Il tema della disciplina del rapporto di lavoro del collaboratore a progetto ? fortemente connesso alla scelta ÒpoliticaÓ del legislatore in relazione alla ÒtipizzazioneÓ dei contratti di lavoro. Dinanzi, infatti, allÕalternativa tra la complessiva rimodulazione delle tutele del lavoro subordinato e lÕintroduzione di limiti al ricorso alle collaborazioni coordinate e continuative, attraverso lÕintroduzione di vincoli alla fattispecie e di una disciplina di tutela, il legislatore ha fatto la scelta ÒminimaÓ e cio? la seconda. Nel saggio, attraverso un puntuale esame della disciplina legislativa (il tema del coordinamento e della pluricommittenza, l'obbligo di riservatezza, la sicurezza come diritto e dovere, il corrispettivo, le invenzioni, la sospensione del rapporto) si mette in risalto come il catalogo delle tutele previste sia piuttosto esiguo, oltre che quasi interamente disponibile alle parti: ci˜ fa concludere che il legislatore abbia trascurato che il collaboratore a progetto opera pur sempre con continuitˆ allÕinterno di unÕorganizzazione da altri gestita e va protetto per tutti i rischi e i condizionamenti incombenti nei confronti di chi presta lavoro, quali che siano le modalitˆ, mediante integrazione in contesti organizzativi altrui. In particolare si sottolinea come sia poco comprensibile che non siano state espressamente riconosciute al collaboratore a progetto adeguate tutele in tema di libertˆ di manifestazione del pensiero, di riservatezza, di sottrazione a controlli occulti o poco rispettosi, di divieti di discriminazione, di effettivi spazi per lÕesercizio di autonomia collettiva.
Diritti e doveri del collaboratore a progetto / Valentini, Vincenzo. - STAMPA. - (2010).
Diritti e doveri del collaboratore a progetto
VALENTINI, Vincenzo
2010
Abstract
Il tema della disciplina del rapporto di lavoro del collaboratore a progetto ? fortemente connesso alla scelta ÒpoliticaÓ del legislatore in relazione alla ÒtipizzazioneÓ dei contratti di lavoro. Dinanzi, infatti, allÕalternativa tra la complessiva rimodulazione delle tutele del lavoro subordinato e lÕintroduzione di limiti al ricorso alle collaborazioni coordinate e continuative, attraverso lÕintroduzione di vincoli alla fattispecie e di una disciplina di tutela, il legislatore ha fatto la scelta ÒminimaÓ e cio? la seconda. Nel saggio, attraverso un puntuale esame della disciplina legislativa (il tema del coordinamento e della pluricommittenza, l'obbligo di riservatezza, la sicurezza come diritto e dovere, il corrispettivo, le invenzioni, la sospensione del rapporto) si mette in risalto come il catalogo delle tutele previste sia piuttosto esiguo, oltre che quasi interamente disponibile alle parti: ci˜ fa concludere che il legislatore abbia trascurato che il collaboratore a progetto opera pur sempre con continuitˆ allÕinterno di unÕorganizzazione da altri gestita e va protetto per tutti i rischi e i condizionamenti incombenti nei confronti di chi presta lavoro, quali che siano le modalitˆ, mediante integrazione in contesti organizzativi altrui. In particolare si sottolinea come sia poco comprensibile che non siano state espressamente riconosciute al collaboratore a progetto adeguate tutele in tema di libertˆ di manifestazione del pensiero, di riservatezza, di sottrazione a controlli occulti o poco rispettosi, di divieti di discriminazione, di effettivi spazi per lÕesercizio di autonomia collettiva.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.