Gli elementi costruttivi delle coperture tradizionali hanno sedimentato nei secoli e nelle varie regioni soluzioni, tipologie e tecnologie tanto variegate da imporre, nei limiti, pur ampi, di questa pubblicazione, una drastica selezione. Si è deciso di seguire una logica descrittiva che ha simulato una sorta di lettura per strati della copertura, cominciando dal manto per passare alle orditure minute, per poi giungere alla grossa orditura e alle incavallature. Il manto, cui era totalmente affidato l’impedimento alla permeazione dell’acqua (non disponendosi di materiali impermeabili, come le attuali guaine bituminose sintetiche), poteva rispondere alla necessità di non lasciarsi attraversare seguendo due modalità: una si basava sull’evacuazione dell’acqua prima che essa potesse intraprendere le strade di penetrazione (manto con pendenza, discontinuo ma sovrapposto e traspirante); l’altra sulla difficoltà di superare lo strato in modo che l’acqua non potesse giungere al paramento opposto ed evaporare tra una precipitazione e l’altra (manti “piani”, a spessore e impermeabili). Le orditure minute sono state in questa sede campionate in vari modelli, alcuni frequentissimi ed altri più rari, ormai desueti e rintracciabili solo in aree in cui il ritardo nello sviluppo ha causato un’involontaria conservazione di tecniche arcaiche o rudimentali. Vengono, infine, trattate le orditure portanti, tipiche di edifici civili e ecclesiastici, attraverso una rassegna di strutture portanti complesse, costituite dalle incavallature piane e spaziali. Riguardo a questo argomento, la documentazione assume un particolare approfondimento che cura il dettaglio costruttivo e unisce alle informazioni storiche una mirata documentazione fotografica.
Sezione C5. Coperture / DE CESARIS, Fabrizio. - STAMPA. - VIII, to. I(2004), pp. 258-286.
Sezione C5. Coperture
DE CESARIS, FABRIZIO
2004
Abstract
Gli elementi costruttivi delle coperture tradizionali hanno sedimentato nei secoli e nelle varie regioni soluzioni, tipologie e tecnologie tanto variegate da imporre, nei limiti, pur ampi, di questa pubblicazione, una drastica selezione. Si è deciso di seguire una logica descrittiva che ha simulato una sorta di lettura per strati della copertura, cominciando dal manto per passare alle orditure minute, per poi giungere alla grossa orditura e alle incavallature. Il manto, cui era totalmente affidato l’impedimento alla permeazione dell’acqua (non disponendosi di materiali impermeabili, come le attuali guaine bituminose sintetiche), poteva rispondere alla necessità di non lasciarsi attraversare seguendo due modalità: una si basava sull’evacuazione dell’acqua prima che essa potesse intraprendere le strade di penetrazione (manto con pendenza, discontinuo ma sovrapposto e traspirante); l’altra sulla difficoltà di superare lo strato in modo che l’acqua non potesse giungere al paramento opposto ed evaporare tra una precipitazione e l’altra (manti “piani”, a spessore e impermeabili). Le orditure minute sono state in questa sede campionate in vari modelli, alcuni frequentissimi ed altri più rari, ormai desueti e rintracciabili solo in aree in cui il ritardo nello sviluppo ha causato un’involontaria conservazione di tecniche arcaiche o rudimentali. Vengono, infine, trattate le orditure portanti, tipiche di edifici civili e ecclesiastici, attraverso una rassegna di strutture portanti complesse, costituite dalle incavallature piane e spaziali. Riguardo a questo argomento, la documentazione assume un particolare approfondimento che cura il dettaglio costruttivo e unisce alle informazioni storiche una mirata documentazione fotografica.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.