Quando Pietro Barucci (1922) nell’anno 2000 si reca a Bilbao, consapevole di aver contribuito alla formazione dell’identità di un’epoca, avverte nell’architettura museale gehriana la comparsa di forme di creatività nuove e diverse rispetto a quelle del razionalismo tardo novecentista con le quali si è lungamente impegnato. Creatività che, con l’opportunità dei nuovi strumenti informatici, hanno consentito di confrontarsi con sfide via via sempre più legate a temi quali il dominio della tecnologia sulla forma, attenuando l’interesse per quei capisaldi del tardo ‘900 fondati sul quartiere sociale che nella poetica barucciana hanno prodotto il dispositivo architettonico della “vertebra”, il suo sviluppo metamerico in “colonna vertebrale” nonché quello distributivo in “piastra” e “ponti”. Il tema della “discretizzazione digitale” di una grande morfologia architettonica che nasce come modellazione di un volume “continuo e analogico”, nel prendere il posto (con Bilbao) del quartiere abitativo, avrebbe richiesto un ritorno (corsi e ricorsi storici) a nuove questioni “induttive”, che Barucci - dopo le sue migliori realizzazioni nelle quali la tipologia edilizia e il sistema costruttivo si configurano come atto fondativo di una morfologia urbana sapientemente “deduttiva” - lascia compiere alle nuove generazioni. Tante opere egli ha già eseguito, ed ora che i rapporti tra contenuto ed espressione, significato e significante sono irreversibilmente mutati, saranno altri, i più giovani, a cimentarsi con le nuove sfide lanciate dalla società. Anche con quelle che talvolta risultano essere effimere rispetto alla soddisfazione di un bisogno reale. Ripercorriamo ora l’ontogenesi della vasta opera progettuale di Pietro Barucci.
Oltre l'accademia (titolo della prefazione di/title of the preface of Ruggero Lenci), Pietro Barucci Scritti di architettura1987-2012 (titolo del libro/title of the book) / P., Barucci; V., DE LUCIA; Lenci, Ruggero. - STAMPA. - (2012), pp. 11-16.
Oltre l'accademia (titolo della prefazione di/title of the preface of Ruggero Lenci), Pietro Barucci Scritti di architettura1987-2012 (titolo del libro/title of the book)
LENCI, Ruggero
2012
Abstract
Quando Pietro Barucci (1922) nell’anno 2000 si reca a Bilbao, consapevole di aver contribuito alla formazione dell’identità di un’epoca, avverte nell’architettura museale gehriana la comparsa di forme di creatività nuove e diverse rispetto a quelle del razionalismo tardo novecentista con le quali si è lungamente impegnato. Creatività che, con l’opportunità dei nuovi strumenti informatici, hanno consentito di confrontarsi con sfide via via sempre più legate a temi quali il dominio della tecnologia sulla forma, attenuando l’interesse per quei capisaldi del tardo ‘900 fondati sul quartiere sociale che nella poetica barucciana hanno prodotto il dispositivo architettonico della “vertebra”, il suo sviluppo metamerico in “colonna vertebrale” nonché quello distributivo in “piastra” e “ponti”. Il tema della “discretizzazione digitale” di una grande morfologia architettonica che nasce come modellazione di un volume “continuo e analogico”, nel prendere il posto (con Bilbao) del quartiere abitativo, avrebbe richiesto un ritorno (corsi e ricorsi storici) a nuove questioni “induttive”, che Barucci - dopo le sue migliori realizzazioni nelle quali la tipologia edilizia e il sistema costruttivo si configurano come atto fondativo di una morfologia urbana sapientemente “deduttiva” - lascia compiere alle nuove generazioni. Tante opere egli ha già eseguito, ed ora che i rapporti tra contenuto ed espressione, significato e significante sono irreversibilmente mutati, saranno altri, i più giovani, a cimentarsi con le nuove sfide lanciate dalla società. Anche con quelle che talvolta risultano essere effimere rispetto alla soddisfazione di un bisogno reale. Ripercorriamo ora l’ontogenesi della vasta opera progettuale di Pietro Barucci.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.