Ruggero Lenci, Studio Passarelli - cento anni cento progetti. Electa, Milano 2006 1. Una auto-presentazione del curatore in cinque righe... Architetto, professore associato di architettura e composizione architettonica 5 presso la Facoltà di Ingegneria, Roma, “La Sapienza”, relatore di tesi di laurea regolarmente pubblicate sul sito http://www.ruggerolenci.it Da qualche anno ho esteso l’indagine architettonica alla scultura astratta e geometrica per scoprire alcuni aspetti cruciali, talvolta inaspettati come sono certe intersezioni tra le infinite parti in cui è scomponibile un solido, ed estrarne nuove potenzialità. Ultimo progetto realizzato: il nuovo Parco urbano di Santarcangelo di Romagna (con Claudio Lazzarini, Tonino Guerra, Nilda Valentin, Vania Baruzzi e altri), visitabile alla pagina http://www.ruggerolenci.it/0052%20Santarcangelo.htm 2. E una presentazione dello studio Passarelli in dieci righe... L’attività dello Studio Passarelli tocca tre secoli: inizia alla fine dell’800, include tutto il ‘900, si estende nel 2000. La quantità di progetti sviluppati dallo Studio è imponente, e tra questi ne sono stati selezionati 124 che rappresentano una cospicua sintesi dell’attività architettonica. I primi venti riguardano un periodo di quarant’anni che, fino al 1938, sono stati elaborati dal fondatore dello Studio, Tullio Passarelli (1869-1941), ma che già dagli anni 1932-33 hanno visto la partecipazione dei figli Vincenzo (1904-1985) e Fausto (1910-1998). Dopo la Guerra i successivi progetti sono stati eseguiti, con un crescendo di intensità, principalmente da Lucio (1922), il più giovane dei tre fratelli. Attualmente, oltre a Lucio Passarelli che funge da guida dello Studio, sono presenti come associati dall’ ‘89-‘90 l’arch. Tullio Leonori (1946) e i due figli architetti, Maria Passarelli (1964) e Tullio Passarelli (1961). Lo Studio Passarelli è protagonista nel promuovere procedure di progettazione collaborativa e integrale, avendo interagito con un gran numero di professionisti prevalentemente romani, tra i quali: Alessandro Anselmi, Pietro Barucci, Armando Brasini, Arnaldo Bruschi, Mario Fiorentino, Julio Lafuente, Alfredo Lambertucci, Sergio Lenci, Amedeo Luccichenti e Vincenzo Monaco, Pier Maria Lugli, Enrico Milone, Riccardo Morandi, Manfredi Nicoletti, Mario Paniconi e Giulio Pediconi, Luigi Piccinato, Ludovico Quaroni, Gaetano, Giuseppe, Marcello, Salvatore e Tito Rebecchini, Leonardo Ricci, Sara Rossi, Piero Sartogo, Carlo Scarpa, Hilda Selem, Masino Valle, Michele Valori, Marcello Vittorini, Bruno Zevi. I progetti spaziano da architetture in stile neo-romanico eseguiti nei primi anni del ‘900, a un’interpretazione delle peculiarità linguistiche e funzionali proprie della “scuola romana” eseguiti negli anni ’50, ’60 e ‘70, agli aggiornati registri morfologici dei giorni nostri 3. Ci vuoi descrivere brevemente il libro? A chi e' rivolto? In estrema sintesi, il libro narra tre periodi dello Studio Passarelli. Il primo periodo si inaugura con il progetto dell’Istituto De Merode in Piazza di Spagna (1899), segue con i Magazzini Generali all’Ostiense (1918) e si conclude con il Silos Granario sul lungotevere di Pietra Papa (1935). Il secondo periodo ha inizio con il Palazzo dell’Istituto Mobiliare Italiano e dell’Ufficio Italiano Cambi in via delle Quattro Fontane (1950) e si conclude con il Centro Direzionale Alitalia alla Magliana (1981) e con il progetto per la Banca d’Italia a Frascati 1982). Il terzo periodo inizia con il concorso internazionale per il nuovo museo dell’Acropoli di Atene ed è tuttora in corso. Il libro è rivolto agli, architetti, ingegneri, persone di cultura, amanti dell’arte, dell’urbanistica e della città di Roma. In esso è inserita una pianta di Roma con l’ubicazione degli interventi e inoltre ogni progetto è presentato sia con il proprio titolo che con l’indicazione della via. Pertanto il libro è anche uno strumento utile per quanti volessero visitare le opere dello Studio Passarelli, per capirne le mutazioni nel corso del ‘900. 4. Quali sono le tre opere dello Studio Passarelli che preferisci? Il Convitto San Tommaso d’Aquino in via degli Ibernasi a Roma, del 1963; L’edificio polifunzionale in via Campania a Roma, del 1964;I Musei Vaticani, del 1971. 5. Non ti sembra che lo studio Passarelli abbia meno attenzione di stampa di quello che merita? Forse, in un panorama critico quale quello italiano, patisce il fatto di essere stato lanciato da Bruno Zevi? L’attenzione va nutrita, non ricercata. Alcuni la nutrono, ovvero cercano di fare cose degne di attenzione, altri la ricercano, pensando che l’attenzione da sola possa essere utile a portarti da qualche parte. Lo Studio Passarelli non l’ha mai ricercata, avendo progettato molte opere degne di attenzione in passato e continuando a farne nel presente. Certo, rispetto alle nuove leve, questo è il momento del fuoco ardente acceso dal furore dell’immagine persuasiva, che acceca tutti e produce non solo cose talvolta buone ma anche molto, troppo fumo. Non penso patisca Bruno Zevi. Il fatto è che oggi vi sono degli studi che possono produrre 20 e più progetti in un anno (fatti per lo più per immagini) risultando quindi molto visibili. Lo studio Passarelli non elabora progetti per immagini ma per contenuti. Dà una garanzia sui propri prodotti. Non azzarda soluzioni estemporanee prive di contenuti, ma solo progetti attentamente analizzati e verificati. Questa garanzia ha un costo. Che a mio avviso è pienamente risarcito da un’invidiabile immagine di qualità e solidità. 6. Qual è l’opera dello studio che ritieni meno riuscita? Io, per esempio, trovo eccessivamente poco a misura d’uomo l’intervento di Vigne Nuove... Che ne pensi? Nel mese di aprile ho accompagnato una troupe televisiva della Repubblica Ceca a riprendere l’intervento abitativo IACP di via delle Vigne Nuove (1977). Abbiamo intervistato una signora che vi abita un alloggio di 100 mq., paga 120 euro al mese e ha diritto per circa 80.000 euro ad acquistarlo. Io ci metterei la firma e lei, giustamente, era tutta contenta. Qualche mese prima la stessa troupe, recatasi nella banlieu parigina per riprendere le case popolari francesi, ha subito, dagli abitanti del quartiere, il furto della telecamera, del cavalletto e dei portafogli. Riguardo alla qualità architettonica quelle scale estromesse dal volume che diventano colonne di ordine gigante sono altrettanti episodi plastici a dir poco platonici. Mai si erano viste colonne di quella dimensione. Forse nel libro stonano un po’ gli interventi minori, non perché di minore qualità, ma perché non è facile passare dalla scala del Piano Regolatore di Roma a quella dell’arredo di una foresteria della FIAT. 7. Tre motivi per comperare il libro. E’ un documento storico inedito. E’ un vero tomo, anche nel senso dimensionale: pesa due chili. E’ fatto bene e non vi sono errori che ho potuto riscontrare, se non una piccola svista di seguito descritta. 8. E una imperfezione o un errore che avresti voluto evitare nei testi o nelle immagini. In una delle circa 1300 immagini vi è una piccola scritta (parziale) del cognome del fotografo, che in quel posto non doveva apparire. (Ruggero Lenci)

Intervista a Ruggero Lenci sul libro: Studio Passarelli - cento anni cento progetti, Electa, Milano 2006 / Lenci, Ruggero. - ELETTRONICO. - (2006).

Intervista a Ruggero Lenci sul libro: Studio Passarelli - cento anni cento progetti, Electa, Milano 2006.

LENCI, Ruggero
2006

Abstract

Ruggero Lenci, Studio Passarelli - cento anni cento progetti. Electa, Milano 2006 1. Una auto-presentazione del curatore in cinque righe... Architetto, professore associato di architettura e composizione architettonica 5 presso la Facoltà di Ingegneria, Roma, “La Sapienza”, relatore di tesi di laurea regolarmente pubblicate sul sito http://www.ruggerolenci.it Da qualche anno ho esteso l’indagine architettonica alla scultura astratta e geometrica per scoprire alcuni aspetti cruciali, talvolta inaspettati come sono certe intersezioni tra le infinite parti in cui è scomponibile un solido, ed estrarne nuove potenzialità. Ultimo progetto realizzato: il nuovo Parco urbano di Santarcangelo di Romagna (con Claudio Lazzarini, Tonino Guerra, Nilda Valentin, Vania Baruzzi e altri), visitabile alla pagina http://www.ruggerolenci.it/0052%20Santarcangelo.htm 2. E una presentazione dello studio Passarelli in dieci righe... L’attività dello Studio Passarelli tocca tre secoli: inizia alla fine dell’800, include tutto il ‘900, si estende nel 2000. La quantità di progetti sviluppati dallo Studio è imponente, e tra questi ne sono stati selezionati 124 che rappresentano una cospicua sintesi dell’attività architettonica. I primi venti riguardano un periodo di quarant’anni che, fino al 1938, sono stati elaborati dal fondatore dello Studio, Tullio Passarelli (1869-1941), ma che già dagli anni 1932-33 hanno visto la partecipazione dei figli Vincenzo (1904-1985) e Fausto (1910-1998). Dopo la Guerra i successivi progetti sono stati eseguiti, con un crescendo di intensità, principalmente da Lucio (1922), il più giovane dei tre fratelli. Attualmente, oltre a Lucio Passarelli che funge da guida dello Studio, sono presenti come associati dall’ ‘89-‘90 l’arch. Tullio Leonori (1946) e i due figli architetti, Maria Passarelli (1964) e Tullio Passarelli (1961). Lo Studio Passarelli è protagonista nel promuovere procedure di progettazione collaborativa e integrale, avendo interagito con un gran numero di professionisti prevalentemente romani, tra i quali: Alessandro Anselmi, Pietro Barucci, Armando Brasini, Arnaldo Bruschi, Mario Fiorentino, Julio Lafuente, Alfredo Lambertucci, Sergio Lenci, Amedeo Luccichenti e Vincenzo Monaco, Pier Maria Lugli, Enrico Milone, Riccardo Morandi, Manfredi Nicoletti, Mario Paniconi e Giulio Pediconi, Luigi Piccinato, Ludovico Quaroni, Gaetano, Giuseppe, Marcello, Salvatore e Tito Rebecchini, Leonardo Ricci, Sara Rossi, Piero Sartogo, Carlo Scarpa, Hilda Selem, Masino Valle, Michele Valori, Marcello Vittorini, Bruno Zevi. I progetti spaziano da architetture in stile neo-romanico eseguiti nei primi anni del ‘900, a un’interpretazione delle peculiarità linguistiche e funzionali proprie della “scuola romana” eseguiti negli anni ’50, ’60 e ‘70, agli aggiornati registri morfologici dei giorni nostri 3. Ci vuoi descrivere brevemente il libro? A chi e' rivolto? In estrema sintesi, il libro narra tre periodi dello Studio Passarelli. Il primo periodo si inaugura con il progetto dell’Istituto De Merode in Piazza di Spagna (1899), segue con i Magazzini Generali all’Ostiense (1918) e si conclude con il Silos Granario sul lungotevere di Pietra Papa (1935). Il secondo periodo ha inizio con il Palazzo dell’Istituto Mobiliare Italiano e dell’Ufficio Italiano Cambi in via delle Quattro Fontane (1950) e si conclude con il Centro Direzionale Alitalia alla Magliana (1981) e con il progetto per la Banca d’Italia a Frascati 1982). Il terzo periodo inizia con il concorso internazionale per il nuovo museo dell’Acropoli di Atene ed è tuttora in corso. Il libro è rivolto agli, architetti, ingegneri, persone di cultura, amanti dell’arte, dell’urbanistica e della città di Roma. In esso è inserita una pianta di Roma con l’ubicazione degli interventi e inoltre ogni progetto è presentato sia con il proprio titolo che con l’indicazione della via. Pertanto il libro è anche uno strumento utile per quanti volessero visitare le opere dello Studio Passarelli, per capirne le mutazioni nel corso del ‘900. 4. Quali sono le tre opere dello Studio Passarelli che preferisci? Il Convitto San Tommaso d’Aquino in via degli Ibernasi a Roma, del 1963; L’edificio polifunzionale in via Campania a Roma, del 1964;I Musei Vaticani, del 1971. 5. Non ti sembra che lo studio Passarelli abbia meno attenzione di stampa di quello che merita? Forse, in un panorama critico quale quello italiano, patisce il fatto di essere stato lanciato da Bruno Zevi? L’attenzione va nutrita, non ricercata. Alcuni la nutrono, ovvero cercano di fare cose degne di attenzione, altri la ricercano, pensando che l’attenzione da sola possa essere utile a portarti da qualche parte. Lo Studio Passarelli non l’ha mai ricercata, avendo progettato molte opere degne di attenzione in passato e continuando a farne nel presente. Certo, rispetto alle nuove leve, questo è il momento del fuoco ardente acceso dal furore dell’immagine persuasiva, che acceca tutti e produce non solo cose talvolta buone ma anche molto, troppo fumo. Non penso patisca Bruno Zevi. Il fatto è che oggi vi sono degli studi che possono produrre 20 e più progetti in un anno (fatti per lo più per immagini) risultando quindi molto visibili. Lo studio Passarelli non elabora progetti per immagini ma per contenuti. Dà una garanzia sui propri prodotti. Non azzarda soluzioni estemporanee prive di contenuti, ma solo progetti attentamente analizzati e verificati. Questa garanzia ha un costo. Che a mio avviso è pienamente risarcito da un’invidiabile immagine di qualità e solidità. 6. Qual è l’opera dello studio che ritieni meno riuscita? Io, per esempio, trovo eccessivamente poco a misura d’uomo l’intervento di Vigne Nuove... Che ne pensi? Nel mese di aprile ho accompagnato una troupe televisiva della Repubblica Ceca a riprendere l’intervento abitativo IACP di via delle Vigne Nuove (1977). Abbiamo intervistato una signora che vi abita un alloggio di 100 mq., paga 120 euro al mese e ha diritto per circa 80.000 euro ad acquistarlo. Io ci metterei la firma e lei, giustamente, era tutta contenta. Qualche mese prima la stessa troupe, recatasi nella banlieu parigina per riprendere le case popolari francesi, ha subito, dagli abitanti del quartiere, il furto della telecamera, del cavalletto e dei portafogli. Riguardo alla qualità architettonica quelle scale estromesse dal volume che diventano colonne di ordine gigante sono altrettanti episodi plastici a dir poco platonici. Mai si erano viste colonne di quella dimensione. Forse nel libro stonano un po’ gli interventi minori, non perché di minore qualità, ma perché non è facile passare dalla scala del Piano Regolatore di Roma a quella dell’arredo di una foresteria della FIAT. 7. Tre motivi per comperare il libro. E’ un documento storico inedito. E’ un vero tomo, anche nel senso dimensionale: pesa due chili. E’ fatto bene e non vi sono errori che ho potuto riscontrare, se non una piccola svista di seguito descritta. 8. E una imperfezione o un errore che avresti voluto evitare nei testi o nelle immagini. In una delle circa 1300 immagini vi è una piccola scritta (parziale) del cognome del fotografo, che in quel posto non doveva apparire. (Ruggero Lenci)
2006
PresS/Tletter n. 17- 2006
Studio Passarelli; Roma; oltre un secolo di architettura.
02 Pubblicazione su volume::02b Commentario
Intervista a Ruggero Lenci sul libro: Studio Passarelli - cento anni cento progetti, Electa, Milano 2006 / Lenci, Ruggero. - ELETTRONICO. - (2006).
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11573/415155
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