Between the fifteenth and sixteenth century, the appearance of the first, organic grammars of vernacular languages ​​is closely connected to the political process, culminating in the debate that accompanied the choice of the variant to be used as the main or most representative for the literary use and beyond. In the case of Portugal, the question focuses on two fundamental aspects: on the one hand, standardization, phonetic, ortographical and lexical standardization of the language, and secondly its defense against other traditions national and linguistic seemingly more accepted and considered at the European level, first of all the Castilian. The sixteenth century coincides with the time when the Portuguese was facing a new challenge, preparing to become, thanks to ocean exploration and colonization of non-European countries, one of the most spoken languages ​​in the world. The language told and described by the first Portuguese grammarians is the starting point for understanding the

L'apparizione, tra XV e XVI secolo, delle prime, organiche grammatiche delle lingue volgari si connette strettamente ad un processo di origine politica, sfociato nelle famose “questioni della lingua”, ovvero nel dibattito che accompagnò la scelta della variante da assumere come principale o più rappresentativa, per l'uso letterario e non solo. Nel caso del Portogallo, una delle più antiche monarchie nazionali d'Europa, la cui unità territoriale è rimasta più o meno immutata dalla metà del Duecento ad oggi, la questione si configura in modo molto diverso rispetto all'Italia, e si concentra su due aspetti fondamentali: da un lato la standardizzazione, fonetica, ortografica e lessicale della lingua, di fronte alle opzioni e varianti che si presentavano nel Cinquecento; dall'altro la sua difesa nei confronti delle altre tradizioni nazionali e linguistiche apparentemente più accettate e considerate a livello europeo, prima fra tutte il castigliano. Tale fase coincide con il momento in cui il portoghese stava affrontando una nuova sfida, preparandosi a divenire, grazie alle esplorazioni oceaniche e alla colonizzazione extra-europea, una delle lingue più parlate al mondo. La lingua raccontata e descritta dai primi grammatici portoghesi è il punto di partenza per comprendere la ramificazione successiva di un idioma destinato ad esprimere un'ampia messe di nuove culture. Nel passaggio dal milione di parlanti del Cinquecento agli oltre duecento milioni attuali è necessario riconoscere il ruolo di coloro che, per primi, seppero valorizzare la lingua portoghese, aprendo la strada ad una nuova, secolare tradizione che oggi può comprendere nel suo novero nomi come Camões e Pessoa, Drummond de Andrade e Guimarães Rosa, Luandino Vieira e Mia Couto.

Alle origini della grammaticografia portoghese / Celani, Simone. - STAMPA. - (2012), pp. 1-118. [10.4458/8417]

Alle origini della grammaticografia portoghese

CELANI, Simone
2012

Abstract

Between the fifteenth and sixteenth century, the appearance of the first, organic grammars of vernacular languages ​​is closely connected to the political process, culminating in the debate that accompanied the choice of the variant to be used as the main or most representative for the literary use and beyond. In the case of Portugal, the question focuses on two fundamental aspects: on the one hand, standardization, phonetic, ortographical and lexical standardization of the language, and secondly its defense against other traditions national and linguistic seemingly more accepted and considered at the European level, first of all the Castilian. The sixteenth century coincides with the time when the Portuguese was facing a new challenge, preparing to become, thanks to ocean exploration and colonization of non-European countries, one of the most spoken languages ​​in the world. The language told and described by the first Portuguese grammarians is the starting point for understanding the
2012
9788861348417
L'apparizione, tra XV e XVI secolo, delle prime, organiche grammatiche delle lingue volgari si connette strettamente ad un processo di origine politica, sfociato nelle famose “questioni della lingua”, ovvero nel dibattito che accompagnò la scelta della variante da assumere come principale o più rappresentativa, per l'uso letterario e non solo. Nel caso del Portogallo, una delle più antiche monarchie nazionali d'Europa, la cui unità territoriale è rimasta più o meno immutata dalla metà del Duecento ad oggi, la questione si configura in modo molto diverso rispetto all'Italia, e si concentra su due aspetti fondamentali: da un lato la standardizzazione, fonetica, ortografica e lessicale della lingua, di fronte alle opzioni e varianti che si presentavano nel Cinquecento; dall'altro la sua difesa nei confronti delle altre tradizioni nazionali e linguistiche apparentemente più accettate e considerate a livello europeo, prima fra tutte il castigliano. Tale fase coincide con il momento in cui il portoghese stava affrontando una nuova sfida, preparandosi a divenire, grazie alle esplorazioni oceaniche e alla colonizzazione extra-europea, una delle lingue più parlate al mondo. La lingua raccontata e descritta dai primi grammatici portoghesi è il punto di partenza per comprendere la ramificazione successiva di un idioma destinato ad esprimere un'ampia messe di nuove culture. Nel passaggio dal milione di parlanti del Cinquecento agli oltre duecento milioni attuali è necessario riconoscere il ruolo di coloro che, per primi, seppero valorizzare la lingua portoghese, aprendo la strada ad una nuova, secolare tradizione che oggi può comprendere nel suo novero nomi come Camões e Pessoa, Drummond de Andrade e Guimarães Rosa, Luandino Vieira e Mia Couto.
Grammatica; Portogallo; Cinquecento; Fernao de Oliveira; Joao de Barros; Pero Magalhaes de Gandavo; Duarte Nunes de Leao; Questione ortografica; Questione della lingua
03 Monografia::03a Saggio, Trattato Scientifico
Alle origini della grammaticografia portoghese / Celani, Simone. - STAMPA. - (2012), pp. 1-118. [10.4458/8417]
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