I temi su cui il convegno del 7 maggio 2012 ha inteso attirare l’attenzione riguardano una riflessione sulla programmazione e utilizzazione delle risorse pubbliche, nazionali ed europee, per coniugare legalità e legacy culturale, verso un approccio evolutivo delle architetture urbane e della società: una sorta di bilancio critico, un “balance review”, utile anche nei riguardi dell’imminente programmazione delle risorse europee per la coesione sociale ed economica 2014-2020. Le macro aree tematiche - L’esperienza italiana degli ultimi 15 anni: un confronto tra lo slancio programmatorio verso la fine degli anni novanta, gli esiti conseguiti e le prospettive attese. - Lo sviluppo dell’Italia meridionale, tra limiti passati e potenzialità future. - Condizionamenti derivanti dalla criminalità organizzata e dall’illegalità diffusa per lo sviluppo e la crescita: la dimensione europea, nazionale, regionale e urbana del problema. - La coniugazione delle risorse pubbliche nazionali ed europee per lo sviluppo delle aree urbane, tra programmazione e situazione attuale. - Il controllo del territorio, il ruolo delle forze dell’ordine, la collaborazione civica, il ruolo della politica e delle pubbliche amministrazioni: esperienze positive e criticità a confronto, anche al livello di quartiere. - Il senso di appartenenza dei cittadini ai territori abitati, ai quartieri, e il loro riconoscimento in essi. Responsabilizzazione progettuale e soprattutto tecnico-amministrativa. - La programmazione urbana in contesti di emergenza: come uscire dall’emergenza per una “Rinascita evolutiva” del paese, credibile dai suoi cittadini e dagli altri paesi? Un accenno ad alcune possibili risposte In tema di sviluppo del territorio ed anche di sviluppo urbano, si può pensare a un sistema di interventi che, partendo da uno degli ambiti chiave, inevitabilmente tocchi tutti gli altri a cui addizionare competenze: urbanistiche, amministrative, informative/investigative per attrezzare servizi locali, legali, giuridici, in base alle normative nazionali e comunitarie. Occorre mobilitare simultaneamente funzioni e competenze che, basate sulla effettiva conoscenza dei territori, attivino anche quelle relative al Marketing Territoriale, alla Comunicazione e ai Media, che potrebbero includere la nascita di una web television – oltre a youtube – “Legalità&Legacy Channal”, dove le news andrebbero a produrre sicurezza e, con essa, creazione di consenso. L’ottimizzazione degli sforzi per promuovere la crescita e lo sviluppo nella legalità, per monitorare e rendere percepibili alla “collettività-legalità” le problematiche di larghi strati di cittadini, ma anche le risposte possibili, pone un argine al sopravanzare della criminalità e delle devianze illegali sistemiche, potendo assurgere a formidabile strumento di democrazia condivisa e interattiva. Ormai del tutto insufficiente la sola denuncia “scandalistica” di cui il linguaggio dei media si nutre, è oggi necessario intercettare le direttrici deputate a convertire il “Male affare” in nuove opportunità per tutti i cittadini. Tradurre, ad esempio, il sequestro di un’azienda , di un terreno, di una villa, in ipotesi “visibili” di riconversione, con tanto di linee progettuali, riferimenti programmatici, risorse nazionali e comunitarie, o a “business bulding” da costruire dal basso (quasi dei Business “Flash Mob”) capaci di dare fiducia, far partecipare. Ovvero creare un repertorio di “Buoni Affari” che convertono i Beni del “Male Affare”, quasi alla velocità con cui corre l’informazione di un avvenuto sequestro nella rete. In tal modo si potrebbero offrire informazioni, riferimenti, orientamenti capaci di dare “futuro” a chi ne ha più bisogno. Non tra 5 o 10 anni, ma con la stessa velocità dell’ADESSO digito-globalizzante. E’ necessario che questi patrimoni non finiscano nelle solite “Mani riciclanti”. I cittadini, la spesa pubblica, lo “spending review”, la comunicazione, la trasparenza, la conoscenza, la responsabilità civica e politica, sono aspetti che devono “viaggiare” sempre più insieme per contribuire all’evoluzione del paese Italia. Tutto ciò non può che partire dai giovani, da una nuova e più evoluta visione della Legacy culturale. E saranno proprio loro, i giovani, i soggetti determinanti in questo passaggio da un’eredità antica, intrisa di abitudini a tratti purtroppo anche mafiose, a una cultura in evoluzione, sempre più aperta ai beni e alle questioni di pubblico interesse. E’in questo contesto che anche le risorse a tutela della legalità dovranno svolgere un ruolo importante, facendo sistema con le forze giovanili. Conclusioni Questa conferenza si propone di aprire un terreno di sperimentazione che parta dalle evidenze urbane e metta a disposizione attraverso dei POE (Post Evaluation Occupancy) i casi di successo, ma soprattutto quelli che registrano insuccessi anche parziali, da rendere noti per non ripetere in futuro gli stessi errori. Oggi, alla metà avanzata della programmazione delle politiche di coesione e alle soglie della programmazione del nuovo ciclo 2014-2020, con un’Italia che per sua inefficienza non supera l’8% di spesa dei fondi europei e nazionali, come porsi davanti alle sfide ormai note, senza che cittadini e classe politica ripetano gli errori del passato? Con la conoscenza, la condivisione, la sostituzione del “Male affare” con la cultura buona, spontanea, efficace delle creatività che si mobilitano dal basso.
Legalità e Legacy culturale / Lenci, Ruggero. - (2012). (Intervento presentato al convegno Legalità e Legacy culturale tenutosi a Facoltà di Ingegneria, Sapienza Università di oma nel 7 maggio 2012).
Legalità e Legacy culturale
LENCI, Ruggero
2012
Abstract
I temi su cui il convegno del 7 maggio 2012 ha inteso attirare l’attenzione riguardano una riflessione sulla programmazione e utilizzazione delle risorse pubbliche, nazionali ed europee, per coniugare legalità e legacy culturale, verso un approccio evolutivo delle architetture urbane e della società: una sorta di bilancio critico, un “balance review”, utile anche nei riguardi dell’imminente programmazione delle risorse europee per la coesione sociale ed economica 2014-2020. Le macro aree tematiche - L’esperienza italiana degli ultimi 15 anni: un confronto tra lo slancio programmatorio verso la fine degli anni novanta, gli esiti conseguiti e le prospettive attese. - Lo sviluppo dell’Italia meridionale, tra limiti passati e potenzialità future. - Condizionamenti derivanti dalla criminalità organizzata e dall’illegalità diffusa per lo sviluppo e la crescita: la dimensione europea, nazionale, regionale e urbana del problema. - La coniugazione delle risorse pubbliche nazionali ed europee per lo sviluppo delle aree urbane, tra programmazione e situazione attuale. - Il controllo del territorio, il ruolo delle forze dell’ordine, la collaborazione civica, il ruolo della politica e delle pubbliche amministrazioni: esperienze positive e criticità a confronto, anche al livello di quartiere. - Il senso di appartenenza dei cittadini ai territori abitati, ai quartieri, e il loro riconoscimento in essi. Responsabilizzazione progettuale e soprattutto tecnico-amministrativa. - La programmazione urbana in contesti di emergenza: come uscire dall’emergenza per una “Rinascita evolutiva” del paese, credibile dai suoi cittadini e dagli altri paesi? Un accenno ad alcune possibili risposte In tema di sviluppo del territorio ed anche di sviluppo urbano, si può pensare a un sistema di interventi che, partendo da uno degli ambiti chiave, inevitabilmente tocchi tutti gli altri a cui addizionare competenze: urbanistiche, amministrative, informative/investigative per attrezzare servizi locali, legali, giuridici, in base alle normative nazionali e comunitarie. Occorre mobilitare simultaneamente funzioni e competenze che, basate sulla effettiva conoscenza dei territori, attivino anche quelle relative al Marketing Territoriale, alla Comunicazione e ai Media, che potrebbero includere la nascita di una web television – oltre a youtube – “Legalità&Legacy Channal”, dove le news andrebbero a produrre sicurezza e, con essa, creazione di consenso. L’ottimizzazione degli sforzi per promuovere la crescita e lo sviluppo nella legalità, per monitorare e rendere percepibili alla “collettività-legalità” le problematiche di larghi strati di cittadini, ma anche le risposte possibili, pone un argine al sopravanzare della criminalità e delle devianze illegali sistemiche, potendo assurgere a formidabile strumento di democrazia condivisa e interattiva. Ormai del tutto insufficiente la sola denuncia “scandalistica” di cui il linguaggio dei media si nutre, è oggi necessario intercettare le direttrici deputate a convertire il “Male affare” in nuove opportunità per tutti i cittadini. Tradurre, ad esempio, il sequestro di un’azienda , di un terreno, di una villa, in ipotesi “visibili” di riconversione, con tanto di linee progettuali, riferimenti programmatici, risorse nazionali e comunitarie, o a “business bulding” da costruire dal basso (quasi dei Business “Flash Mob”) capaci di dare fiducia, far partecipare. Ovvero creare un repertorio di “Buoni Affari” che convertono i Beni del “Male Affare”, quasi alla velocità con cui corre l’informazione di un avvenuto sequestro nella rete. In tal modo si potrebbero offrire informazioni, riferimenti, orientamenti capaci di dare “futuro” a chi ne ha più bisogno. Non tra 5 o 10 anni, ma con la stessa velocità dell’ADESSO digito-globalizzante. E’ necessario che questi patrimoni non finiscano nelle solite “Mani riciclanti”. I cittadini, la spesa pubblica, lo “spending review”, la comunicazione, la trasparenza, la conoscenza, la responsabilità civica e politica, sono aspetti che devono “viaggiare” sempre più insieme per contribuire all’evoluzione del paese Italia. Tutto ciò non può che partire dai giovani, da una nuova e più evoluta visione della Legacy culturale. E saranno proprio loro, i giovani, i soggetti determinanti in questo passaggio da un’eredità antica, intrisa di abitudini a tratti purtroppo anche mafiose, a una cultura in evoluzione, sempre più aperta ai beni e alle questioni di pubblico interesse. E’in questo contesto che anche le risorse a tutela della legalità dovranno svolgere un ruolo importante, facendo sistema con le forze giovanili. Conclusioni Questa conferenza si propone di aprire un terreno di sperimentazione che parta dalle evidenze urbane e metta a disposizione attraverso dei POE (Post Evaluation Occupancy) i casi di successo, ma soprattutto quelli che registrano insuccessi anche parziali, da rendere noti per non ripetere in futuro gli stessi errori. Oggi, alla metà avanzata della programmazione delle politiche di coesione e alle soglie della programmazione del nuovo ciclo 2014-2020, con un’Italia che per sua inefficienza non supera l’8% di spesa dei fondi europei e nazionali, come porsi davanti alle sfide ormai note, senza che cittadini e classe politica ripetano gli errori del passato? Con la conoscenza, la condivisione, la sostituzione del “Male affare” con la cultura buona, spontanea, efficace delle creatività che si mobilitano dal basso.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.