Lì dove gli occhi non vedono: sulla scomparsa di José Saramago José Saramago, che nella sua vita è stato anche un disegnatore industriale, è scomparso il 18 giugno del 2010. Questa illustre morte è solo un’intermittenza perché rimane la sua opera letteraria, tassello fondamentale nella costruzione della cultura dell’umanità. Il 14 ottobre 2009 ho potuto ascoltarlo nella sua venuta a Roma al teatro Quirino Vittorio Gassman, insieme alla moglie Pilar guida della fondazione Saramago. In quel convegno era atteso anche Saviano, sul quale José spende parole di ammirazione nel suo “Il Quaderno” (Bollati Boringhieri, Torino 2009), che contiene un’introduzione di Umberto Eco. Nel testo Saramago osserva da vicino anche l’Italia, come si evince a pag. 153 “Che fare con gli italiani?” dove scrive di sentirsi più offeso degli italiani stessi, rei di aver consegnato il paese a un “…padrone e signore assoluto dell’Italia e della coscienza di milioni di Italiani… Offeso nel mio amore per l’Italia, per la cultura italiana, per la storia italiana…”. O quando a pag. 146 scrive che non sopporta di vedere tanto lusso nei paramenti e negli abiti dei religiosi potenti. O, ancora, quando a pag. 106 scrive “Mi sento umile, quasi insignificante, davanti alla dignità e al coraggio dello scrittore e giornalista Roberto Saviano, maestro di vita.” Per quanti usano gli occhi quali strumenti di misura, valutazione e analisi - penso in particolare agli architetti - “Cecità” è il suo libro che più coinvolge. Vi si avverte un senso di malessere per le tante, miserabili vicende che inesorabilmente si susseguono in una città di ciechi, in cui si riproducono sotto un’altra “luce” le stesse problematiche sociali delle normali città: amori, debolezze, ricerca di sopravvivenza, ingiustizie, gomorre. Josè Saramago, nei tormentati periodi lunghi anche più di una pagina del suo capolavoro che gli è valso il Nobel, esorta a vedere anche lì dove gli occhi non vedono.
Lì dove gli occhi non vedono: sulla scomparsa di José Saramago. presS/Tletter n.23-2010 / Lenci, Ruggero. - ELETTRONICO. - (2010).
Lì dove gli occhi non vedono: sulla scomparsa di José Saramago. presS/Tletter n.23-2010
LENCI, Ruggero
2010
Abstract
Lì dove gli occhi non vedono: sulla scomparsa di José Saramago José Saramago, che nella sua vita è stato anche un disegnatore industriale, è scomparso il 18 giugno del 2010. Questa illustre morte è solo un’intermittenza perché rimane la sua opera letteraria, tassello fondamentale nella costruzione della cultura dell’umanità. Il 14 ottobre 2009 ho potuto ascoltarlo nella sua venuta a Roma al teatro Quirino Vittorio Gassman, insieme alla moglie Pilar guida della fondazione Saramago. In quel convegno era atteso anche Saviano, sul quale José spende parole di ammirazione nel suo “Il Quaderno” (Bollati Boringhieri, Torino 2009), che contiene un’introduzione di Umberto Eco. Nel testo Saramago osserva da vicino anche l’Italia, come si evince a pag. 153 “Che fare con gli italiani?” dove scrive di sentirsi più offeso degli italiani stessi, rei di aver consegnato il paese a un “…padrone e signore assoluto dell’Italia e della coscienza di milioni di Italiani… Offeso nel mio amore per l’Italia, per la cultura italiana, per la storia italiana…”. O quando a pag. 146 scrive che non sopporta di vedere tanto lusso nei paramenti e negli abiti dei religiosi potenti. O, ancora, quando a pag. 106 scrive “Mi sento umile, quasi insignificante, davanti alla dignità e al coraggio dello scrittore e giornalista Roberto Saviano, maestro di vita.” Per quanti usano gli occhi quali strumenti di misura, valutazione e analisi - penso in particolare agli architetti - “Cecità” è il suo libro che più coinvolge. Vi si avverte un senso di malessere per le tante, miserabili vicende che inesorabilmente si susseguono in una città di ciechi, in cui si riproducono sotto un’altra “luce” le stesse problematiche sociali delle normali città: amori, debolezze, ricerca di sopravvivenza, ingiustizie, gomorre. Josè Saramago, nei tormentati periodi lunghi anche più di una pagina del suo capolavoro che gli è valso il Nobel, esorta a vedere anche lì dove gli occhi non vedono.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.