Come aveva scritto nel 2002 il paleontologo di Harvard Stephen J. Gould, l’eredità darwiniana aveva bisogno di un robusto aggiornamento, sotto forma sia di revisioni di alcuni suoi principi, come l’adattazionismo forte, sia di estensione teorica ed empirica, capaci di includere nuovi fattori esplicativi. A dieci anni dalla scomparsa di Gould, quella prospettiva di “darwinismo esteso” o “pluralista” si è realizzata, a tutto vantaggio del rinnovato potere esplicativo del programma di ricerca evoluzionistico. Attorno a un nucleo neodarwiniano forte hanno guadagnato importanza i fattori macroevolutivi ed ecologici che influenzano profondamente l’evoluzione. Ne discende la possibilità di un rinnovato, esteso naturalismo neodarwiniano, privo delle scorciatoie metodologiche riduzioniste del passato e proprio per questo ancora più efficace. Nel quadro di tale prospettiva naturalistica il presente fascicolo persegue tre ambizioni: (1) “ripensare l’evoluzione umana”, per una nuova idea di natura e natura umana; (2) “ridefinire la teoria dell’evoluzione” per individuarne il nucleo centrale liberandola anche dai più diffusi fraintendimenti; (3) praticare una “integrazione neuroscienze-filosofia” per estendere l’approccio darwiniano alla mente, alla coscienza, all’empatia e alla cognizione sociale. I lavori che qui presentiamo sono un contributo alla discussione in corso. Ian Tattersall, il cui articolo apre il fascicolo, ripensando l’evoluzione sostiene che, contrariamente a quanto ancora semplicisticamente si crede, il modello di evoluzione umana non è lineare, come dimostrano le testimonianze crescenti di fossili umani. Un esame dello schema dell’evoluzione umana evidenzia come la specie Homo sapiens non sia il risultato di una sola linea modificatasi gradualmente, bensì un ultimo ramo di un lussureggiante cespuglio. Inoltre, la natura delle capacità cognitive umane si spiega meglio con un concorso di esattamento ed emergenza, piuttosto che come semplice estrapolazione delle tendenze che l’hanno preceduta. Telmo Pievani ridefinisce i termini epistemologici della transizione in corso fra la “sintesi moderna” e la cosiddetta “sintesi estesa”, interpretandola attraverso la metodologia dei programmi di ricerca scientifici, proposta da Imre Lakatos. Il programma di ricerca neodarwiniano, abbandonato il rigido quadro teorico della “sintesi moderna”, approda, attraverso uno slittamento progressivo, a un programma di ricerca più inclusivo, il cui nucleo teorico si allarga (il “darwinismo esteso” di Stephen J. Gould) all’interno di una cornice protettiva di tipo pluralista.
DALLA BIOLOGIA ALLA MENTE SOCIALE. INTERPRETAZIONI DARWINIANE / Attanasio, Alessandra; Pievani, T.. - STAMPA. - (2012), pp. 5-198.
DALLA BIOLOGIA ALLA MENTE SOCIALE. INTERPRETAZIONI DARWINIANE
ATTANASIO, Alessandra;
2012
Abstract
Come aveva scritto nel 2002 il paleontologo di Harvard Stephen J. Gould, l’eredità darwiniana aveva bisogno di un robusto aggiornamento, sotto forma sia di revisioni di alcuni suoi principi, come l’adattazionismo forte, sia di estensione teorica ed empirica, capaci di includere nuovi fattori esplicativi. A dieci anni dalla scomparsa di Gould, quella prospettiva di “darwinismo esteso” o “pluralista” si è realizzata, a tutto vantaggio del rinnovato potere esplicativo del programma di ricerca evoluzionistico. Attorno a un nucleo neodarwiniano forte hanno guadagnato importanza i fattori macroevolutivi ed ecologici che influenzano profondamente l’evoluzione. Ne discende la possibilità di un rinnovato, esteso naturalismo neodarwiniano, privo delle scorciatoie metodologiche riduzioniste del passato e proprio per questo ancora più efficace. Nel quadro di tale prospettiva naturalistica il presente fascicolo persegue tre ambizioni: (1) “ripensare l’evoluzione umana”, per una nuova idea di natura e natura umana; (2) “ridefinire la teoria dell’evoluzione” per individuarne il nucleo centrale liberandola anche dai più diffusi fraintendimenti; (3) praticare una “integrazione neuroscienze-filosofia” per estendere l’approccio darwiniano alla mente, alla coscienza, all’empatia e alla cognizione sociale. I lavori che qui presentiamo sono un contributo alla discussione in corso. Ian Tattersall, il cui articolo apre il fascicolo, ripensando l’evoluzione sostiene che, contrariamente a quanto ancora semplicisticamente si crede, il modello di evoluzione umana non è lineare, come dimostrano le testimonianze crescenti di fossili umani. Un esame dello schema dell’evoluzione umana evidenzia come la specie Homo sapiens non sia il risultato di una sola linea modificatasi gradualmente, bensì un ultimo ramo di un lussureggiante cespuglio. Inoltre, la natura delle capacità cognitive umane si spiega meglio con un concorso di esattamento ed emergenza, piuttosto che come semplice estrapolazione delle tendenze che l’hanno preceduta. Telmo Pievani ridefinisce i termini epistemologici della transizione in corso fra la “sintesi moderna” e la cosiddetta “sintesi estesa”, interpretandola attraverso la metodologia dei programmi di ricerca scientifici, proposta da Imre Lakatos. Il programma di ricerca neodarwiniano, abbandonato il rigido quadro teorico della “sintesi moderna”, approda, attraverso uno slittamento progressivo, a un programma di ricerca più inclusivo, il cui nucleo teorico si allarga (il “darwinismo esteso” di Stephen J. Gould) all’interno di una cornice protettiva di tipo pluralista.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.