Negli anni Ottanta l’École Française di Roma organizza una campagna di scavi archeologici sul sito di Fiorentino, cittadella medievale fortificata, posta nel territorio di Torremaggiore, in provincia di Foggia. Luogo tradizionale di scampagnate e di passeggiate giovanili, per Torremaggiore Fiorentino è anche il luogo in cui la leggenda vuole cha sia morto Federico II. Gli scavi e i conseguenti studi archeologici forniscono l’occasione per tentare la verifica di questa leggenda, che però non può essere provata . Nonostante ciò, i giovani del paese che avevano affiancato gli archeologi nel trasporto e nel lavaggio dei reperti rinvenuti sul sito, partiti gli specialisti, cominciano a valorizzare i reperti, fondano un centro di studi, aprono un museo nel locale castello ducale, organizzano un corteo storico che, nell’arco di 25 anni, diventa l’evento culturale del paese, attirando turisti, attivando un processo di valorizzazione economica del territorio, giungendo addirittura a legittimare un cambiamento nella toponomastica della cittadina. L’appropriazione della figura di Federico II (che su quelle terre ha effettivamente passato parte del suo tempo) diventa un doppio processo patrimoniale: occasione di una “rifondazione storica” del paese, stimola anche la valorizzazione di un patrimonio di tradizioni contadine fino ad allora passate inosservate.
Le vent e les asphodèles. L'archéologie et l'usage social de l'histoire à Torremaggiore / Iuso, ANNA MARIA. - STAMPA. - (2015), pp. 419-441.
Le vent e les asphodèles. L'archéologie et l'usage social de l'histoire à Torremaggiore
IUSO, ANNA MARIA
2015
Abstract
Negli anni Ottanta l’École Française di Roma organizza una campagna di scavi archeologici sul sito di Fiorentino, cittadella medievale fortificata, posta nel territorio di Torremaggiore, in provincia di Foggia. Luogo tradizionale di scampagnate e di passeggiate giovanili, per Torremaggiore Fiorentino è anche il luogo in cui la leggenda vuole cha sia morto Federico II. Gli scavi e i conseguenti studi archeologici forniscono l’occasione per tentare la verifica di questa leggenda, che però non può essere provata . Nonostante ciò, i giovani del paese che avevano affiancato gli archeologi nel trasporto e nel lavaggio dei reperti rinvenuti sul sito, partiti gli specialisti, cominciano a valorizzare i reperti, fondano un centro di studi, aprono un museo nel locale castello ducale, organizzano un corteo storico che, nell’arco di 25 anni, diventa l’evento culturale del paese, attirando turisti, attivando un processo di valorizzazione economica del territorio, giungendo addirittura a legittimare un cambiamento nella toponomastica della cittadina. L’appropriazione della figura di Federico II (che su quelle terre ha effettivamente passato parte del suo tempo) diventa un doppio processo patrimoniale: occasione di una “rifondazione storica” del paese, stimola anche la valorizzazione di un patrimonio di tradizioni contadine fino ad allora passate inosservate.File | Dimensione | Formato | |
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