Il saggio approfondisce il ruolo svolto a Roma dalle scholae (o studia) e dalle biblioteche dei tre maggiori Ordini mendicanti dei Domenicani, dei Francescani e degli Agostiniani in rapporto allo ‘Studium Urbis’, l’università pubblica romana istituita da Bonifacio VIII nel 1303. La situazione a Roma nei secoli XIII e XIV è stata necessariamente inquadrata nel più ampio ambito europeo e italiano per individuare peculiarità, differenze e affinità dei due sistemi d’insegnamento superiore - laico e conventuale - seguiti rispettivamente nelle università pubbliche e negli studia dei nuovi Ordini, i quali dovevano innanzitutto provvedere alla formazione intellettuale dei frati in vista della loro missione di apostolato. Si è quindi ricostruita la storia degli insediamenti e delle biblioteche dei tre Ordini a Roma. In particolare, nell’approfondimento riservato alla prestigiosa sede domenicana di S. Sabina sull’Aventino, l’Autrice ha avanzato l’ipotesi che la scelta di questa sede non fosse esclusivamente riconducibile alla generosa donazione di una residenza familiare fatta da papa Onorio III ai frati Predicatori. L’opportunità poteva anche essere suggerita dalla vicinanza del futuro convento all’area abitata dalla comunità israelitica presso il ponte Fabricio, compresa appunto fra le pendici dell’Aventino e del Campidoglio. La conoscenza delle lingue orientali e soprattutto dell’ebraico era stata imposta a tutto l’Ordine (capitolo generale di Parigi, 1236) per rispondere all’obiettivo primario di combattere, con l’ausilio dello studio, i movimenti eretici o comunque lontani dall’ortodossia cattolica. La grande biblioteca di S. Sabina, che non costituiva un’eccezione, possedeva una ricca collezione di opere in lingue orientali e soprattutto di testi in ebraico, funzionale all’incarico attribuito ai frati di predicare agli Ebrei romani. Le ricche collezioni librarie conservate nelle biblioteche degli ordini mendicanti hanno costituito un fertile humus per la formazione di maestri, laici e religiosi, che spesso hanno insegnato nelle università pubbliche come lo "Studium" romano.

Il ruolo delle biblioteche mendicanti nella formazione dello "Studium Urbis" di Roma / Mannino, Natalina. - STAMPA. - (2008), pp. 19-28.

Il ruolo delle biblioteche mendicanti nella formazione dello "Studium Urbis" di Roma

MANNINO, Natalina
2008

Abstract

Il saggio approfondisce il ruolo svolto a Roma dalle scholae (o studia) e dalle biblioteche dei tre maggiori Ordini mendicanti dei Domenicani, dei Francescani e degli Agostiniani in rapporto allo ‘Studium Urbis’, l’università pubblica romana istituita da Bonifacio VIII nel 1303. La situazione a Roma nei secoli XIII e XIV è stata necessariamente inquadrata nel più ampio ambito europeo e italiano per individuare peculiarità, differenze e affinità dei due sistemi d’insegnamento superiore - laico e conventuale - seguiti rispettivamente nelle università pubbliche e negli studia dei nuovi Ordini, i quali dovevano innanzitutto provvedere alla formazione intellettuale dei frati in vista della loro missione di apostolato. Si è quindi ricostruita la storia degli insediamenti e delle biblioteche dei tre Ordini a Roma. In particolare, nell’approfondimento riservato alla prestigiosa sede domenicana di S. Sabina sull’Aventino, l’Autrice ha avanzato l’ipotesi che la scelta di questa sede non fosse esclusivamente riconducibile alla generosa donazione di una residenza familiare fatta da papa Onorio III ai frati Predicatori. L’opportunità poteva anche essere suggerita dalla vicinanza del futuro convento all’area abitata dalla comunità israelitica presso il ponte Fabricio, compresa appunto fra le pendici dell’Aventino e del Campidoglio. La conoscenza delle lingue orientali e soprattutto dell’ebraico era stata imposta a tutto l’Ordine (capitolo generale di Parigi, 1236) per rispondere all’obiettivo primario di combattere, con l’ausilio dello studio, i movimenti eretici o comunque lontani dall’ortodossia cattolica. La grande biblioteca di S. Sabina, che non costituiva un’eccezione, possedeva una ricca collezione di opere in lingue orientali e soprattutto di testi in ebraico, funzionale all’incarico attribuito ai frati di predicare agli Ebrei romani. Le ricche collezioni librarie conservate nelle biblioteche degli ordini mendicanti hanno costituito un fertile humus per la formazione di maestri, laici e religiosi, che spesso hanno insegnato nelle università pubbliche come lo "Studium" romano.
2008
L’Università di Roma ‘La Sapienza’ e le università italiane
9788849214611
Storia dell’architettura; università; facoltà universitarie; studia; Studium Urbis di Roma; ‘Sapienza’; Universitas Romanae Curiae; scuola della Curia; scuola di palazzo; scuola palatina; studia conventuali; studia particularia; studia solemnia; studia generalia; schola; conventi; ordini religiosi; frati; Mendicanti; Domenicani; Predicatori; Francescani; Minori; minorita; apostolato; eretici; S. Francesco; S. Domenico; Agostiniani; S. Agostino; Carmelitani; costituzioni di Ratisbona; Antonio di Padova; ordini monastici; Benedettini; scriptorium; maestri; lettore; teologia; biblioteca; ‘bipartizione’; plutei; libraria publica; libraria secreta; Egidio Romano; Aymone di Faversham; Alessandro di Hales; Raimondo di Peñafort; Avignone; Parigi; Tolosa; Oxford; Bologna; Padova; Roma; Trastevere; S. Francesco a Ripa; ospedale di S. Biagio; SS. Crispino e Crispiniano; S. Cosimato; ponte di Santa Maria; Isola Tiberina; S. Maria del Popolo; Porta Flaminia; S. Maria de Capitolio; S. Maria in Aracoeli; Campidoglio; Sant’Eustachio; S. Sisto Vecchio; Bonifacio VIII; Gregorio IX; Onorio III; Savelli; S. Sabina; Aventino; Ripa Romea; Ripa Grande; comunità israelitica; Ebrei; S. Maria sopra Minerva; S. Trifone; biblioteca Angelica; biblioteca Casanatense; via Transtiberina; via della Lungaretta
02 Pubblicazione su volume::02a Capitolo o Articolo
Il ruolo delle biblioteche mendicanti nella formazione dello "Studium Urbis" di Roma / Mannino, Natalina. - STAMPA. - (2008), pp. 19-28.
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