La Conferenza, per l'ideazione e la cura scientifica di Dal Falco, si è incentrata sulla ricerca progettuale dei fratelli Bouroullec. Ronan Bouroullec (1971) insegna Disegno industriale all’Ecole Cantonale d'Art di Losanna e lavora con il fratello Erwan (1976) da circa dieci anni. I temi legati al lavoro dei due designer francesi riguardano, oltre alle complesse dinamiche che sottendono la progettazione per l’industria, le reciproche influenze che si instaurano tra arti, design e architettura di cui si nutre il loro intervento creativo modulando nel segno della sperimentazione nuove sintesi e inaspettati innesti. Ha partecipato all’evento la designer Inga Sempé, la cui originale ricerca progettuale si incentra soprattutto sull’innovazione morfologica e tipologica di oggetti quotidiani. L’influenza delle immagini sui processi creativi e la libera manipolazione dei registri morfologici si riscontra soprattutto nelle ultime realizzazioni dei Bouroullec, dove la metafora naturalistica è utilizzata dal punto di vista strutturale e non a fini simbolici. Come le geometrie ricavate da pattern vegetali di Végétal (Vitra 2009), la sedia le cui ramificazioni in poliammide curvano a formare seduta e schienale. Negli ultimi anni la ricerca dei Bouroullec sulla ridefinizione degli spazi è andata oltre la progettazione industriale per creare, con le gradazioni di colore e le textures di superfici in poliammide o in ABS (Algues, Twigs) e pareti di tessuto (Tuiles, Clouds), una certa qualité d’atmosphère. Si tratta di una sorta di “filtri” che attingono ad immagini archetipe e generano attraverso la ripetizione di un elemento geometrie ortogonali o aggregazioni “informi”. Tra gli oggetti “storici” della fine degli anni ‘90, sono da ricordare Lit Clos et la Spring Chair (Cappellini, 2000); mentre tra i prodotti per la Vitra vi sono Joyn Office System, les Algues, l’Alcove Sofa, la Worknest, la Slow Chair e la Végétal. Nel 2004 realizzano per Magis due collezioni di mobili, Striped et Steelwood; mentre dal 2006 collaborano con Kvadrat orientando la loro sperimentazione progettuale anche sul tessile. I Bouroullec disegnano per Kartell, Ligne Roset, Issey Miyake e mantengono in parallelo un’intensa attività di ricerca progettuale per la Galerie Kreo con quattro esposizioni tra il 2001 e il 2008. Tra gli ultimi premi attribuiti ai due designer francesi vi sono il riconoscimento Créateurs de l’année au Salon du meuble nel 2002 e il Finn-Juhl Prize di Copenaghen nel 2008. Al loro lavoro sono state dedicate mostre personali al Design Museum di Londra nel 2002, al Museum of Contemporary Art de Los Angeles, al Museo Boijmans van Beuningen di Rotterdam e a La Piscine, Musée d’Art et d’Industrie de Roubaix nel 2004. I loro oggetti sono conservati al Centre Pompidou di Parigi, al Museum of Modern Art di New York, al Design Museum di Londra. La ricerca di Inga Sempé, designer francese diplomata all’Ensci (Ecole Nationale Supérieure de Création Industrielle di Parigi) e pensionnaire di Villa Medici dal 2000 al 2001, è caratterizzata da una grande capacità di invenzione e dedicata in particolare all’innovazione di artefatti legati alla reiterazione di gesti quotidiani. Il lavoro della Sempé intorno alla “cosità” dei piccoli oggetti di tutti i giorni è nutrito dalla curiosità per la meccanica che ne sottende il funzionamento, un interesse che si rilegge in tutte le sue creazioni in cui la semplicità, la leggerezza e il rigore delle superfici esterne celano meccanismi anche complessi che consentono una loro variazione dimensionale. Sono oggetti che hanno due facce, due altezze e consentono un doppio uso: sedie con schienali allungabili, tavolini con zampe telescopiche, sgabelli trasformabili in scalette, valigie composte da più scomparti scorrevoli. Le soluzioni tecnologiche inventate dalla Sempé sono legate alla sperimentazione di materiali-involucro: come il plissé della grande lampada da terra per Cappellini (2002) realizzata con piegature inamidate analoghe a nervature strutturali, quello studiato per varianti estensibili di parallelepipedi luminosi (Plissé, Luceplan 2007) o le sottili strisce bianche che formano il corpo dell’abat-jour Double Stray (Artecnica, 2008). L’apparenza enigmatica dei suoi oggetti dipende dalla continuità e dalle qualità materiche delle superfici, dal riuscito e stravagante accostamento di qualità materiche opposte (duro e morbido, opaco e lucido…), dal rigore dei bianchi e neri, ma anche da un dato di surrealtà dovuto al trasferimento di componenti generalmente impiegati nella produzione di prodotti banali. Basti pensare all’ironica impenetrabilità di Brosse, il contenitore schermato da spazzole industriali (Edra, 2003) o l’imbottito rivestito di satin rosso che incorpora un deja vu nel colore e nelle pieghe lasche cucite ad arte. Inga Sempé ha lavorato negli anni ’90 con George Sowden, con Marc Newson e Andrée Putman. Ha vinto il Grand Prix de la Crèation de la ville de Paris nel 2003 e ha realizzato numerose esposizioni tra le quali la personale al Musée des Arts Décoratifs di Parigi nel 2003. Collabora con numerose aziende italiane francesi, americane e scandinave: da Cappellini a Edra, da Luce Plan a Ligne Roset, Artecnica, Domestic, Moustache, David Design, Hjelie, Almedahl’s, Baccarat. Dal 2000 progetta da sola nel suo studio a Parigi. Ha introdotto il Preside Prof. Renato Masiani, in via telematica Tonino Paris, presidente dei cdl in Disegno Industriale della Sapienza, mentre Dal Falco ha presentato i profili dei designer.
Ronan e Erwan Bouroullec / Conferenza di Ronan Bouroullec. Con la partecipazione di Inga Sempé / DAL FALCO, Federica; Lucibello, Sabrina. - (2009). (Intervento presentato al convegno Ronan e Erwan Bouroullec/ Conferenza di Ronan Bouroullec tenutosi a Prima Facoltà di Architettura “Ludovico Quaroni”, sede di Piazza Borghese, 9 Roma nel 13 novembre 2009).
Ronan e Erwan Bouroullec / Conferenza di Ronan Bouroullec. Con la partecipazione di Inga Sempé
DAL FALCO, Federica;LUCIBELLO, Sabrina
2009
Abstract
La Conferenza, per l'ideazione e la cura scientifica di Dal Falco, si è incentrata sulla ricerca progettuale dei fratelli Bouroullec. Ronan Bouroullec (1971) insegna Disegno industriale all’Ecole Cantonale d'Art di Losanna e lavora con il fratello Erwan (1976) da circa dieci anni. I temi legati al lavoro dei due designer francesi riguardano, oltre alle complesse dinamiche che sottendono la progettazione per l’industria, le reciproche influenze che si instaurano tra arti, design e architettura di cui si nutre il loro intervento creativo modulando nel segno della sperimentazione nuove sintesi e inaspettati innesti. Ha partecipato all’evento la designer Inga Sempé, la cui originale ricerca progettuale si incentra soprattutto sull’innovazione morfologica e tipologica di oggetti quotidiani. L’influenza delle immagini sui processi creativi e la libera manipolazione dei registri morfologici si riscontra soprattutto nelle ultime realizzazioni dei Bouroullec, dove la metafora naturalistica è utilizzata dal punto di vista strutturale e non a fini simbolici. Come le geometrie ricavate da pattern vegetali di Végétal (Vitra 2009), la sedia le cui ramificazioni in poliammide curvano a formare seduta e schienale. Negli ultimi anni la ricerca dei Bouroullec sulla ridefinizione degli spazi è andata oltre la progettazione industriale per creare, con le gradazioni di colore e le textures di superfici in poliammide o in ABS (Algues, Twigs) e pareti di tessuto (Tuiles, Clouds), una certa qualité d’atmosphère. Si tratta di una sorta di “filtri” che attingono ad immagini archetipe e generano attraverso la ripetizione di un elemento geometrie ortogonali o aggregazioni “informi”. Tra gli oggetti “storici” della fine degli anni ‘90, sono da ricordare Lit Clos et la Spring Chair (Cappellini, 2000); mentre tra i prodotti per la Vitra vi sono Joyn Office System, les Algues, l’Alcove Sofa, la Worknest, la Slow Chair e la Végétal. Nel 2004 realizzano per Magis due collezioni di mobili, Striped et Steelwood; mentre dal 2006 collaborano con Kvadrat orientando la loro sperimentazione progettuale anche sul tessile. I Bouroullec disegnano per Kartell, Ligne Roset, Issey Miyake e mantengono in parallelo un’intensa attività di ricerca progettuale per la Galerie Kreo con quattro esposizioni tra il 2001 e il 2008. Tra gli ultimi premi attribuiti ai due designer francesi vi sono il riconoscimento Créateurs de l’année au Salon du meuble nel 2002 e il Finn-Juhl Prize di Copenaghen nel 2008. Al loro lavoro sono state dedicate mostre personali al Design Museum di Londra nel 2002, al Museum of Contemporary Art de Los Angeles, al Museo Boijmans van Beuningen di Rotterdam e a La Piscine, Musée d’Art et d’Industrie de Roubaix nel 2004. I loro oggetti sono conservati al Centre Pompidou di Parigi, al Museum of Modern Art di New York, al Design Museum di Londra. La ricerca di Inga Sempé, designer francese diplomata all’Ensci (Ecole Nationale Supérieure de Création Industrielle di Parigi) e pensionnaire di Villa Medici dal 2000 al 2001, è caratterizzata da una grande capacità di invenzione e dedicata in particolare all’innovazione di artefatti legati alla reiterazione di gesti quotidiani. Il lavoro della Sempé intorno alla “cosità” dei piccoli oggetti di tutti i giorni è nutrito dalla curiosità per la meccanica che ne sottende il funzionamento, un interesse che si rilegge in tutte le sue creazioni in cui la semplicità, la leggerezza e il rigore delle superfici esterne celano meccanismi anche complessi che consentono una loro variazione dimensionale. Sono oggetti che hanno due facce, due altezze e consentono un doppio uso: sedie con schienali allungabili, tavolini con zampe telescopiche, sgabelli trasformabili in scalette, valigie composte da più scomparti scorrevoli. Le soluzioni tecnologiche inventate dalla Sempé sono legate alla sperimentazione di materiali-involucro: come il plissé della grande lampada da terra per Cappellini (2002) realizzata con piegature inamidate analoghe a nervature strutturali, quello studiato per varianti estensibili di parallelepipedi luminosi (Plissé, Luceplan 2007) o le sottili strisce bianche che formano il corpo dell’abat-jour Double Stray (Artecnica, 2008). L’apparenza enigmatica dei suoi oggetti dipende dalla continuità e dalle qualità materiche delle superfici, dal riuscito e stravagante accostamento di qualità materiche opposte (duro e morbido, opaco e lucido…), dal rigore dei bianchi e neri, ma anche da un dato di surrealtà dovuto al trasferimento di componenti generalmente impiegati nella produzione di prodotti banali. Basti pensare all’ironica impenetrabilità di Brosse, il contenitore schermato da spazzole industriali (Edra, 2003) o l’imbottito rivestito di satin rosso che incorpora un deja vu nel colore e nelle pieghe lasche cucite ad arte. Inga Sempé ha lavorato negli anni ’90 con George Sowden, con Marc Newson e Andrée Putman. Ha vinto il Grand Prix de la Crèation de la ville de Paris nel 2003 e ha realizzato numerose esposizioni tra le quali la personale al Musée des Arts Décoratifs di Parigi nel 2003. Collabora con numerose aziende italiane francesi, americane e scandinave: da Cappellini a Edra, da Luce Plan a Ligne Roset, Artecnica, Domestic, Moustache, David Design, Hjelie, Almedahl’s, Baccarat. Dal 2000 progetta da sola nel suo studio a Parigi. Ha introdotto il Preside Prof. Renato Masiani, in via telematica Tonino Paris, presidente dei cdl in Disegno Industriale della Sapienza, mentre Dal Falco ha presentato i profili dei designer.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.