Nel 1433 Bernardo Rossellino progettò ad Arezzo il Palazzo di Fraternita in Piazza Grande. Lo stesso architetto e scultore italiano, scolaro e collaboratore di Leon Battista Alberti, dopo aver legato il suo nome all’ampliamento del transetto e all’abside di San Pietro in Roma, venne incaricato da Papa Pio II Piccolomini della sistemazione dell’antico borgo di Corsignano, oggi Pienza, che egli concepì secondo i principi dell’urbanistica e dell’architettura rinascimentale. Rossellino, facendo uso dei moduli albertiani articolò la pianta cittadina intorno a un asse sul quale si apre la piazza con gli edifici principali: il Duomo, il Palazzo Pubblico, il Palazzo Vescovile, il Palazzo Piccolomini. Richiamando questo celebre precedente, il presente progetto vuole instaurare nello spazio una forte regola geometrica che funga da motivo ordinatore di tutto l’invaso. Ciò si attua mediante la suddivisione in campi meridiani che nascono come proseguimento dei tre corpi di fabbrica della ex Caserma e che vanno a costituire il cardo, mentre i moduli del passo strutturale delle murature portanti trasversali degli stessi edifici è responsabile dell’orditura decumana.
Concorso Internazionale "Una piazza per Arezzo" / Lenci, Ruggero; S., Catalano; Valentin, NILDA MARIA. - (2002).
Concorso Internazionale "Una piazza per Arezzo"
LENCI, Ruggero;VALENTIN, NILDA MARIA
2002
Abstract
Nel 1433 Bernardo Rossellino progettò ad Arezzo il Palazzo di Fraternita in Piazza Grande. Lo stesso architetto e scultore italiano, scolaro e collaboratore di Leon Battista Alberti, dopo aver legato il suo nome all’ampliamento del transetto e all’abside di San Pietro in Roma, venne incaricato da Papa Pio II Piccolomini della sistemazione dell’antico borgo di Corsignano, oggi Pienza, che egli concepì secondo i principi dell’urbanistica e dell’architettura rinascimentale. Rossellino, facendo uso dei moduli albertiani articolò la pianta cittadina intorno a un asse sul quale si apre la piazza con gli edifici principali: il Duomo, il Palazzo Pubblico, il Palazzo Vescovile, il Palazzo Piccolomini. Richiamando questo celebre precedente, il presente progetto vuole instaurare nello spazio una forte regola geometrica che funga da motivo ordinatore di tutto l’invaso. Ciò si attua mediante la suddivisione in campi meridiani che nascono come proseguimento dei tre corpi di fabbrica della ex Caserma e che vanno a costituire il cardo, mentre i moduli del passo strutturale delle murature portanti trasversali degli stessi edifici è responsabile dell’orditura decumana.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.