Dell’importanza del paesaggio nella determinazione (e nella tutela) dell’identità vi è consapevolezza da moltissimi anni. Il paesaggio come fisionomia, caratteristica, singolarità – quindi come identità - per la quale una nazione (e una regione, una provincia, una città) si differenzia dall’altra. Al concetto di identità, oltre che al concetto di territorio e di paesaggio, si lega anche al concetto di sostenibilità. Perché parlare di sviluppo sostenibile, non significa parlare di uno sviluppo che risparmi, dove può e quando può, qualcosa dell’ambiente. Non significa alludere a mediazioni, a compromessi, tra un’esigenza (lo sviluppo) che di per sé consuma e distrugge risorse ambientali, e un’altra esigenza che viceversa quelle risorse vorrebbe conservare. Sviluppo sostenibile significa invece “uno sviluppo che soddisfi i bisogni del presente senza compromettere la capacità delle generazioni future di soddisfare i propri”. E’ una definizione ben più severa di quella della mediazione e del compromesso. Significa assumere, per la stessa valutazione dello sviluppo, parametri radicalmente diversi da quelli adoperati correntemente. E nella pratica significa a fare dei rigorosi bilanci tra le risorse che si impiegano per trasformare il territorio e dar luogo a nuove attività e le nuove risorse che si reimmettono nel ciclo vitale. Tra le risorse, particolare importanza ha il territorio, inteso come il luogo fisico della vita e delle attività dell’uomo, da condividere con il funzionamento dell’ecosistema terra, che ci fornisce acqua e aria pulita, cibo, energia, ma anche paesaggio nel senso già spiegato. Il territorio è quindi insieme fonte di sussistenza e di identità, e perciò da rispettare come prima risorsa. Appare evidente che l’identità di una comunità è strettamente connessa al territorio; essa è costituita da molte cose: la lingua, la cultura materiale e quella intellettuale, la forma delle città, delle case e degli arredi, il paesaggio nelle sue diverse componenti, la memoria comune, i nomi e i patronimici delle persone, i sapori naturali e quelli delle composizioni culinarie, i materiali adoperati per vestirsi e per costruire… L’elenco non è completo, ma si vuol socializzare la consapevolezza della dimensione, dello spessore dell’argomento. La percezione del territorio da parte dei suoi abitanti è una variabile fondamentale per la sua evoluzione: dove esso è percepito come tabula rasa per lo sfruttamento economico, e contemporaneamente dispensatore infinito di utilità gratuite, non ci sarà atto di tutela d’imperio capace di evitare un comportamento conseguente. Dove si riuscirà a condividere una percezione del paesaggio come un delicato equilibrio di uso umano e funzionamento dell’ecosistema, ma soprattutto come un luogo di grandezza finita incapace di accogliere una crescita illimitatà, là si avrà una tutela efficace, perché le comunità insediate (comunque capaci di incidere profondamente sulle scelte economiche) avranno la percezione della insostituibilità dei propri “monumenti” identitari (paesaggistici, culturali, ecc.) Emerge quindi naturalmente l’inidoneità dello sviluppo, inteso come crescita, al conseguimento degli obiettivi qui ipotizzati. Possiamo però intendere “sviluppo” come “evoluzione” oppure “gestione” dell’immenso patrimonio naturale e umano portato sino a noi dalle civiltà che ci hanno preceduto, e l’uso corretto di tale patrimonio, finalizzato alla nostra felicità e contemporaneamente al suo mantenimento e incremento, non sarà più in conflitto con il “benessere” inteso come incremento senza fine del possesso di beni materiali. Una comunità così consapevole avrà anche la volontà e la forza di opporsi all’ondata colonizzatrice della globalizzazione, che priva di riferimenti identitari a qualsiasi sito, tutti li calpesta con la complicità delle comunità, spesso pronte a svendere i propri tesori (che sono quelli che li rendono unici e interessanti) in cambio di un brand che li faccia sentire uguali a tutti gli altri.

Il Mediterraneo veicolo di identità per l'uso del territorio / R., Ivaldi; Ivaldi, Paolo. - STAMPA. - (2012), pp. 97-113.

Il Mediterraneo veicolo di identità per l'uso del territorio

IVALDI, PAOLO
2012

Abstract

Dell’importanza del paesaggio nella determinazione (e nella tutela) dell’identità vi è consapevolezza da moltissimi anni. Il paesaggio come fisionomia, caratteristica, singolarità – quindi come identità - per la quale una nazione (e una regione, una provincia, una città) si differenzia dall’altra. Al concetto di identità, oltre che al concetto di territorio e di paesaggio, si lega anche al concetto di sostenibilità. Perché parlare di sviluppo sostenibile, non significa parlare di uno sviluppo che risparmi, dove può e quando può, qualcosa dell’ambiente. Non significa alludere a mediazioni, a compromessi, tra un’esigenza (lo sviluppo) che di per sé consuma e distrugge risorse ambientali, e un’altra esigenza che viceversa quelle risorse vorrebbe conservare. Sviluppo sostenibile significa invece “uno sviluppo che soddisfi i bisogni del presente senza compromettere la capacità delle generazioni future di soddisfare i propri”. E’ una definizione ben più severa di quella della mediazione e del compromesso. Significa assumere, per la stessa valutazione dello sviluppo, parametri radicalmente diversi da quelli adoperati correntemente. E nella pratica significa a fare dei rigorosi bilanci tra le risorse che si impiegano per trasformare il territorio e dar luogo a nuove attività e le nuove risorse che si reimmettono nel ciclo vitale. Tra le risorse, particolare importanza ha il territorio, inteso come il luogo fisico della vita e delle attività dell’uomo, da condividere con il funzionamento dell’ecosistema terra, che ci fornisce acqua e aria pulita, cibo, energia, ma anche paesaggio nel senso già spiegato. Il territorio è quindi insieme fonte di sussistenza e di identità, e perciò da rispettare come prima risorsa. Appare evidente che l’identità di una comunità è strettamente connessa al territorio; essa è costituita da molte cose: la lingua, la cultura materiale e quella intellettuale, la forma delle città, delle case e degli arredi, il paesaggio nelle sue diverse componenti, la memoria comune, i nomi e i patronimici delle persone, i sapori naturali e quelli delle composizioni culinarie, i materiali adoperati per vestirsi e per costruire… L’elenco non è completo, ma si vuol socializzare la consapevolezza della dimensione, dello spessore dell’argomento. La percezione del territorio da parte dei suoi abitanti è una variabile fondamentale per la sua evoluzione: dove esso è percepito come tabula rasa per lo sfruttamento economico, e contemporaneamente dispensatore infinito di utilità gratuite, non ci sarà atto di tutela d’imperio capace di evitare un comportamento conseguente. Dove si riuscirà a condividere una percezione del paesaggio come un delicato equilibrio di uso umano e funzionamento dell’ecosistema, ma soprattutto come un luogo di grandezza finita incapace di accogliere una crescita illimitatà, là si avrà una tutela efficace, perché le comunità insediate (comunque capaci di incidere profondamente sulle scelte economiche) avranno la percezione della insostituibilità dei propri “monumenti” identitari (paesaggistici, culturali, ecc.) Emerge quindi naturalmente l’inidoneità dello sviluppo, inteso come crescita, al conseguimento degli obiettivi qui ipotizzati. Possiamo però intendere “sviluppo” come “evoluzione” oppure “gestione” dell’immenso patrimonio naturale e umano portato sino a noi dalle civiltà che ci hanno preceduto, e l’uso corretto di tale patrimonio, finalizzato alla nostra felicità e contemporaneamente al suo mantenimento e incremento, non sarà più in conflitto con il “benessere” inteso come incremento senza fine del possesso di beni materiali. Una comunità così consapevole avrà anche la volontà e la forza di opporsi all’ondata colonizzatrice della globalizzazione, che priva di riferimenti identitari a qualsiasi sito, tutti li calpesta con la complicità delle comunità, spesso pronte a svendere i propri tesori (che sono quelli che li rendono unici e interessanti) in cambio di un brand che li faccia sentire uguali a tutti gli altri.
2012
Evoluzione delle civiltà lungo le vie del Mediterraneo. Un modello di sviluppo eco-compatibile per la salvaguardia del mare e la valorizzazione della fascia costiera
paesaggio; sostenibilità; territorio
02 Pubblicazione su volume::02a Capitolo o Articolo
Il Mediterraneo veicolo di identità per l'uso del territorio / R., Ivaldi; Ivaldi, Paolo. - STAMPA. - (2012), pp. 97-113.
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11573/446693
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