Il saggio offre un punto di vista inusuale sul fenomeno della tortura, rispetto alla tradizionale immagine del supplizio come spettacolo del tormento che si abbatte sul corpo, lo segna e lo mutila. Attraverso l’analisi dell’opera di poeti come Rimbaud o Baudelaire, o le parole degli scrittori che hanno vissuto il trauma dell'autoreclusione, l’esperienza della tortura diviene piuttosto quella torsione della mente che coinvolge il soggetto in una lotta contro i demoni della propria psiche, contro quel torturatore interno che lo tiene in balia del suo stesso essere. La scrittura sembra essere un antidoto contro la sofferenza che il solo stare nel mondo provoca, ma allo stesso tempo può trasformarsi anch’essa in una cella capace di dare pena, di costituire un legame che incatena, una passione alla quale rimanere ancorati eppure stravolti.
Le voci della tortura / Giordano, Valeria. - STAMPA. - (2009), pp. 87-92.
Le voci della tortura
GIORDANO, Valeria
2009
Abstract
Il saggio offre un punto di vista inusuale sul fenomeno della tortura, rispetto alla tradizionale immagine del supplizio come spettacolo del tormento che si abbatte sul corpo, lo segna e lo mutila. Attraverso l’analisi dell’opera di poeti come Rimbaud o Baudelaire, o le parole degli scrittori che hanno vissuto il trauma dell'autoreclusione, l’esperienza della tortura diviene piuttosto quella torsione della mente che coinvolge il soggetto in una lotta contro i demoni della propria psiche, contro quel torturatore interno che lo tiene in balia del suo stesso essere. La scrittura sembra essere un antidoto contro la sofferenza che il solo stare nel mondo provoca, ma allo stesso tempo può trasformarsi anch’essa in una cella capace di dare pena, di costituire un legame che incatena, una passione alla quale rimanere ancorati eppure stravolti.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.