La politica ha sempre avuto un rapporto travagliato con la verità. Per un verso la menzogna è stata uno strumento utilizzato senza remore da governanti, monarchi, imperatori, ministri, leader di movimenti -- così come la guerra è stata fi no agli anni Venti del XX secolo uno strumento normale della politica. È solo negli ultimi decenni che è venuta affermandosi, nella gran parte dei paesi democratici, una legislazione che vincola le istituzioni, e chi ne è responsabile, alla trasparenza nei rapporti con i cittadini -- ovvero a non mentire. È ancora possibile oggi preservare questo rapporto privilegiato con una verità “indisponibile”, che non si lascia ridurre alla giustifi cazione sulla base della convergenza fra posizioni diverse, e coniugarlo con una visione pluralistica e democratica dell’ordinamento politico? Anche l’immaginazione entra in un rapporto complesso con la politica. La politica da un lato è sempre in contrapposizione alla “mera immaginazione”: comporta una presa sulla realtà che i “sognatori” non possiedono e la cui mancanza li condanna allo scacco. Dall’altro lato, la politica che convince, che attrae e muove le persone non può non fare appello all’immaginazione e alla sua capacità di prefi gurarci qualcosa che trascende l’esistente. Vision è il nome con cui questa capacità di attingere al potere dell’immaginazione è conosciuta nel tempo in cui la democrazia, da opzione fra molte, è divenuta un orizzonte imprescindibile. Su questo doppio nesso la comunità scientifica dei filosofi politici italiani ha scelto di condurre una riflessione approfondita ed ampia che ne ha esplorato un po’ tutti i risvolti, soffermandosi ora maggiormente sul rapporto fra verità e politica, ora sulla relazione che unisce la politica all’immaginazione.
Verità, politica e immaginazione nella filosofia pragmatista: Richard Rorty / Cedroni, Lorella. - STAMPA. - (2012), pp. 197-210.
Verità, politica e immaginazione nella filosofia pragmatista: Richard Rorty
CEDRONI, Lorella
2012
Abstract
La politica ha sempre avuto un rapporto travagliato con la verità. Per un verso la menzogna è stata uno strumento utilizzato senza remore da governanti, monarchi, imperatori, ministri, leader di movimenti -- così come la guerra è stata fi no agli anni Venti del XX secolo uno strumento normale della politica. È solo negli ultimi decenni che è venuta affermandosi, nella gran parte dei paesi democratici, una legislazione che vincola le istituzioni, e chi ne è responsabile, alla trasparenza nei rapporti con i cittadini -- ovvero a non mentire. È ancora possibile oggi preservare questo rapporto privilegiato con una verità “indisponibile”, che non si lascia ridurre alla giustifi cazione sulla base della convergenza fra posizioni diverse, e coniugarlo con una visione pluralistica e democratica dell’ordinamento politico? Anche l’immaginazione entra in un rapporto complesso con la politica. La politica da un lato è sempre in contrapposizione alla “mera immaginazione”: comporta una presa sulla realtà che i “sognatori” non possiedono e la cui mancanza li condanna allo scacco. Dall’altro lato, la politica che convince, che attrae e muove le persone non può non fare appello all’immaginazione e alla sua capacità di prefi gurarci qualcosa che trascende l’esistente. Vision è il nome con cui questa capacità di attingere al potere dell’immaginazione è conosciuta nel tempo in cui la democrazia, da opzione fra molte, è divenuta un orizzonte imprescindibile. Su questo doppio nesso la comunità scientifica dei filosofi politici italiani ha scelto di condurre una riflessione approfondita ed ampia che ne ha esplorato un po’ tutti i risvolti, soffermandosi ora maggiormente sul rapporto fra verità e politica, ora sulla relazione che unisce la politica all’immaginazione.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.