La Conca aquilana: inquadramento storico territoriale Il contributo indaga la Conca aquilana delineandone le modifiche prevalenti cui essa è stata soggetta, da un punto di vista storico territoriale, dall’età romana sino al XIX secolo. Se ne ricostruiscono le principali vicende storiche e le conseguenti variazioni nell’assetto dell’area per ciò che riguarda prevalentemente i centri abitati e le vie di comunicazione interne all’area e le vie di accesso al territorio dall’esterno (nel medioevo si svilupparono due assi principali, uno trasversale, che attraversando la valle dell'Aterno si dirigeva verso Teramo, l'altro, longitudinale, che, da Civita Tomassa, ripercorreva un tratto della romana Claudia Nova costeggiando il fiume Aterno). Già in età longobardo-franca (569-887), esisteva una via dorsale appenninica di una certa importanza, che collegava le capitali ducali di Spoleto e Benevento. L’unificazione monarchica, realizzata dai Normanni, creò un clima politico favorevole a farne, un asse importante di collegamento per il mezzogiorno d'Italia. Si dovettero attendere l’età sveva, quella angioina e poi quella aragonese perché questo asse divenisse strategico per l'intera penisola. Dal quadro di sviluppo della viabilità dell'area, così come delineatosi, risulta evidente la presenza, grazie alla via Claudia Nova, di possibilità di collegamenti con Roma sin dall'epoca antica, mentre più problematici possono essere stati, almeno fino alla costituzione della via degli Abruzzi, i rapporti con i territori a settentrione, verso Amatrice. I percorsi verso la Marsica e, in generale, verso il sud, seppur modificati dopo la ricostruzione del castello di Celano (circa 1392) e la decadenza di Alba Fucens, rimasero in uso sin dall'epoca romana. I catasti ottocenteschi mostrano come la viabilità nella Conca fosse rimasta pressoché inalterata fino ad allora. Nel XIX secolo, infatti, i collegamenti con Roma restarono attivi e importanti e l'asse longitudinale di collegamento fra la valle dell'Aterno e la Marsica rimane in uso, così come i percorsi locali a servizio dell'agricoltura e della pastorizia. Per ciò che riguarda la distribuzione dei centri abitati nel territorio, dopo la fase altomedievale, la situazione rimase invariata e neanche la nascita della nuova città dell'Aquila provocò rilevanti cambiamenti territoriali, limitandosi, di fatto, ad influire prevalentemente sotto gli aspetti amministrativi e fiscali. Il quadro che è possibile delineare configura un'area al centro di notevoli scambi, economici e culturali, resi possibili anche grazie alle diverse vie di transito che, nelle varie epoche, l'hanno attraversata ma che, per ragioni prevalentemente geografiche, dovette essere comunque di difficile raggiungimento per i mezzi che trasportavano materiali pesanti, divenendo, invece, al centro di commerci e traffici di merci 'leggere' come la lana e i tessuti. Ciò trova conferma nel fatto che i materiali per la costruzione degli edifici aquilani provennero, principalmente, da cave presenti in un'area che coincide con il Contado aquilano, almeno nei suoi confini cinquecenteschi. Solo in casi particolari alcuni elementi lapidei di pregio, di limitate dimensioni, furono trasportati da cave più lontane.

La Conca Aquilana: inquadramento storico territoriale / Mancini, Rossana. - STAMPA. - (2012), pp. 14-18.

La Conca Aquilana: inquadramento storico territoriale

MANCINI, Rossana
2012

Abstract

La Conca aquilana: inquadramento storico territoriale Il contributo indaga la Conca aquilana delineandone le modifiche prevalenti cui essa è stata soggetta, da un punto di vista storico territoriale, dall’età romana sino al XIX secolo. Se ne ricostruiscono le principali vicende storiche e le conseguenti variazioni nell’assetto dell’area per ciò che riguarda prevalentemente i centri abitati e le vie di comunicazione interne all’area e le vie di accesso al territorio dall’esterno (nel medioevo si svilupparono due assi principali, uno trasversale, che attraversando la valle dell'Aterno si dirigeva verso Teramo, l'altro, longitudinale, che, da Civita Tomassa, ripercorreva un tratto della romana Claudia Nova costeggiando il fiume Aterno). Già in età longobardo-franca (569-887), esisteva una via dorsale appenninica di una certa importanza, che collegava le capitali ducali di Spoleto e Benevento. L’unificazione monarchica, realizzata dai Normanni, creò un clima politico favorevole a farne, un asse importante di collegamento per il mezzogiorno d'Italia. Si dovettero attendere l’età sveva, quella angioina e poi quella aragonese perché questo asse divenisse strategico per l'intera penisola. Dal quadro di sviluppo della viabilità dell'area, così come delineatosi, risulta evidente la presenza, grazie alla via Claudia Nova, di possibilità di collegamenti con Roma sin dall'epoca antica, mentre più problematici possono essere stati, almeno fino alla costituzione della via degli Abruzzi, i rapporti con i territori a settentrione, verso Amatrice. I percorsi verso la Marsica e, in generale, verso il sud, seppur modificati dopo la ricostruzione del castello di Celano (circa 1392) e la decadenza di Alba Fucens, rimasero in uso sin dall'epoca romana. I catasti ottocenteschi mostrano come la viabilità nella Conca fosse rimasta pressoché inalterata fino ad allora. Nel XIX secolo, infatti, i collegamenti con Roma restarono attivi e importanti e l'asse longitudinale di collegamento fra la valle dell'Aterno e la Marsica rimane in uso, così come i percorsi locali a servizio dell'agricoltura e della pastorizia. Per ciò che riguarda la distribuzione dei centri abitati nel territorio, dopo la fase altomedievale, la situazione rimase invariata e neanche la nascita della nuova città dell'Aquila provocò rilevanti cambiamenti territoriali, limitandosi, di fatto, ad influire prevalentemente sotto gli aspetti amministrativi e fiscali. Il quadro che è possibile delineare configura un'area al centro di notevoli scambi, economici e culturali, resi possibili anche grazie alle diverse vie di transito che, nelle varie epoche, l'hanno attraversata ma che, per ragioni prevalentemente geografiche, dovette essere comunque di difficile raggiungimento per i mezzi che trasportavano materiali pesanti, divenendo, invece, al centro di commerci e traffici di merci 'leggere' come la lana e i tessuti. Ciò trova conferma nel fatto che i materiali per la costruzione degli edifici aquilani provennero, principalmente, da cave presenti in un'area che coincide con il Contado aquilano, almeno nei suoi confini cinquecenteschi. Solo in casi particolari alcuni elementi lapidei di pregio, di limitate dimensioni, furono trasportati da cave più lontane.
2012
Le pietre aquilane. Processi di approvvigionamento della pietra e sue forme di lavorazione nell'architettura storica
9788895064918
Architettura; tecniche costruttive storiche; restauro
02 Pubblicazione su volume::02a Capitolo o Articolo
La Conca Aquilana: inquadramento storico territoriale / Mancini, Rossana. - STAMPA. - (2012), pp. 14-18.
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