L’ordine architettonico, nel suo essere processo evolutivo rigorosamente controllato, è probabilmente il riferimento progettuale più significativo da porre come antipodo, rispetto ad un operazione generativa prodotta dall’espressione puramente gestuale. Nello spazio che separa questi poli, si sono sempre posizionati gli architetti e più in generale gli artisti di ogni epoca, ognuno scegliendo un diverso grado di prossimità all’uno o all’altro estremo. Quando il disegno non era digitale, la necessità di costruire l’architettura, il confronto con la gravità del mondo reale - “altro” rispetto a quello immaginario che poteva restare proiettato sulla carta - obbligavano alla semplificazione espressiva e al rigore procedurale del progetto. L’operazione progettuale gestuale il più delle volte non era perseguibile: non si possedevano gli strumenti di verifica per poterla facilmente renderla costruibile. Oggi le nuove tecnologie digitali, l’enorme capacità di elaborazione dell’informazione, hanno in buona parte scardinato questi vincoli, consentendo ai progettisti – in alcuni casi limite - di non approfondire la geometria e la stretta relazione che questa ha con i comportamenti strutturali e di avvalersi invece del controllo real-time, fornito dall’elaboratore. Producono così forme per via gestuale, aggiustandone l’aspetto con strumenti digitali più vicini alla scultura che al disegno. Se da un lato è necessario felicitarsi di questa profonda trasformazione, che amplia significativamente lo spazio creativo del progettista, dall’altro lato è opportuno impegnarsi affinché siano mantenuti sia il patrimonio culturale, sia la potenzialità creativa, del procedere nella definizione e nell’evoluzione della forma rigorosamente in termini geometrici e metrici. La necessità di tramandare e mantenere focalizzato questo rigore progettuale appare tanto più importante, quanto più si comprende che i due approcci, che definiamo per brevità quello “gestuale” e quello “geometrico”, oggi non si escludono. Molto più facilmente che in passato, grazie alle nuove tecnologie, la complessità e l’articolazione di un sistema geometricamente rigoroso (ripetibile) può facilmente assumere i connotati formali che siamo abituati ad associare ad una forma libera (gestuale ed irripetibile). In molti casi è vero anche il contrario: una forma libera può facilmente essere ricondotta ad un prodotto geometricamente rigoroso. Questi processi non devono essere letti come un appiattimento dei due diversi approcci al progetto della forma, bensì come una sinergia in cui l’uno diventa il valore aggiunto dell’altro. Lo studio dell’ordine e della sua modellazione digitale, al di là della riproposizione dello stesso come elemento architettonico di una nuova architettura – pratica oggi sicuramente desueta – è di notevole importanza per far posare l’attenzione delle nuove generazioni di progettisti in corso di formazione, sulle regole e sulle forme caratteristiche della geometria piana e della sua naturale evoluzione nello spazio a tre dimensioni. Volendo alludere qui in particolare, ma senza volere essere esaustivi, ai concetti di modulo, ritmo, simmetria, proporzione, allineamento, traslazione, rotazione, tangenza, discontinuità, raccordo, così come alle forme quali poligoni, policentriche, spirali, eliche, coniche, cubiche ed i volumi che da esse possono generarsi per mezzo di semplici trasformazioni nello spazio. Tuttavia l’esperienza più importante che si apprende dallo studio dell’ordine architettonico, non è nella cura della soluzione delle singole parti, quanto far proprio il sistema di relazioni e di gerarchie procedurali, il prendere coscienza che tutto il progetto può vivere un equilibrio, complesso a piacere, in cui ogni parte ha dignità di esistere ed è fondamentale per ogni altra: un influsso capace di produrre un incredibile maturazione progettuale.

Un database per l'ordine architettonico: Palladio / Valenti, Graziano Mario; Casale, Andrea; Romor, Jessica; Calvano, Michele. - STAMPA. - (2012), pp. 81-88.

Un database per l'ordine architettonico: Palladio

VALENTI, Graziano Mario;CASALE, Andrea;ROMOR, JESSICA;CALVANO, MICHELE
2012

Abstract

L’ordine architettonico, nel suo essere processo evolutivo rigorosamente controllato, è probabilmente il riferimento progettuale più significativo da porre come antipodo, rispetto ad un operazione generativa prodotta dall’espressione puramente gestuale. Nello spazio che separa questi poli, si sono sempre posizionati gli architetti e più in generale gli artisti di ogni epoca, ognuno scegliendo un diverso grado di prossimità all’uno o all’altro estremo. Quando il disegno non era digitale, la necessità di costruire l’architettura, il confronto con la gravità del mondo reale - “altro” rispetto a quello immaginario che poteva restare proiettato sulla carta - obbligavano alla semplificazione espressiva e al rigore procedurale del progetto. L’operazione progettuale gestuale il più delle volte non era perseguibile: non si possedevano gli strumenti di verifica per poterla facilmente renderla costruibile. Oggi le nuove tecnologie digitali, l’enorme capacità di elaborazione dell’informazione, hanno in buona parte scardinato questi vincoli, consentendo ai progettisti – in alcuni casi limite - di non approfondire la geometria e la stretta relazione che questa ha con i comportamenti strutturali e di avvalersi invece del controllo real-time, fornito dall’elaboratore. Producono così forme per via gestuale, aggiustandone l’aspetto con strumenti digitali più vicini alla scultura che al disegno. Se da un lato è necessario felicitarsi di questa profonda trasformazione, che amplia significativamente lo spazio creativo del progettista, dall’altro lato è opportuno impegnarsi affinché siano mantenuti sia il patrimonio culturale, sia la potenzialità creativa, del procedere nella definizione e nell’evoluzione della forma rigorosamente in termini geometrici e metrici. La necessità di tramandare e mantenere focalizzato questo rigore progettuale appare tanto più importante, quanto più si comprende che i due approcci, che definiamo per brevità quello “gestuale” e quello “geometrico”, oggi non si escludono. Molto più facilmente che in passato, grazie alle nuove tecnologie, la complessità e l’articolazione di un sistema geometricamente rigoroso (ripetibile) può facilmente assumere i connotati formali che siamo abituati ad associare ad una forma libera (gestuale ed irripetibile). In molti casi è vero anche il contrario: una forma libera può facilmente essere ricondotta ad un prodotto geometricamente rigoroso. Questi processi non devono essere letti come un appiattimento dei due diversi approcci al progetto della forma, bensì come una sinergia in cui l’uno diventa il valore aggiunto dell’altro. Lo studio dell’ordine e della sua modellazione digitale, al di là della riproposizione dello stesso come elemento architettonico di una nuova architettura – pratica oggi sicuramente desueta – è di notevole importanza per far posare l’attenzione delle nuove generazioni di progettisti in corso di formazione, sulle regole e sulle forme caratteristiche della geometria piana e della sua naturale evoluzione nello spazio a tre dimensioni. Volendo alludere qui in particolare, ma senza volere essere esaustivi, ai concetti di modulo, ritmo, simmetria, proporzione, allineamento, traslazione, rotazione, tangenza, discontinuità, raccordo, così come alle forme quali poligoni, policentriche, spirali, eliche, coniche, cubiche ed i volumi che da esse possono generarsi per mezzo di semplici trasformazioni nello spazio. Tuttavia l’esperienza più importante che si apprende dallo studio dell’ordine architettonico, non è nella cura della soluzione delle singole parti, quanto far proprio il sistema di relazioni e di gerarchie procedurali, il prendere coscienza che tutto il progetto può vivere un equilibrio, complesso a piacere, in cui ogni parte ha dignità di esistere ed è fondamentale per ogni altra: un influsso capace di produrre un incredibile maturazione progettuale.
2012
Palladio Lab. Architetture palladiane indagate contecnologie digitali.
9788884180971
Andrea Palladio; Ordine architettonico; Modellazione parametrica
02 Pubblicazione su volume::02a Capitolo o Articolo
Un database per l'ordine architettonico: Palladio / Valenti, Graziano Mario; Casale, Andrea; Romor, Jessica; Calvano, Michele. - STAMPA. - (2012), pp. 81-88.
File allegati a questo prodotto
Non ci sono file associati a questo prodotto.

I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.

Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11573/474199
 Attenzione

Attenzione! I dati visualizzati non sono stati sottoposti a validazione da parte dell'ateneo

Citazioni
  • ???jsp.display-item.citation.pmc??? ND
  • Scopus ND
  • ???jsp.display-item.citation.isi??? ND
social impact