In questo saggio si passa in rassegna il dibattito degli ultimi decenni intorno all'imperialismo romano, mettendo in rilievo l'oscillazione fra i due poli delle esigenze difensive e delle spinte economiche. Si analizzano le tesi di Harris, e la reazione contro di esse espressasi di recente in una serie di importanti interventi di Eckstein che ad Harris rimprovera l'inadeguatezza di un approccio esclusivamente metrocentrico: il problema dell'imperialismo romano andrebbe indagato invece all'interno del sistema internazionale cui apparteneva la repubblica. Il militarismo e la natura ultimativa della diplomazia romana non sarebbero caratteristiche eccezionali della società romana, ma sarebbero stati imposti a tutti gli attori del sistema, caratterizzato da una feroce competizione per il potere e la sicurezza. Si muove un appunto all'applicazione non del tutto coerente dell'approccio sistemico da parte di Eckstein, che sembra voler giustificare i timori romani di un'invasione della penisola da parte di Filippo V, e dunque considera la prima guerra di Macedonia una guerra preventiva, nella prospettiva romana, ma non prende altrettanto sul serio i più motivati timori macedoni di un'invasione romana, e sembra condannare l'aggressività di Filippo V. Se si ritiene che fossero le caratteristiche del sistema a imporre a tutti simili comportamenti, l'indicazione dell'aggressore diviene priva di senso, e ogni guerra potrebbe considerarsi preventiva. Per Eckstein, a spiegare il successo romano in un ambiente tanto competitivo sarebbe stata la capacità di assimilazione dei popoli vinti, caratteristica della repubblica; a questo proposito, si rileva però il ruolo della coercizione nel mantenere unita la compagine imperiale. Infine, si sostiene la necessità di conferire pari dignità alle opposte testimonianze della multiforme esperienza dell'impero, superando la sterile contrapposizione fra identificazione e condanna.
L'imperialismo romano / Thornton, John. - STAMPA. - (2012), pp. 102-110.
L'imperialismo romano
THORNTON, John
2012
Abstract
In questo saggio si passa in rassegna il dibattito degli ultimi decenni intorno all'imperialismo romano, mettendo in rilievo l'oscillazione fra i due poli delle esigenze difensive e delle spinte economiche. Si analizzano le tesi di Harris, e la reazione contro di esse espressasi di recente in una serie di importanti interventi di Eckstein che ad Harris rimprovera l'inadeguatezza di un approccio esclusivamente metrocentrico: il problema dell'imperialismo romano andrebbe indagato invece all'interno del sistema internazionale cui apparteneva la repubblica. Il militarismo e la natura ultimativa della diplomazia romana non sarebbero caratteristiche eccezionali della società romana, ma sarebbero stati imposti a tutti gli attori del sistema, caratterizzato da una feroce competizione per il potere e la sicurezza. Si muove un appunto all'applicazione non del tutto coerente dell'approccio sistemico da parte di Eckstein, che sembra voler giustificare i timori romani di un'invasione della penisola da parte di Filippo V, e dunque considera la prima guerra di Macedonia una guerra preventiva, nella prospettiva romana, ma non prende altrettanto sul serio i più motivati timori macedoni di un'invasione romana, e sembra condannare l'aggressività di Filippo V. Se si ritiene che fossero le caratteristiche del sistema a imporre a tutti simili comportamenti, l'indicazione dell'aggressore diviene priva di senso, e ogni guerra potrebbe considerarsi preventiva. Per Eckstein, a spiegare il successo romano in un ambiente tanto competitivo sarebbe stata la capacità di assimilazione dei popoli vinti, caratteristica della repubblica; a questo proposito, si rileva però il ruolo della coercizione nel mantenere unita la compagine imperiale. Infine, si sostiene la necessità di conferire pari dignità alle opposte testimonianze della multiforme esperienza dell'impero, superando la sterile contrapposizione fra identificazione e condanna.File | Dimensione | Formato | |
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