Il presente contributo è nato da un'idea avuta partecipando alla Mostra per il 150° anniversario dell’Unità d’Italia: “Architettare l’Unità, architettura e istituzioni nelle città della nuova Italia 1861-1911”,a cura di F. Mangone e M.G.Tampieri, inaugurata a Roma il 27 aprile all’Acquario romano. Si propone l’analisi di alcuni disegni relativi al concorso di architettura per il monumento a Vittorio Emanuele II in Roma del 1881tra cui il disegno di Giuseppe Vigna e Giuseppe Pinotti, il disegno di Corinto Corinti e il disegno di Carlo Aureli. Questi disegni, tutti a colori, sono stati scelti tra i tanti perché caratterizzati da una particolare armonia di disegno molto espressiva e da una calligrafia grafica forte; elementi fondamentali per la redazione di elaborati di concorso. L’analisi di questi disegni di architettura mira alla comprensione delle scelte sia dei metodi che degli strumenti della rappresentazione, dei modi e delle tecniche artistiche utilizzate anche per poter riflettere sulle modalità di redazione dei disegni di progetto utilizzate dagli architetti italiani alla fine dell’ottocento. Dopo la morte di Vittorio Emanuele II, nel 1878, il Ministro dell’Interno G. Zanardelli presentò alla Camera un disegno di legge che proponeva di istituire una commissione reale con lo scopo di scegliere il luogo e il genere del monumento da dedicare alla memoria del Re. Nel 1880 fu bandito un concorso per un grandioso monumento che invitava tutto il mondo civile a una gara di concetti più che di opere, con l’obiettivo di perseguire una grande idea e di trovare una nuova forma capace di divenire sia simbolo della riconoscenza del popolo al Re e sia rappresentazione delle conquiste dell’era moderna. Il concorso richiedeva la ricerca di soluzioni architettoniche originali ma risultò poco chiaro negli intenti perché furono poche le indicazioni formulate nel programma. I lavori presentati appartenevano sia ad artisti egregi sia a principianti e le proposte spaziavano dai singoli monumenti fino a complessi che prevedevano la realizzazione di interi quartieri per accogliere il grande mausoleo dedicato al Re. Dallo scrutinio finale emerse che solo un progetto appartenente ad un francese, H. P. Nénot, aveva raggiunto la quasi unanimità dei voti ma, per le molteplici polemiche sulle modalità del concorso e per l’impossibilità di far redigere un tale monumento ad uno straniero, il concorso venne dichiarato nullo. Nel settembre del 1882 Depretis riprese in mano la situazione e comunicò che il monumento doveva sorgere sulle pendici del colle capitolino, in asse con la via del corso e la tipologia doveva ispirarsi al modello del progetto degli architetti Ferrari e Piacentini presentato alla prima tornata. Venne così bandito il secondo concorso nel 1882. Alla fine dei lavori la commissione scelse il progetto di G. Sacconi e, secondo, quello di M. Manfredi. Il Vittoriano fu inaugurato il 4 giugno 1911 in occasione delle celebrazioni commemorative del cinquantenario del regno e, nel 1921, venne lì sepolta la salma di un soldato caduto in combattimento nella Grande Guerra. Questa grande mole di botticino del Vittoriano diventò negli anni del fascismo l’Altare della Patria e i lavori si conclusero definitivamente con l’inaugurazione del Museo Centrale del Risorgimento nel maggio del 1935 da parte di Vittorio Emanuele III.
Analisi critica dei disegni per il concorso di Architettura per il Vittoriano a Roma / Chiavoni, Emanuela. - STAMPA. - I(2011), pp. 95-97.
Analisi critica dei disegni per il concorso di Architettura per il Vittoriano a Roma
CHIAVONI, Emanuela
2011
Abstract
Il presente contributo è nato da un'idea avuta partecipando alla Mostra per il 150° anniversario dell’Unità d’Italia: “Architettare l’Unità, architettura e istituzioni nelle città della nuova Italia 1861-1911”,a cura di F. Mangone e M.G.Tampieri, inaugurata a Roma il 27 aprile all’Acquario romano. Si propone l’analisi di alcuni disegni relativi al concorso di architettura per il monumento a Vittorio Emanuele II in Roma del 1881tra cui il disegno di Giuseppe Vigna e Giuseppe Pinotti, il disegno di Corinto Corinti e il disegno di Carlo Aureli. Questi disegni, tutti a colori, sono stati scelti tra i tanti perché caratterizzati da una particolare armonia di disegno molto espressiva e da una calligrafia grafica forte; elementi fondamentali per la redazione di elaborati di concorso. L’analisi di questi disegni di architettura mira alla comprensione delle scelte sia dei metodi che degli strumenti della rappresentazione, dei modi e delle tecniche artistiche utilizzate anche per poter riflettere sulle modalità di redazione dei disegni di progetto utilizzate dagli architetti italiani alla fine dell’ottocento. Dopo la morte di Vittorio Emanuele II, nel 1878, il Ministro dell’Interno G. Zanardelli presentò alla Camera un disegno di legge che proponeva di istituire una commissione reale con lo scopo di scegliere il luogo e il genere del monumento da dedicare alla memoria del Re. Nel 1880 fu bandito un concorso per un grandioso monumento che invitava tutto il mondo civile a una gara di concetti più che di opere, con l’obiettivo di perseguire una grande idea e di trovare una nuova forma capace di divenire sia simbolo della riconoscenza del popolo al Re e sia rappresentazione delle conquiste dell’era moderna. Il concorso richiedeva la ricerca di soluzioni architettoniche originali ma risultò poco chiaro negli intenti perché furono poche le indicazioni formulate nel programma. I lavori presentati appartenevano sia ad artisti egregi sia a principianti e le proposte spaziavano dai singoli monumenti fino a complessi che prevedevano la realizzazione di interi quartieri per accogliere il grande mausoleo dedicato al Re. Dallo scrutinio finale emerse che solo un progetto appartenente ad un francese, H. P. Nénot, aveva raggiunto la quasi unanimità dei voti ma, per le molteplici polemiche sulle modalità del concorso e per l’impossibilità di far redigere un tale monumento ad uno straniero, il concorso venne dichiarato nullo. Nel settembre del 1882 Depretis riprese in mano la situazione e comunicò che il monumento doveva sorgere sulle pendici del colle capitolino, in asse con la via del corso e la tipologia doveva ispirarsi al modello del progetto degli architetti Ferrari e Piacentini presentato alla prima tornata. Venne così bandito il secondo concorso nel 1882. Alla fine dei lavori la commissione scelse il progetto di G. Sacconi e, secondo, quello di M. Manfredi. Il Vittoriano fu inaugurato il 4 giugno 1911 in occasione delle celebrazioni commemorative del cinquantenario del regno e, nel 1921, venne lì sepolta la salma di un soldato caduto in combattimento nella Grande Guerra. Questa grande mole di botticino del Vittoriano diventò negli anni del fascismo l’Altare della Patria e i lavori si conclusero definitivamente con l’inaugurazione del Museo Centrale del Risorgimento nel maggio del 1935 da parte di Vittorio Emanuele III.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.


