"L’architettura di Giuseppe Strappa è strutturale, evidente nella forma e nel processo che l’ha generata, profondamente reale, in una parola oggettiva.....Da sempre portato alla ricerca di ciò che è autentico, Giuseppe Strappa sa per questo selezionare dalla fenomenologia del comporre tutto ciò che non riesce a collocarsi all’interno di quella logica, sempre indecifrabile nonostante la serietà e la perseveranza con le quali è stata indagata, che caratterizza l’architettura nella sua accezione più piena e profonda. Nella ricerca dell’architetto romano – divenuto da tempo un riferimento centrale del dibattito disciplinare, non solo in ambito locale e nazionale – la stessa complessità dell’architettura si trasforma alla fine, com’è doveroso, nella semplicità di una concezione di matrice classica, inverata in ordinamenti spaziali limpidi, colmi della intrinseca razionalità che deve sovrintendere al costruire, ordinamenti iscritti a loro modo in una dimensione di relativa invariabilità. ." (Franco Purini, 2011) ".....Con grande abilità, Strappa costruisce in questo modo un’”architettura d’ombre” e una tensione fra masse vuote che genera, alla fine, un risucchio dello spazio verso un altro“infinito” (questa volta orizzontale), il quale trapassa la solidità del “manufatto-muro” e quasi lo stacca dalla sua linea di terra, rendendolo fluttuante e, perchè no, poeticamente “incerto”. Non è facile trovare nell’architettura contemporanea un progetto dove la dialettica-scontro tra luce e oscurità giochi un ruolo così profondamente simbolico e, senza alcuna forzatura, costruisca un luogo modernamente armonico, “conformato” per la meditazione e per il silenzio". (Alessandro Anselmi, 2012)

Seconda fase di ampliamento del Cimitero di Terni / Strappa, Giuseppe; T., Casatelli; P., Di Giuliomaria; E., Timpani. - (2011).

Seconda fase di ampliamento del Cimitero di Terni

STRAPPA, Giuseppe;
2011

Abstract

"L’architettura di Giuseppe Strappa è strutturale, evidente nella forma e nel processo che l’ha generata, profondamente reale, in una parola oggettiva.....Da sempre portato alla ricerca di ciò che è autentico, Giuseppe Strappa sa per questo selezionare dalla fenomenologia del comporre tutto ciò che non riesce a collocarsi all’interno di quella logica, sempre indecifrabile nonostante la serietà e la perseveranza con le quali è stata indagata, che caratterizza l’architettura nella sua accezione più piena e profonda. Nella ricerca dell’architetto romano – divenuto da tempo un riferimento centrale del dibattito disciplinare, non solo in ambito locale e nazionale – la stessa complessità dell’architettura si trasforma alla fine, com’è doveroso, nella semplicità di una concezione di matrice classica, inverata in ordinamenti spaziali limpidi, colmi della intrinseca razionalità che deve sovrintendere al costruire, ordinamenti iscritti a loro modo in una dimensione di relativa invariabilità. ." (Franco Purini, 2011) ".....Con grande abilità, Strappa costruisce in questo modo un’”architettura d’ombre” e una tensione fra masse vuote che genera, alla fine, un risucchio dello spazio verso un altro“infinito” (questa volta orizzontale), il quale trapassa la solidità del “manufatto-muro” e quasi lo stacca dalla sua linea di terra, rendendolo fluttuante e, perchè no, poeticamente “incerto”. Non è facile trovare nell’architettura contemporanea un progetto dove la dialettica-scontro tra luce e oscurità giochi un ruolo così profondamente simbolico e, senza alcuna forzatura, costruisca un luogo modernamente armonico, “conformato” per la meditazione e per il silenzio". (Alessandro Anselmi, 2012)
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