Le malattie infettive sono causate da microrganismi che interagiscono in modo complesso con l’ospite. La scoperta degli antibiotici e il loro impiego sono risultati molto efficaci nel trattamento delle infezioni batteriche e fungine, ma il loro uso indiscriminato ha purtroppo causato lo sviluppo di ceppi patogeni resistenti. Infatti, negli ultimi anni le terapie anticancro (chemio e radio-terapia) e l’AIDS hanno pesantemente contribuito all’aggravarsi dell’immunocompromissione dei pazienti che vivono a lungo in questo stato. Difatti, in questi pazienti sono ricorrenti le infezioni fungine localizzate e sistemiche e per prevenire l’evolversi di tali patologie viene incrementato l’uso di farmaci antimicotici anche per la profilassi. Purtroppo, con l’uso eccessivo di questi farmaci si è registrato anche un significativo incremento dei fenomeni di resistenza agli antimicotici (1). Storicamente la resistenza clinica è stata definita come persistenza o progressione di un’infezione nonostante la terapia antimicrobica appropriata. Una successiva risposta clinica alla terapia antimicrobica, tipicamente, non solo dipende dalla suscettibilità dell’organismo patogeno, ma molto dal suo sistema immunitario, dalla penetrazione e distribuzione del farmaco e da complicanze nel paziente. La resistenza in vitro di un isolato può essere descritta come primaria o secondaria. Un organismo che risulta resistente ad un farmaco prima dell’esposizione presenta resistenza primaria intrinseca. La resistenza secondaria si sviluppa in risposta all’esposizione ad agenti antimicotici (2). Una correlazione di suscettibilità rivelata in vitro con quella riscontrata in vivo, è stata osservata per infezioni mucosali di Candida in pazienti HIV positivi (3). Candida albicans (C. albicans) è un fungo diploide che vive solitamente come colonizzatore innocuo e commensale del tratto gastrointestinale e genitale dell’uomo, oppure come patogeno opportunista in presenza di uno o più fattori predisponenti (4). La sua patogenicità è dovuta alla capacità di invadere tessuti e organi e di dar luogo a difficili, talvolta intrattabili, infezioni superficiali. Anche l’abilità di C. albicans nel formare biofilm sulle superfici (cellule endoteliali e cateteri) è considerata responsabile della “resistenza clinica”. È noto infatti, che la formazione dei biofilms può conferire protezione al microrganismo all’interno degli strati, portando al fallimento della terapia antimicotica (5).

Meccanismo di azione e proprietà terapeutiche dell’olio essenziale di Melaleuca alternifolia su ceppi farmacosensibili e farmacoresistenti di Candida albicans / Marisa, Colone; Francesca, Mondello; Annarica, Calcabrini; Laura, Toccacieli; Angiolella, Letizia; Antonietta, Girolamo; Nicolina, Mastrangelo; Giuseppe, Arancia; Antonio, Cassone; Annarita, Stringaro. - ELETTRONICO. - 19(2011), pp. 120-125.

Meccanismo di azione e proprietà terapeutiche dell’olio essenziale di Melaleuca alternifolia su ceppi farmacosensibili e farmacoresistenti di Candida albicans

ANGIOLELLA, Letizia;
2011

Abstract

Le malattie infettive sono causate da microrganismi che interagiscono in modo complesso con l’ospite. La scoperta degli antibiotici e il loro impiego sono risultati molto efficaci nel trattamento delle infezioni batteriche e fungine, ma il loro uso indiscriminato ha purtroppo causato lo sviluppo di ceppi patogeni resistenti. Infatti, negli ultimi anni le terapie anticancro (chemio e radio-terapia) e l’AIDS hanno pesantemente contribuito all’aggravarsi dell’immunocompromissione dei pazienti che vivono a lungo in questo stato. Difatti, in questi pazienti sono ricorrenti le infezioni fungine localizzate e sistemiche e per prevenire l’evolversi di tali patologie viene incrementato l’uso di farmaci antimicotici anche per la profilassi. Purtroppo, con l’uso eccessivo di questi farmaci si è registrato anche un significativo incremento dei fenomeni di resistenza agli antimicotici (1). Storicamente la resistenza clinica è stata definita come persistenza o progressione di un’infezione nonostante la terapia antimicrobica appropriata. Una successiva risposta clinica alla terapia antimicrobica, tipicamente, non solo dipende dalla suscettibilità dell’organismo patogeno, ma molto dal suo sistema immunitario, dalla penetrazione e distribuzione del farmaco e da complicanze nel paziente. La resistenza in vitro di un isolato può essere descritta come primaria o secondaria. Un organismo che risulta resistente ad un farmaco prima dell’esposizione presenta resistenza primaria intrinseca. La resistenza secondaria si sviluppa in risposta all’esposizione ad agenti antimicotici (2). Una correlazione di suscettibilità rivelata in vitro con quella riscontrata in vivo, è stata osservata per infezioni mucosali di Candida in pazienti HIV positivi (3). Candida albicans (C. albicans) è un fungo diploide che vive solitamente come colonizzatore innocuo e commensale del tratto gastrointestinale e genitale dell’uomo, oppure come patogeno opportunista in presenza di uno o più fattori predisponenti (4). La sua patogenicità è dovuta alla capacità di invadere tessuti e organi e di dar luogo a difficili, talvolta intrattabili, infezioni superficiali. Anche l’abilità di C. albicans nel formare biofilm sulle superfici (cellule endoteliali e cateteri) è considerata responsabile della “resistenza clinica”. È noto infatti, che la formazione dei biofilms può conferire protezione al microrganismo all’interno degli strati, portando al fallimento della terapia antimicotica (5).
2011
RAPPORTI ISTISAN
02 Pubblicazione su volume::02a Capitolo o Articolo
Meccanismo di azione e proprietà terapeutiche dell’olio essenziale di Melaleuca alternifolia su ceppi farmacosensibili e farmacoresistenti di Candida albicans / Marisa, Colone; Francesca, Mondello; Annarica, Calcabrini; Laura, Toccacieli; Angiolella, Letizia; Antonietta, Girolamo; Nicolina, Mastrangelo; Giuseppe, Arancia; Antonio, Cassone; Annarita, Stringaro. - ELETTRONICO. - 19(2011), pp. 120-125.
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