Oggetto dello scambio didattico sono state attività di ricerca e di sperimentazione progettuale e tecnologico ambientale sul tema dei green high rise analizzati e progettati con riferimento alla loro sostenibilità ambientale sia come tipologia architettonica, sia come strategia di sviluppo urbano. Il tema si inserisce con coerenza nel dibattito sulla tipologia del grattacielo attualmente in corso in Italia, riproposto all’attenzione del pubblico dalla selezione di Milano quale città destinata ad accogliere la prossima Esposizione Universale. Grande attenzione mediatica è stata dedicata infatti sia al grattacielo per la San Paolo Imi a Torino a firma di Piano, sia al grande intervento di Porta Nuova a Milano che interessa ben tre quartieri e nasce dalla connessione di tre Masterplan sviluppati da Cesar Pelli, Khon Pedersen e Boeri, sia al progetto City life, previsto sempre a Milano, a firma di Zaha Hadid, Arata Isozaki e Daniel Libeskind; ed anche a Roma, nel quadrante sud ovest, è prevista la realizzazione di torri che arrivano a 163 mt di altezza anch’esse a firma di famosi architetti: Purini, Schivò, Rogers. Nell’ambito del dottorato di Progettazione Ambientale, la tematica è stata affrontata interrogandosi sulla reale sostenibilità di tali edifici, non troppo amati da chi si occupa di ambiente. Quale che sia l’esito dell’interrogativo è certo che in qualità di architetti e di ricercatori nell’ambito della tecnologia dell’architettura e della progettazione ambientale non possiamo rimandare oltre l’indagine scientifica delle tecnologie e delle soluzioni ambientali utilizzate nella realizzazione di molti di questi edifici. La ragione ambientale non consente di ignorare tale tipologia identificando i grattacieli come edifici energivori tout court. Le leggi del mercato e dello sviluppo urbano attualmente promuovono la loro realizzazione, già una realtà in molti paesi dell’est asiatico, ed è urgente indagare le sperimentazioni progettate e realizzate e ed esprimersi circa la sostenibilità delle soluzioni adottate. Il tema progettuale dei green high rise è stato proposto agli studenti tedeschi ed italiani e sono state individuate due aree (Monaco di Baviera, Roma) su cui sviluppare il progetto, i cui tempi di sviluppo vanno da aprile a luglio 2008. Sono stati coinvolti nello scambio: - gli studenti del Laboratorio di Costruzioni (prof. E. Cangelli), al secondo anno del Corso di laurea triennale del TAC, - gli studenti della TUM, al secondo semestre dell’ultimo anno del ciclo quinquennale in architettura, - gli studenti del primo anno del XXIII ciclo del dottorato di ricerca in Progettazione Ambientale sotto la responsabilità scientifica della prof. E. Cangelli

Green High Rise. Low Energy – High Rise Scambio Culturale e Didattico con la Technische Universität München / Cangelli, Eliana; Dietrich, Fink. - (2008). (Intervento presentato al convegno Green High Rise. Low Energy – High Rise tenutosi a Facoltà di Architettura L. Quaroni - Via Flaminia 70 Roma nel giugno 2008 Roma - Luglio 2008 Monaco di Baviera).

Green High Rise. Low Energy – High Rise Scambio Culturale e Didattico con la Technische Universität München

CANGELLI, Eliana;
2008

Abstract

Oggetto dello scambio didattico sono state attività di ricerca e di sperimentazione progettuale e tecnologico ambientale sul tema dei green high rise analizzati e progettati con riferimento alla loro sostenibilità ambientale sia come tipologia architettonica, sia come strategia di sviluppo urbano. Il tema si inserisce con coerenza nel dibattito sulla tipologia del grattacielo attualmente in corso in Italia, riproposto all’attenzione del pubblico dalla selezione di Milano quale città destinata ad accogliere la prossima Esposizione Universale. Grande attenzione mediatica è stata dedicata infatti sia al grattacielo per la San Paolo Imi a Torino a firma di Piano, sia al grande intervento di Porta Nuova a Milano che interessa ben tre quartieri e nasce dalla connessione di tre Masterplan sviluppati da Cesar Pelli, Khon Pedersen e Boeri, sia al progetto City life, previsto sempre a Milano, a firma di Zaha Hadid, Arata Isozaki e Daniel Libeskind; ed anche a Roma, nel quadrante sud ovest, è prevista la realizzazione di torri che arrivano a 163 mt di altezza anch’esse a firma di famosi architetti: Purini, Schivò, Rogers. Nell’ambito del dottorato di Progettazione Ambientale, la tematica è stata affrontata interrogandosi sulla reale sostenibilità di tali edifici, non troppo amati da chi si occupa di ambiente. Quale che sia l’esito dell’interrogativo è certo che in qualità di architetti e di ricercatori nell’ambito della tecnologia dell’architettura e della progettazione ambientale non possiamo rimandare oltre l’indagine scientifica delle tecnologie e delle soluzioni ambientali utilizzate nella realizzazione di molti di questi edifici. La ragione ambientale non consente di ignorare tale tipologia identificando i grattacieli come edifici energivori tout court. Le leggi del mercato e dello sviluppo urbano attualmente promuovono la loro realizzazione, già una realtà in molti paesi dell’est asiatico, ed è urgente indagare le sperimentazioni progettate e realizzate e ed esprimersi circa la sostenibilità delle soluzioni adottate. Il tema progettuale dei green high rise è stato proposto agli studenti tedeschi ed italiani e sono state individuate due aree (Monaco di Baviera, Roma) su cui sviluppare il progetto, i cui tempi di sviluppo vanno da aprile a luglio 2008. Sono stati coinvolti nello scambio: - gli studenti del Laboratorio di Costruzioni (prof. E. Cangelli), al secondo anno del Corso di laurea triennale del TAC, - gli studenti della TUM, al secondo semestre dell’ultimo anno del ciclo quinquennale in architettura, - gli studenti del primo anno del XXIII ciclo del dottorato di ricerca in Progettazione Ambientale sotto la responsabilità scientifica della prof. E. Cangelli
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