - (2012), pp. 94-96.
Le cave di Paganica
MANCINI, Rossana
2012
Abstract
Nel territorio di Paganica risultavano presenti, nel 1560, due cave di pietra: quella di San Gregorio e quella di Vannirola. La loro esistenza risulta dai manoscritti dell’Antinori, il quale riferisce che queste cave vennero date in affitto dall'Università di Paganica, a beneficio comunitario. Un accordo del 1711, fra i Massari dell'Università di Paganica e la famiglia Alfieri, riguarda l'utilizzo delle pietre di Paganica per la ricostruzione del proprio palazzo, a L’Aquila, distrutto dal terremoto del 1703. In questo documento si indicano la cava “vicino la Madonna di San Gregorio” e dunque nei pressi del cimitero attuale, e “l’altra più sotto”. Una cava di media dimensione (San Gregorio 1) è stata occultata dalla costruzione delle residenze Provvisorie, realizzate a seguito del sisma del 2009. Un'altra è situata all'interno di una proprietà privata (San Gregorio 2). Se ne traggono ancora rari blocchi di limitate dimensioni. Anche le pendici del monte Pagliaccio, e nord di San Gregorio, sono ricche di escavazioni a fossa. Dipendente da Paganica era anche il castello di Pescomaggiore. Il toponimo è composto da Peschio (macigno) e dall'aggettivo maggiore. Di fronte all'abitato si trova la località carecàra, che richiama la presenza di una cava di materiale calcareo e forse anche di una calcara. A Pescomaggiore è ancora attiva, seppure in via di esaurimento, una cava di pietra. Numerose altre aree estrattive sono presenti nei pressi della stazione di Fossa.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.