The society in which we live - called "information society" - is characterized by a social order founded on the use and production of information and communications technologies. In this scenario, the possibility to have access to experiences and cultural resources, as well as to networks that disseminate them, acquires the same significance as owning intangibles goods. Therefore, governments should grant everyone the right of access to those networks through which individuals interact, communicate, perform economic activities and produce culture. There is indeed a close relationship between access to mass media, pluralism of ideas, freedom of expression and, ultimately, democracy. The active and conscious participation of citizens in the political, social and economic life of their countries necessarily presupposes the availability for each individual of a comprehensive, truthful, reliable and pluralistic range of information. Legal rules examined and commented in this book refer to this fundamental principle: those rules protecting the individual right to privacy and reputation, thus placing some limits on the exercise of the freedom of the press and on the processing of personal data via communications networks; those protecting the common interest to an efficient administration of justice and to the securityof the State, by placing the same set of limitations; those guiding the journalistic profession, so that citizens may receive information being as complete, reliable and truthful as possible; those that, in the name of the pluralism of information, are aimed at limiting the formation of trusts and dominant positions in the mass media field or at ruling the concession of State aid to media enterprises; those defining the role and the peculiarity of the public broadcasting services in comparison to those of private broadcasters; those that allowed a concrete exercise of the liberty of communication by a progressive liberalisation of the electronic communications, comprising the access to new technologies within the definition of universal service; those instituting independent authorities trying to balance public and private interests in the information field; those regulating the contents disseminated by the mass media, thus protecting users' and consumers' rights; finally, those regulating the political communication by focusing on the value of par condicio.

La società in cui viviamo – definita “società dell’informazione” – è caratterizzata da un assetto sociale e produttivo fondato sull’uso delle tecnologie dell’informazione e della comunicazione. In questo scenario, la garanzia di accesso alle esperienze e risorse culturali, nonché alle reti che le diffondono, acquisisce una rilevanza analoga a quella della proprietà dei beni immateriali. Il ruolo dei poteri pubblici, dunque, dovrebbe essere quello di garantire a ciascuno il diritto di accedere alle reti attraverso cui gli individui interagiscono, comunicano, svolgono attività economiche e producono cultura. Vi è infatti una relazione molto stretta fra accesso ai mezzi di comunicazione di massa, pluralismo delle idee, libertà di espressione e, in ultima analisi, democrazia. La partecipazione attiva e consapevole dei cittadini alla vita politica, sociale ed economica dello stato presuppone necessariamente la possibilità per ciascuno di accedere ad informazioni complete, veritiere, attendibili e riferibili ad una pluralità di punti di vista. È a questo principio fondamentale che fanno riferimento le norme giuridiche che in questo libro vengono esaminate e commentate: quelle che proteggono il diritto individuale all’intangibilità della propria sfera privata e della propria reputazione, ponendo così alcuni limiti all’esercizio del diritto di cronaca e al trattamento dei dati personali attraverso le reti di comunicazione; quelle che, ponendo analoghi limiti, proteggono l’interesse collettivo ad una efficiente amministrazione della giustizia e alla sicurezza del nostro stato; quelle che orientano la professione giornalistica, affinché l’informazione offerta ai cittadini sia quanto più possibile completa, attendibile, veritiera; quelle che, in nome del pluralismo informativo, tendono a limitare le concentrazioni e la formazione di posizioni dominanti nel settore dei mezzi di comunicazione o disciplinano i criteri con cui possono essere erogate, in taluni casi, sovvenzioni pubbliche alle imprese che operano nel campo dell’informazione; quelle volte a definire il ruolo del servizio pubblico radiotelevisivo e le sue peculiarità rispetto alle emittenti private; quelle che, affinché la libertà di comunicazione possa estrinsecarsi in concreto, hanno condotto negli anni ad una progressiva liberalizzazione del settore delle comunicazioni elettroniche, arrivando a comprendere nel concetto di servizio universale anche l’accesso alle nuove tecnologie; quelle che, attraverso l’istituzione di autorità indipendenti, tentano di contemperare gli interessi pubblici e privati che ruotano attorno all’informazione; quelle che incidono sui contenuti veicolati dai diversi mezzi di comunicazione, a garanzia dei diritti degli utenti-consumatori; quelle, infine, che hanno incardinato la comunicazione politica intorno al valore della par condicio.

Informazione e comunicazione nell'ordinamento giuridico italiano / Allegri, Maria Romana. - STAMPA. - (2012), pp. 1-256.

Informazione e comunicazione nell'ordinamento giuridico italiano

ALLEGRI, Maria Romana
2012

Abstract

The society in which we live - called "information society" - is characterized by a social order founded on the use and production of information and communications technologies. In this scenario, the possibility to have access to experiences and cultural resources, as well as to networks that disseminate them, acquires the same significance as owning intangibles goods. Therefore, governments should grant everyone the right of access to those networks through which individuals interact, communicate, perform economic activities and produce culture. There is indeed a close relationship between access to mass media, pluralism of ideas, freedom of expression and, ultimately, democracy. The active and conscious participation of citizens in the political, social and economic life of their countries necessarily presupposes the availability for each individual of a comprehensive, truthful, reliable and pluralistic range of information. Legal rules examined and commented in this book refer to this fundamental principle: those rules protecting the individual right to privacy and reputation, thus placing some limits on the exercise of the freedom of the press and on the processing of personal data via communications networks; those protecting the common interest to an efficient administration of justice and to the securityof the State, by placing the same set of limitations; those guiding the journalistic profession, so that citizens may receive information being as complete, reliable and truthful as possible; those that, in the name of the pluralism of information, are aimed at limiting the formation of trusts and dominant positions in the mass media field or at ruling the concession of State aid to media enterprises; those defining the role and the peculiarity of the public broadcasting services in comparison to those of private broadcasters; those that allowed a concrete exercise of the liberty of communication by a progressive liberalisation of the electronic communications, comprising the access to new technologies within the definition of universal service; those instituting independent authorities trying to balance public and private interests in the information field; those regulating the contents disseminated by the mass media, thus protecting users' and consumers' rights; finally, those regulating the political communication by focusing on the value of par condicio.
2012
9788834829578
La società in cui viviamo – definita “società dell’informazione” – è caratterizzata da un assetto sociale e produttivo fondato sull’uso delle tecnologie dell’informazione e della comunicazione. In questo scenario, la garanzia di accesso alle esperienze e risorse culturali, nonché alle reti che le diffondono, acquisisce una rilevanza analoga a quella della proprietà dei beni immateriali. Il ruolo dei poteri pubblici, dunque, dovrebbe essere quello di garantire a ciascuno il diritto di accedere alle reti attraverso cui gli individui interagiscono, comunicano, svolgono attività economiche e producono cultura. Vi è infatti una relazione molto stretta fra accesso ai mezzi di comunicazione di massa, pluralismo delle idee, libertà di espressione e, in ultima analisi, democrazia. La partecipazione attiva e consapevole dei cittadini alla vita politica, sociale ed economica dello stato presuppone necessariamente la possibilità per ciascuno di accedere ad informazioni complete, veritiere, attendibili e riferibili ad una pluralità di punti di vista. È a questo principio fondamentale che fanno riferimento le norme giuridiche che in questo libro vengono esaminate e commentate: quelle che proteggono il diritto individuale all’intangibilità della propria sfera privata e della propria reputazione, ponendo così alcuni limiti all’esercizio del diritto di cronaca e al trattamento dei dati personali attraverso le reti di comunicazione; quelle che, ponendo analoghi limiti, proteggono l’interesse collettivo ad una efficiente amministrazione della giustizia e alla sicurezza del nostro stato; quelle che orientano la professione giornalistica, affinché l’informazione offerta ai cittadini sia quanto più possibile completa, attendibile, veritiera; quelle che, in nome del pluralismo informativo, tendono a limitare le concentrazioni e la formazione di posizioni dominanti nel settore dei mezzi di comunicazione o disciplinano i criteri con cui possono essere erogate, in taluni casi, sovvenzioni pubbliche alle imprese che operano nel campo dell’informazione; quelle volte a definire il ruolo del servizio pubblico radiotelevisivo e le sue peculiarità rispetto alle emittenti private; quelle che, affinché la libertà di comunicazione possa estrinsecarsi in concreto, hanno condotto negli anni ad una progressiva liberalizzazione del settore delle comunicazioni elettroniche, arrivando a comprendere nel concetto di servizio universale anche l’accesso alle nuove tecnologie; quelle che, attraverso l’istituzione di autorità indipendenti, tentano di contemperare gli interessi pubblici e privati che ruotano attorno all’informazione; quelle che incidono sui contenuti veicolati dai diversi mezzi di comunicazione, a garanzia dei diritti degli utenti-consumatori; quelle, infine, che hanno incardinato la comunicazione politica intorno al valore della par condicio.
Informazione, comunicazione, diritto
03 Monografia::03c Manuale Didattico
Informazione e comunicazione nell'ordinamento giuridico italiano / Allegri, Maria Romana. - STAMPA. - (2012), pp. 1-256.
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