The placement of the loan of Swiss Banks, 1954 in Mediocredito fits into the frame Italian currency era. Was found on a balance against the dollar, but an imbalance rather negative attitude of the European Payments Union. This is evidenced by the fact that the credit balance of Italy against the EPU, amounting to 205 million units of account in June 1952, he canceled a year later in May-June of 1953 to become, in 1954, a balance liabilities of 154 million units of account, remembering that a dollar is equivalent to a unit of account (u / c). Furthermore, considering that the loan was paid by the Union, an international body of compensation, it went to differ, albeit slightly, the time when Italy, according to the rules in force at the time, would have reached the limit of its "amount of credit" and would have to pay in gold the full amount of its debit balances. In this scenario, it is true that the Italian government granted a partial loan guarantee their gold reserves, but we must add that in the same period Italy was to cover its deficit to the EPU at a rate of 50% in gold. In this way, thanks to the loan in Swiss francs, was charged as security a metal that without the loan in question, it would have to go into the hands of others. This is undeniably one of the greatest conveniences of the "Carli", and sheds light on why the Bank of Italy, previously reluctant to similar interventions, expressed a favorable opinion on so important a task especially when compared with other dell ' epoca.Alla light of the financial feasibility for the balance of the balance of payments Italian, of course you have to consider the economic value. The money retrieved with the transaction Switzerland was actually used in the development of the pattern of trade with foreign countries. Were stimulated exports, supervised consumption, was made the fight against unemployment. The loan received from Switzerland had itself also encouraging political perspectives.

La collocazione del prestito delle Banche Svizzere del 1954 a Mediocredito va inserita nella cornice valutaria italiana dell’epoca. Si riscontrava un relativo equilibrio nei confronti dell’area del dollaro, ma uno squilibrio piuttosto negativo nei confronti dell’area dell’Unione Pagamenti Europei. Ciò è dimostrato dal fatto che il saldo creditore dell’Italia nei confronti dell’Uep, pari a 205 milioni di unità di conto nel giugno del 1952, si annullò un anno dopo nel maggio-giugno del 1953 per diventare, nel 1954, un saldo passivo di 154 milioni di unità di conto, ricordando che un dollaro equivale ad una unità di conto (u/c). Considerando, inoltre, che il prestito fu versato tramite l’Unione, organo internazionale di compensazione, esso andò a differire, seppur di poco, il momento in cui l’Italia, secondo le regole vigenti dell’epoca, avrebbe raggiunto il limite della propria “quota di credito” e avrebbe dovuto corrispondere in oro l’ammontare pieno dei suoi saldi passivi. In questo scenario, è vero che il governo italiano concedeva a parziale garanzia del prestito le proprie riserve auree, ma si deve aggiungere che nello stesso periodo l’Italia doveva coprire il proprio disavanzo verso l’Uep in misura del 50% in oro. In tal modo, grazie al prestito in franchi svizzeri, fu concesso in garanzia un metallo che, senza il prestito in questione, sarebbe dovuto passare in mani altrui. Questo è innegabilmente una delle maggiori convenienze dell’operazione “Carli”, e fa luce sul motivo per cui la Banca d’Italia, precedentemente restia a simili interventi, espresse parere favorevole a un’operazione così importante soprattutto se comparata con le altre dell’epoca. Alla luce della convenienza finanziaria per l’equilibrio della bilancia dei pagamenti italiana, bisogna considerare ovviamente la valenza economica. Il denaro reperito con la transazione elvetica fu effettivamente utilizzato nello sviluppo delle correnti commerciali con l’estero. Furono stimolate le esportazioni, sorvegliati i consumi, fu fatta lotta alla disoccupazione. Il prestito ricevuto dalla Svizzera aveva in sé anche incoraggianti prospettive politiche.

Le relazioni finanziarie tra Italia e Svizzera nel secondo dopoguerra: l’”operazione Guido Carli” del 1954 / A., Rigano; Strangio, Donatella. - STAMPA. - (2018), pp. 461-490.

Le relazioni finanziarie tra Italia e Svizzera nel secondo dopoguerra: l’”operazione Guido Carli” del 1954

STRANGIO, Donatella
2018

Abstract

The placement of the loan of Swiss Banks, 1954 in Mediocredito fits into the frame Italian currency era. Was found on a balance against the dollar, but an imbalance rather negative attitude of the European Payments Union. This is evidenced by the fact that the credit balance of Italy against the EPU, amounting to 205 million units of account in June 1952, he canceled a year later in May-June of 1953 to become, in 1954, a balance liabilities of 154 million units of account, remembering that a dollar is equivalent to a unit of account (u / c). Furthermore, considering that the loan was paid by the Union, an international body of compensation, it went to differ, albeit slightly, the time when Italy, according to the rules in force at the time, would have reached the limit of its "amount of credit" and would have to pay in gold the full amount of its debit balances. In this scenario, it is true that the Italian government granted a partial loan guarantee their gold reserves, but we must add that in the same period Italy was to cover its deficit to the EPU at a rate of 50% in gold. In this way, thanks to the loan in Swiss francs, was charged as security a metal that without the loan in question, it would have to go into the hands of others. This is undeniably one of the greatest conveniences of the "Carli", and sheds light on why the Bank of Italy, previously reluctant to similar interventions, expressed a favorable opinion on so important a task especially when compared with other dell ' epoca.Alla light of the financial feasibility for the balance of the balance of payments Italian, of course you have to consider the economic value. The money retrieved with the transaction Switzerland was actually used in the development of the pattern of trade with foreign countries. Were stimulated exports, supervised consumption, was made the fight against unemployment. The loan received from Switzerland had itself also encouraging political perspectives.
2018
Banche e banchieri in Italia e in Svizzera. Attività, istituzioni e dinamiche finanziarie tra XVI e XXI secolo
978-88-15-26391-9
La collocazione del prestito delle Banche Svizzere del 1954 a Mediocredito va inserita nella cornice valutaria italiana dell’epoca. Si riscontrava un relativo equilibrio nei confronti dell’area del dollaro, ma uno squilibrio piuttosto negativo nei confronti dell’area dell’Unione Pagamenti Europei. Ciò è dimostrato dal fatto che il saldo creditore dell’Italia nei confronti dell’Uep, pari a 205 milioni di unità di conto nel giugno del 1952, si annullò un anno dopo nel maggio-giugno del 1953 per diventare, nel 1954, un saldo passivo di 154 milioni di unità di conto, ricordando che un dollaro equivale ad una unità di conto (u/c). Considerando, inoltre, che il prestito fu versato tramite l’Unione, organo internazionale di compensazione, esso andò a differire, seppur di poco, il momento in cui l’Italia, secondo le regole vigenti dell’epoca, avrebbe raggiunto il limite della propria “quota di credito” e avrebbe dovuto corrispondere in oro l’ammontare pieno dei suoi saldi passivi. In questo scenario, è vero che il governo italiano concedeva a parziale garanzia del prestito le proprie riserve auree, ma si deve aggiungere che nello stesso periodo l’Italia doveva coprire il proprio disavanzo verso l’Uep in misura del 50% in oro. In tal modo, grazie al prestito in franchi svizzeri, fu concesso in garanzia un metallo che, senza il prestito in questione, sarebbe dovuto passare in mani altrui. Questo è innegabilmente una delle maggiori convenienze dell’operazione “Carli”, e fa luce sul motivo per cui la Banca d’Italia, precedentemente restia a simili interventi, espresse parere favorevole a un’operazione così importante soprattutto se comparata con le altre dell’epoca. Alla luce della convenienza finanziaria per l’equilibrio della bilancia dei pagamenti italiana, bisogna considerare ovviamente la valenza economica. Il denaro reperito con la transazione elvetica fu effettivamente utilizzato nello sviluppo delle correnti commerciali con l’estero. Furono stimolate le esportazioni, sorvegliati i consumi, fu fatta lotta alla disoccupazione. Il prestito ricevuto dalla Svizzera aveva in sé anche incoraggianti prospettive politiche.
Finanza; XX secolo; Italia; Svizzera; Banca d'Italia
02 Pubblicazione su volume::02a Capitolo o Articolo
Le relazioni finanziarie tra Italia e Svizzera nel secondo dopoguerra: l’”operazione Guido Carli” del 1954 / A., Rigano; Strangio, Donatella. - STAMPA. - (2018), pp. 461-490.
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