Il territorio dell’Agro Pontino è troppo poco conosciuto, perfino da chi ci vive e lavora. La sua artificialità, derivante dalla bonifica integrale operata nel ventennio fascista, durante il quale sono stati fondati anche i centri urbani e rurali che ne disegnano l’insediamento umano, è universalmente nota. Quello che solo gli operatori sanno è che il territorio è mantenuto nella sua forma presente da un’imponente mole di attività ed impianti industriali, che provvedono a mantenere in efficienza una fitta rete di canali maggiori e minori e ad innalzare con motori elettrici immense quantità di acqua affinché possa defluire al mare. Assai poco noto è anche il fatto che la bonifica delle paludi pontine è un obiettivo antico quanto la civiltà del sito; attuata con successo dai Volsci, poi rinnovata dagli antichi romani, e ripetutamente tentata ed in parte attuata in epoca moderna sin dal XV secolo (esiste addirittura un progetto attribuito a Leonardo da Vinci). Tutto questo attiene ad una fase della civiltà umana nella quale la lotta contro le avversità naturali era una componente inscindibile dalla promozione dello sviluppo del genere umano. Viviamo oggi in un’epoca nella quale per la prima volta l’uomo si trova a dover difendere le risorse naturali dal proprio sfruttamento totale, a pena della perdita delle condizioni di abitabilità del pianeta (basti pensare che oggi le paludi sopravvissute alle bonifiche sono tutelate nei piani paesistici, quali siti di grandissima rilevanza per la biodiversità ed il risanamento naturale della qualità delle acque). Un aspetto centrale di tale alterazione dei meccanismi di autoregolazione del sistema è legato ai cicli dell’acqua, elemento indispensabile a qualsiasi forma di vita, presente nella biosfera in quantità enorme ma, paradossalmente, in moltissimi luoghi abitati scarsa in forma adeguata al consumo umano. Queste sono state le tematiche di un laboratorio pre-tesi al quale hanno partecipato dieci studenti del Cdl AIA-Pomezia della Facoltà di Architettura Ludovico Quaroni dell’Università “La Sapienza” di Roma nell’Anno Accademico 2009-2010. Dopo una conferenza organizzata in collaborazione con il Consorzio di Bonifica dell'Agro Pontino nella propria sede di Latina, ed una visita approfondita ai borghi storici ed ai principali impianti idrovori del Consorzio, ciascuno dei partecipanti ha prodotto un elaborato originale nel quale ha illustrato, secondo la propria sensibilità, le tracce visibili nella configurazione attuale del territorio della sua peculiare genesi.
La bonifica pontina: tracce di un territorio artificiale / Ivaldi, Paolo. - (2010).
La bonifica pontina: tracce di un territorio artificiale
IVALDI, PAOLO
2010
Abstract
Il territorio dell’Agro Pontino è troppo poco conosciuto, perfino da chi ci vive e lavora. La sua artificialità, derivante dalla bonifica integrale operata nel ventennio fascista, durante il quale sono stati fondati anche i centri urbani e rurali che ne disegnano l’insediamento umano, è universalmente nota. Quello che solo gli operatori sanno è che il territorio è mantenuto nella sua forma presente da un’imponente mole di attività ed impianti industriali, che provvedono a mantenere in efficienza una fitta rete di canali maggiori e minori e ad innalzare con motori elettrici immense quantità di acqua affinché possa defluire al mare. Assai poco noto è anche il fatto che la bonifica delle paludi pontine è un obiettivo antico quanto la civiltà del sito; attuata con successo dai Volsci, poi rinnovata dagli antichi romani, e ripetutamente tentata ed in parte attuata in epoca moderna sin dal XV secolo (esiste addirittura un progetto attribuito a Leonardo da Vinci). Tutto questo attiene ad una fase della civiltà umana nella quale la lotta contro le avversità naturali era una componente inscindibile dalla promozione dello sviluppo del genere umano. Viviamo oggi in un’epoca nella quale per la prima volta l’uomo si trova a dover difendere le risorse naturali dal proprio sfruttamento totale, a pena della perdita delle condizioni di abitabilità del pianeta (basti pensare che oggi le paludi sopravvissute alle bonifiche sono tutelate nei piani paesistici, quali siti di grandissima rilevanza per la biodiversità ed il risanamento naturale della qualità delle acque). Un aspetto centrale di tale alterazione dei meccanismi di autoregolazione del sistema è legato ai cicli dell’acqua, elemento indispensabile a qualsiasi forma di vita, presente nella biosfera in quantità enorme ma, paradossalmente, in moltissimi luoghi abitati scarsa in forma adeguata al consumo umano. Queste sono state le tematiche di un laboratorio pre-tesi al quale hanno partecipato dieci studenti del Cdl AIA-Pomezia della Facoltà di Architettura Ludovico Quaroni dell’Università “La Sapienza” di Roma nell’Anno Accademico 2009-2010. Dopo una conferenza organizzata in collaborazione con il Consorzio di Bonifica dell'Agro Pontino nella propria sede di Latina, ed una visita approfondita ai borghi storici ed ai principali impianti idrovori del Consorzio, ciascuno dei partecipanti ha prodotto un elaborato originale nel quale ha illustrato, secondo la propria sensibilità, le tracce visibili nella configurazione attuale del territorio della sua peculiare genesi.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.