Da Calvino a Fenoglio, da Vittorini a Rea, da Zavattini a Gadda: la "chimera" del neorealismo, assai più imprendibile di quanto il senso comune non riconosca, lascia emergere viva e veramente "nuova" la propria immagine nelle voci che seppero attraversare, anche controcorrente, la sua stagione, elaborandone le ragioni. Ossia sedimentandone le irrequietezze per concepire – nella materia stessa della lingua e delle forme – inedite e inaudite visioni del mondo (storico e fisico) e del caos che lo assedia e di continuo disgrega e ricostruisce; tantopiù nell'istante di quello sradicante e palingenetico "azzeramento" a cui il Paese si trovò a far fronte al termine della seconda grande guerra. Sperimentare dal didentro la profondità della magmatica superficie, la pullulante e persino fantasmagorica vitalità del "quadrante" che (a vedere di Gadda) costituisce la modalità in cui il reale "affiora" e si manifesta, appare il nodo del processo conoscitivo intrapreso da queste "nuove" (e dopo di allora, forse, irreplicate) specie di immersione nel reale e nella sua materia; ma per spingersi sempre più verso la radice, a rintracciare il meccanismo profondo che soggiace a quel quadrante, e ne determina lo scorrere. Nel riflettersi di queste aperte prospettive, nel loro convergere e diffrangersi, si fanno spazio sempre rinnovate possibilità di avvertire quella capacità di visione – da condurre nel cuore stesso del reale, – che animò le più radicali scritture di quegli anni, e che non smette di trasmettersi fino al nostro tempo, a sorprenderci per un sempre sorgivo potere di arcane e fluide, mai addomesticabili, energie.
Dentro il quadrante. Forme di visione nel tempo del neorealismo / Pomilio, Tommaso. - STAMPA. - (2012).
Dentro il quadrante. Forme di visione nel tempo del neorealismo
POMILIO, Tommaso
2012
Abstract
Da Calvino a Fenoglio, da Vittorini a Rea, da Zavattini a Gadda: la "chimera" del neorealismo, assai più imprendibile di quanto il senso comune non riconosca, lascia emergere viva e veramente "nuova" la propria immagine nelle voci che seppero attraversare, anche controcorrente, la sua stagione, elaborandone le ragioni. Ossia sedimentandone le irrequietezze per concepire – nella materia stessa della lingua e delle forme – inedite e inaudite visioni del mondo (storico e fisico) e del caos che lo assedia e di continuo disgrega e ricostruisce; tantopiù nell'istante di quello sradicante e palingenetico "azzeramento" a cui il Paese si trovò a far fronte al termine della seconda grande guerra. Sperimentare dal didentro la profondità della magmatica superficie, la pullulante e persino fantasmagorica vitalità del "quadrante" che (a vedere di Gadda) costituisce la modalità in cui il reale "affiora" e si manifesta, appare il nodo del processo conoscitivo intrapreso da queste "nuove" (e dopo di allora, forse, irreplicate) specie di immersione nel reale e nella sua materia; ma per spingersi sempre più verso la radice, a rintracciare il meccanismo profondo che soggiace a quel quadrante, e ne determina lo scorrere. Nel riflettersi di queste aperte prospettive, nel loro convergere e diffrangersi, si fanno spazio sempre rinnovate possibilità di avvertire quella capacità di visione – da condurre nel cuore stesso del reale, – che animò le più radicali scritture di quegli anni, e che non smette di trasmettersi fino al nostro tempo, a sorprenderci per un sempre sorgivo potere di arcane e fluide, mai addomesticabili, energie.File | Dimensione | Formato | |
---|---|---|---|
Pomilio_Dentro-il-quadrante_2012.pdf
solo gestori archivio
Tipologia:
Versione editoriale (versione pubblicata con il layout dell'editore)
Licenza:
Tutti i diritti riservati (All rights reserved)
Dimensione
1.2 MB
Formato
Adobe PDF
|
1.2 MB | Adobe PDF | Contatta l'autore |
I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.