Densificare o de-densificare per una nuova urbanità?,

Il saggio ha un titolo dubitativo che esprime la consapevolezza della grande complessità e ambiguità del termine densità. Il saggio prende in rassegna i diversi significativi che al termine di densità possono essere dati in funzione delle diverse discipline (demografia, urbanistica, economia, sociologia, statistica,…) o dei diversi scopi (descrittivi, pianificatori - generali o specifici - trasporti, istruzione, sanità,…). In generale, il termine "densità", applicato agli insediamenti urbani e metropolitani, può significare molte cose. La nozione di densità, infatti, coinvolge i fenomeni tradizionali gestiti dal'urbanistica, ma è anche utile per comprendere i modelli di dispersione o concentrazione di rapporti sociali ed economici che si svolgono in un determinato luogo. In quest'ottica, il saggio sottolinea come sia sempre più importante il concetto di "densità di flussi" tracciati da persone, beni e dati che riguardano aree urbane e metropolitane. Questa è la forma di densità che deve maggiormente riguardare l'urbanistica, oggi. Con essa siamo infatti in grado di comprendere se una trasformazione urbana è socialmente ed economicamente sostenibile oppure no e se un'ulteriore densificazione può essere appropriata (e possibile). Una soluzione insediativa più densa in termini di popolazione e di abitazioni dovrebbe essere più amichevole e sostenibile e rappresentare non solo un "risparmio di suolo", ma anche un modo virtuoso di uso dei mezzi di trasporto. Dopo un accenno alla validità o meno del piano-casa e un breve ragionamento sul successo o meno di esperienze di densificazione italiane/internazionali, il saggio si conclude con una riflessione/proposta che pone nuove domande alla disciplina urbanistica: la trasposizione degli studi sulla logistica all'urbanistica consentirà di superare il gap fra densità statica (alla base dell'urbanistica tradizionale) e densità dinamica-relazionale (nuovo caposaldo dell'urbanistica per la città contemporanea)?