L’ambiente è uno degli elementi (che in questa collana sono definiti assi portanti) che contribuiscono a determinare la competitività di un territorio. Infatti, le caratteristiche ambientali rendono un territorio più o meno attrattivo, sia per i singoli individui e le loro famiglie quando si pongono di fronte alla decisione di identificare un luogo adatto per vivere, sia per le imprese che devono identificare un’area opportuna per localizzare le proprie attività produttive. Le due scelte localizzative (estremamente complesse, poiché condizionate da una molteplicità di fattori) sono peraltro strettamente interconnesse: da un lato, una componente significativa della vita degli individui è il loro lavoro, sicché essi decidono dove vivere anche in funzione della presenza di imprese che offrano adeguate opportunità di impiego e di crescita professionale; dall’altro lato, le imprese localizzano le attività anche considerando la disponibilità di risorse umane che possano corrispondere (ad esempio per cultura, competenze, abilità) alle esigenze funzionali alle attività produttive. È dunque evidente che l’ambiente sia un fattore critico per l’attrattività e lo sviluppo di un territorio. In questo volume affrontiamo il tema dell’ambiente, ma abbiamo deciso di adottare una prospettiva di analisi che non guardi all’ambiente come dato pre-esistente, che dunque condiziona causalmente le scelte di individui e organizzazioni. Desideriamo, infatti, ragionare nell’ipotesi (che riteniamo più realistica e utile) che imprese, persone, e ambiente costituiscano parti componenti, di un unico e complesso sistema, entro il quale evolvono insieme, cioè interagendo mutuamente: non solo – come si è detto – l’ambiente è causa (o più propriamente con-causa) delle decisioni e dei comportamenti di imprese e persone, bensì imprese e persone sono anche soggetti attivi che modificano l’ambiente in cui operano, in un processo continuo di co-evoluzione. In questa prospettiva appare ragionevole, se non ancora evidente, l’opportunità che persone e organizzazioni adottino comportamenti che per ora denomineremo “virtuosi”, per significare che siano ispirati a conseguire uno sviluppo armonico, cioè tale da modificare positivamente l’ambiente, piuttosto che contribuire a degradarlo. Questa è la tesi principale che argomentiamo in questo volume: le organizzazioni che operano in un dato ambiente dovrebbero avere interesse a conservarne e migliorarne lo stato, anche in presenza di interessi opportunistici che, nel breve termine, potrebbero viceversa indurle a “usare” l’ambiente come se fosse risorsa gratuita e, per ciò stesso, consumabile indefinitamente. Solo la preoccupazione per l’ambiente assicura che crescita e sviluppo possano configurarsi come processi sostenibili nel lungo termine. Diversamente, dopo che ad esempio un’impresa abbia conseguito possibili vantaggi nel breve termine anche grazie a un uso inappropriato dell’ambiente, il sistema complessivo si ritroverà in movimento lungo una traiettoria destinata verso un inesorabile declino. Il percorso lungo cui desideriamo accompagnare il lettore prevede alcune tappe che ci consentiranno di argomentare come le imprese possano trovare vantaggio nel coniugare sviluppo e ambiente, utilizzando l’ambiente come leva per innovare i processi, aumentare l’efficienza, sviluppare nuovi prodotti, in ultima analisi, diventare più competitive e al contempo preservando, o persino migliorando, l’ambiente. In altri termini, vorremmo trasferire al lettore l’idea che l’eccessiva attenzione posta dalle organizzazioni produttive all’obiettivo del profitto o della crescita economica (che pure può essere del tutto legittima) rischia di rivelarsi miope. In questo percorso proveremo a identificare le domande essenziali che le imprese debbono porsi di fronte al tema della produzione sostenibile. Ad esempio ci occuperemo delle seguenti questioni: quale il significato e quali le implicazioni pratiche della “produzione sostenibile”? La sostenibilità interessa prioritariamente la produzione in senso stretto, ovvero anche, se non di più, l’innovazione? È opportuno affrontare il percorso verso la sostenibilità da soli o facendo sistema con altri eventuali soggetti esterni all’impresa (ad esempio fornitori, clienti, consulenti)? Fra dimensione ambientale e sociale, qual è più importante per la sostenibilità? È possibile usare le normative attinenti il tema della sostenibilità come opportunità piuttosto che come vincoli cui adeguare decisioni e processi? La produzione sostenibile determina costi o benefici tangibili, eventualmente misurabili, oppure comporta effetti prevalentemente intangibili (ad esempio ritorni di immagine), di solito riscontrabili nel medio-lungo termine? Operare nel contesto socio- economico e competitivo pugliese costituisce un elemento differenziale? Poiché le questioni sono molteplici (oltre che complesse) e le risposte non necessariamente univoche, di seguito le affrontiamo usando insieme più strumenti: dati relativi alle certificazioni riconducibili alla sostenibilità detenute da imprese pugliesi; analisi empirica effettuata su un campione di imprese pugliesi per comprenderne la visione sui temi in discussione; approfonditi casi di studio riguardanti alcune importanti realtà imprenditoriali presenti nella Regione. In particolare, le imprese selezionate per i casi di studio rispondono al criterio di rappresentare realtà da un lato emblematiche del tessuto produttivo locale, dall’altro rappresentative di una molteplicità di approcci, ciascuno a suo modo e nella specifica situazione efficace per affrontare il tema della sostenibilità. Il volume è organizzato come segue. Inizialmente proponiamo un sintetico quadro sulla Responsabilità Sociale d’Impresa (rsi), quale modalità di approccio disponibile per le organizzazioni produttive che desiderino adottare processi produttivi coerenti con i principi dello sviluppo sostenibile. Nella parte successiva, che riguarda il contesto regionale pugliese, preliminarmente definiamo un’immagine di insieme della situazione regionale, attraverso i dati sulle certificazioni ambientali, posti in relazione con analoghi dati riferiti al livello nazionale. Il quadro è completato con la descrizione degli esiti di un’indagine empirica, che ha coinvolto un ampio campione di imprese pugliesi, svolta mediante la somministrazione di un questionario centrato sui temi della sostenibilità. Infine, proponiamo sette casi di studio. Questi ultimi sono costituiti da altrettante organizzazioni produttive pugliesi, selezionate in quanto ritenute emblematiche di possibili approcci alla produzione sostenibile. Ciascuna di tali realtà è stata approfonditamente analizzata anche mediante la realizzazione di interviste dirette.

Competitività territoriale - La Puglia - Gli assi portanti. Ambiente / P., Pontrandolfo; Dangelico, ROSA MARIA. - (2011), pp. 1-178.

Competitività territoriale - La Puglia - Gli assi portanti. Ambiente

DANGELICO, ROSA MARIA
2011

Abstract

L’ambiente è uno degli elementi (che in questa collana sono definiti assi portanti) che contribuiscono a determinare la competitività di un territorio. Infatti, le caratteristiche ambientali rendono un territorio più o meno attrattivo, sia per i singoli individui e le loro famiglie quando si pongono di fronte alla decisione di identificare un luogo adatto per vivere, sia per le imprese che devono identificare un’area opportuna per localizzare le proprie attività produttive. Le due scelte localizzative (estremamente complesse, poiché condizionate da una molteplicità di fattori) sono peraltro strettamente interconnesse: da un lato, una componente significativa della vita degli individui è il loro lavoro, sicché essi decidono dove vivere anche in funzione della presenza di imprese che offrano adeguate opportunità di impiego e di crescita professionale; dall’altro lato, le imprese localizzano le attività anche considerando la disponibilità di risorse umane che possano corrispondere (ad esempio per cultura, competenze, abilità) alle esigenze funzionali alle attività produttive. È dunque evidente che l’ambiente sia un fattore critico per l’attrattività e lo sviluppo di un territorio. In questo volume affrontiamo il tema dell’ambiente, ma abbiamo deciso di adottare una prospettiva di analisi che non guardi all’ambiente come dato pre-esistente, che dunque condiziona causalmente le scelte di individui e organizzazioni. Desideriamo, infatti, ragionare nell’ipotesi (che riteniamo più realistica e utile) che imprese, persone, e ambiente costituiscano parti componenti, di un unico e complesso sistema, entro il quale evolvono insieme, cioè interagendo mutuamente: non solo – come si è detto – l’ambiente è causa (o più propriamente con-causa) delle decisioni e dei comportamenti di imprese e persone, bensì imprese e persone sono anche soggetti attivi che modificano l’ambiente in cui operano, in un processo continuo di co-evoluzione. In questa prospettiva appare ragionevole, se non ancora evidente, l’opportunità che persone e organizzazioni adottino comportamenti che per ora denomineremo “virtuosi”, per significare che siano ispirati a conseguire uno sviluppo armonico, cioè tale da modificare positivamente l’ambiente, piuttosto che contribuire a degradarlo. Questa è la tesi principale che argomentiamo in questo volume: le organizzazioni che operano in un dato ambiente dovrebbero avere interesse a conservarne e migliorarne lo stato, anche in presenza di interessi opportunistici che, nel breve termine, potrebbero viceversa indurle a “usare” l’ambiente come se fosse risorsa gratuita e, per ciò stesso, consumabile indefinitamente. Solo la preoccupazione per l’ambiente assicura che crescita e sviluppo possano configurarsi come processi sostenibili nel lungo termine. Diversamente, dopo che ad esempio un’impresa abbia conseguito possibili vantaggi nel breve termine anche grazie a un uso inappropriato dell’ambiente, il sistema complessivo si ritroverà in movimento lungo una traiettoria destinata verso un inesorabile declino. Il percorso lungo cui desideriamo accompagnare il lettore prevede alcune tappe che ci consentiranno di argomentare come le imprese possano trovare vantaggio nel coniugare sviluppo e ambiente, utilizzando l’ambiente come leva per innovare i processi, aumentare l’efficienza, sviluppare nuovi prodotti, in ultima analisi, diventare più competitive e al contempo preservando, o persino migliorando, l’ambiente. In altri termini, vorremmo trasferire al lettore l’idea che l’eccessiva attenzione posta dalle organizzazioni produttive all’obiettivo del profitto o della crescita economica (che pure può essere del tutto legittima) rischia di rivelarsi miope. In questo percorso proveremo a identificare le domande essenziali che le imprese debbono porsi di fronte al tema della produzione sostenibile. Ad esempio ci occuperemo delle seguenti questioni: quale il significato e quali le implicazioni pratiche della “produzione sostenibile”? La sostenibilità interessa prioritariamente la produzione in senso stretto, ovvero anche, se non di più, l’innovazione? È opportuno affrontare il percorso verso la sostenibilità da soli o facendo sistema con altri eventuali soggetti esterni all’impresa (ad esempio fornitori, clienti, consulenti)? Fra dimensione ambientale e sociale, qual è più importante per la sostenibilità? È possibile usare le normative attinenti il tema della sostenibilità come opportunità piuttosto che come vincoli cui adeguare decisioni e processi? La produzione sostenibile determina costi o benefici tangibili, eventualmente misurabili, oppure comporta effetti prevalentemente intangibili (ad esempio ritorni di immagine), di solito riscontrabili nel medio-lungo termine? Operare nel contesto socio- economico e competitivo pugliese costituisce un elemento differenziale? Poiché le questioni sono molteplici (oltre che complesse) e le risposte non necessariamente univoche, di seguito le affrontiamo usando insieme più strumenti: dati relativi alle certificazioni riconducibili alla sostenibilità detenute da imprese pugliesi; analisi empirica effettuata su un campione di imprese pugliesi per comprenderne la visione sui temi in discussione; approfonditi casi di studio riguardanti alcune importanti realtà imprenditoriali presenti nella Regione. In particolare, le imprese selezionate per i casi di studio rispondono al criterio di rappresentare realtà da un lato emblematiche del tessuto produttivo locale, dall’altro rappresentative di una molteplicità di approcci, ciascuno a suo modo e nella specifica situazione efficace per affrontare il tema della sostenibilità. Il volume è organizzato come segue. Inizialmente proponiamo un sintetico quadro sulla Responsabilità Sociale d’Impresa (rsi), quale modalità di approccio disponibile per le organizzazioni produttive che desiderino adottare processi produttivi coerenti con i principi dello sviluppo sostenibile. Nella parte successiva, che riguarda il contesto regionale pugliese, preliminarmente definiamo un’immagine di insieme della situazione regionale, attraverso i dati sulle certificazioni ambientali, posti in relazione con analoghi dati riferiti al livello nazionale. Il quadro è completato con la descrizione degli esiti di un’indagine empirica, che ha coinvolto un ampio campione di imprese pugliesi, svolta mediante la somministrazione di un questionario centrato sui temi della sostenibilità. Infine, proponiamo sette casi di studio. Questi ultimi sono costituiti da altrettante organizzazioni produttive pugliesi, selezionate in quanto ritenute emblematiche di possibili approcci alla produzione sostenibile. Ciascuna di tali realtà è stata approfonditamente analizzata anche mediante la realizzazione di interviste dirette.
2011
9788860429018
Ambiente; competitività territoriale; imprese; sostenibilità; Puglia
03 Monografia::03a Saggio, Trattato Scientifico
Competitività territoriale - La Puglia - Gli assi portanti. Ambiente / P., Pontrandolfo; Dangelico, ROSA MARIA. - (2011), pp. 1-178.
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