Il saggio rilegge criticamente e discute le interpretazioni degli ultimi trenta anni dello sviluppo locale, analizzando le diverse componenti del concetto. Le analisi sullo sviluppo locale condotte in Italia a partire dalla seconda metà degli anni Settanta, hanno di fatto inaugurato un fecondo settore di analisi e di studio per la sociologia economica, aprendo al dibattito e favorendo il confronto tra studiosi su temi propri della disciplina, quali la costruzione, riproduzione e lettura dei fattori economici come fattori sociali territorialmente situati. Uno dei principali insegnamenti che si sarebbe dovuto trarre dalle ricerche pionieristiche di quel tempo è la fruttuosità e quindi la necessità di una analisi congiunta e interrelata della sfera sociale, istituzionale e economica. Nella prassi di molti studi successivi però la tendenza a specializzare le analisi condotte nel solco di filoni disciplinari seppur cognitivamente relazionati ma distinti, quali l’analisi politica, sociale e economica, ha prodotto paradossalmente un rincrudimento della divisione disciplinare. Si affronta quindi la necessità di aggettivare lo sviluppo non più analizzabile come una mera crescita economica né come un succedersi di univoci modi organizzativi del produrre e del ridistribuire, e si sottolinea come le forze omogeneizzanti della globalizzazione siano contrastate e rimodellate da radicamenti e sedimentazioni sociali delle diversità socio-economiche, dei contesti locali.
Quale sviluppo? Quale locale? Ripensando i sistemi territoriali nel secondo millennio / CALZA BINI, Paolo. - STAMPA. - (2012), pp. 11-33.
Quale sviluppo? Quale locale? Ripensando i sistemi territoriali nel secondo millennio.
CALZA BINI, Paolo
2012
Abstract
Il saggio rilegge criticamente e discute le interpretazioni degli ultimi trenta anni dello sviluppo locale, analizzando le diverse componenti del concetto. Le analisi sullo sviluppo locale condotte in Italia a partire dalla seconda metà degli anni Settanta, hanno di fatto inaugurato un fecondo settore di analisi e di studio per la sociologia economica, aprendo al dibattito e favorendo il confronto tra studiosi su temi propri della disciplina, quali la costruzione, riproduzione e lettura dei fattori economici come fattori sociali territorialmente situati. Uno dei principali insegnamenti che si sarebbe dovuto trarre dalle ricerche pionieristiche di quel tempo è la fruttuosità e quindi la necessità di una analisi congiunta e interrelata della sfera sociale, istituzionale e economica. Nella prassi di molti studi successivi però la tendenza a specializzare le analisi condotte nel solco di filoni disciplinari seppur cognitivamente relazionati ma distinti, quali l’analisi politica, sociale e economica, ha prodotto paradossalmente un rincrudimento della divisione disciplinare. Si affronta quindi la necessità di aggettivare lo sviluppo non più analizzabile come una mera crescita economica né come un succedersi di univoci modi organizzativi del produrre e del ridistribuire, e si sottolinea come le forze omogeneizzanti della globalizzazione siano contrastate e rimodellate da radicamenti e sedimentazioni sociali delle diversità socio-economiche, dei contesti locali.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.