La storia del diritto d’autore in Italia è influenzata, sotto certi aspetti, da modelli europei, in particolare quello francese e quello inglese. Alcune peculiarità del diritto italiano, tuttavia, gli hanno consentito a sua volta di divenire un modello, sebbene di minore importanza, per altri Paesi. I primi esempi di questo fenomeno si trovano a Venezia, con i privilegi di stampa del sec. XV, e nel corso del secolo successivo anche in Inghilterra e Francia. In Inghilterra, lo Statuto di Anna del 1710, che attribuisce all’autore e all’editore un diritto esclusivo di stampa e introduce un termine per lo sfruttamento di questo diritto, è considerato la norma all’origine del copyright, mentre per la Francia la base del sistema del diritto d’autore è rappresentata dalla legge del 1793, che riconosce la proprietà dell’opera all’autore durante la sua vita e ai suoi eredi per un periodo di dieci anni, istaurando così una « proprietà a termine ». Il diritto d’autore non figura nel Code civil o negli altri codici, ma è regolato da leggi speciali, e questo aspetto, particolarmente interessante, non è stato finora sottolineato dalla storiografia ; malgrado il silenzio della codificazione, il diritto d’autore francese si è diffuso in tutta l’Europa continentale e principalmente in Italia, diventando un sistema generale di protezione della proprietà intellettuale. In Italia, è stata mantenuta la sostanza della prescrizione normativa francese, pur nella diversità della struttura formale, con l’inserimento nel Codice albertino di un articolo di principio sui diritti dell’autore, e il rinvio alle leggi speciali per la loro regolamentazione ; tale articolo di principio sarà mantenuto nei codici successivi. Nel codice del 1942 attualmente vigente in Italia, gli articoli relativi alle opere dell’ingegno umano sono stati spostati, probabilmente per influsso della dottrina inglese, dal titolo « della proprietà » a quello « del lavoro ». Il diritto d’autore italiano ha esercitato, dall’inizio del XIX sec. e fino alla convenzione di Berna, la sua influenza su altre legislazioni, grazie alle sue scelte lessicali e alla sistematicità delle soluzioni.
Tra 'copyright' e 'droit d'auteur'. Origine e sviluppo della proprietà intellettuale in Europa / Moscati, Laura. - STAMPA. - (2012).
Tra 'copyright' e 'droit d'auteur'. Origine e sviluppo della proprietà intellettuale in Europa.
MOSCATI, Laura
2012
Abstract
La storia del diritto d’autore in Italia è influenzata, sotto certi aspetti, da modelli europei, in particolare quello francese e quello inglese. Alcune peculiarità del diritto italiano, tuttavia, gli hanno consentito a sua volta di divenire un modello, sebbene di minore importanza, per altri Paesi. I primi esempi di questo fenomeno si trovano a Venezia, con i privilegi di stampa del sec. XV, e nel corso del secolo successivo anche in Inghilterra e Francia. In Inghilterra, lo Statuto di Anna del 1710, che attribuisce all’autore e all’editore un diritto esclusivo di stampa e introduce un termine per lo sfruttamento di questo diritto, è considerato la norma all’origine del copyright, mentre per la Francia la base del sistema del diritto d’autore è rappresentata dalla legge del 1793, che riconosce la proprietà dell’opera all’autore durante la sua vita e ai suoi eredi per un periodo di dieci anni, istaurando così una « proprietà a termine ». Il diritto d’autore non figura nel Code civil o negli altri codici, ma è regolato da leggi speciali, e questo aspetto, particolarmente interessante, non è stato finora sottolineato dalla storiografia ; malgrado il silenzio della codificazione, il diritto d’autore francese si è diffuso in tutta l’Europa continentale e principalmente in Italia, diventando un sistema generale di protezione della proprietà intellettuale. In Italia, è stata mantenuta la sostanza della prescrizione normativa francese, pur nella diversità della struttura formale, con l’inserimento nel Codice albertino di un articolo di principio sui diritti dell’autore, e il rinvio alle leggi speciali per la loro regolamentazione ; tale articolo di principio sarà mantenuto nei codici successivi. Nel codice del 1942 attualmente vigente in Italia, gli articoli relativi alle opere dell’ingegno umano sono stati spostati, probabilmente per influsso della dottrina inglese, dal titolo « della proprietà » a quello « del lavoro ». Il diritto d’autore italiano ha esercitato, dall’inizio del XIX sec. e fino alla convenzione di Berna, la sua influenza su altre legislazioni, grazie alle sue scelte lessicali e alla sistematicità delle soluzioni.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.