Il dissolvere i confini tra edificio e paesaggio, ovvero il “blurring architecture”, è un tema qui fortemente perseguito. Il progetto pone come questione dominante l’interrelazione dialogica tra paesaggio e architettura lì dove le caratteristiche del luogo vengono preservate e le qualità naturali potenziate con il considerare la matrice spaziale interno-esterno come un continuum. In quest’ottica il nuovo stadio non viene visto come oggetto isolato ma come parte integrante del territorio sul quale sorge. Il paesaggo naturale diventa una fonte potenziale di piacere che aggiunge bellezza e vitalità all’ideazione architettonica, e il lavoro progettuale viene guidato dall’ideazione e dalla modellazione del “landscape” piuttosto che in opposizione ad esso. Al fine di accrescerne il senso di spazialità le linee di demarcazione esistenti tra la nuova struttura e il paesaggio sono state rese ambigue rendendo al contempo il suo inizio e la sua fine non più esattamente misurabili. Ciò è stato ottenuto modellando la topografia e incorporandola sin dall’inizio all’interno del concetto compositivo della nuova architettura. Inoltre lo stadio è stato disposto in modo da catturare vedute lontane. La dissolvenza dei confini tra il dentro e il fuori e la possibilità di misurare e traguardare visivamente lo spazio è stata notevolmente amplificata attraverso questo basilare processo.

Concorso Internazionale per il nuovo Stadio di Siena / Lenci, Ruggero; Valentin, NILDA MARIA; C., Meler; L., Poli; R., Rustico. - (2004).

Concorso Internazionale per il nuovo Stadio di Siena

LENCI, Ruggero;VALENTIN, NILDA MARIA;
2004

Abstract

Il dissolvere i confini tra edificio e paesaggio, ovvero il “blurring architecture”, è un tema qui fortemente perseguito. Il progetto pone come questione dominante l’interrelazione dialogica tra paesaggio e architettura lì dove le caratteristiche del luogo vengono preservate e le qualità naturali potenziate con il considerare la matrice spaziale interno-esterno come un continuum. In quest’ottica il nuovo stadio non viene visto come oggetto isolato ma come parte integrante del territorio sul quale sorge. Il paesaggo naturale diventa una fonte potenziale di piacere che aggiunge bellezza e vitalità all’ideazione architettonica, e il lavoro progettuale viene guidato dall’ideazione e dalla modellazione del “landscape” piuttosto che in opposizione ad esso. Al fine di accrescerne il senso di spazialità le linee di demarcazione esistenti tra la nuova struttura e il paesaggio sono state rese ambigue rendendo al contempo il suo inizio e la sua fine non più esattamente misurabili. Ciò è stato ottenuto modellando la topografia e incorporandola sin dall’inizio all’interno del concetto compositivo della nuova architettura. Inoltre lo stadio è stato disposto in modo da catturare vedute lontane. La dissolvenza dei confini tra il dentro e il fuori e la possibilità di misurare e traguardare visivamente lo spazio è stata notevolmente amplificata attraverso questo basilare processo.
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