Addentrandosi in un campo finora scarsamente studiato, lo scritto illustra, anche attraverso numerosi esempi ed elaborazioni grafiche, alcuni interventi su edifici di culto guidati dal mutamento di pensiero e dagli adeguamenti liturgici conseguenti alla riforma tridentina. In un clima sostanzialmente mutato rispetto alle predilezioni del “Rinascimento” maturo le esigenze di natura estetica, fino ad allora assolutamente prevalenti, si intrecciano - e molto spesso vengono subordinate - con motivazioni di carattere simbolico e liturgico. Le soluzioni proposte, molto varie, vanno dal semplice mantenimento del tipo, alla loro traduzione in termini murari, alla creazione di organizzazioni del tutto nuove. Ma tutte queste operazioni, pur nella loro varietà, evidenziano, come loro comune denominatore, l'esaltazione degli ideali propri della Riforma. Questo è evidente soprattutto nei confronti dell'antico, il cui valore non è più legato alle loro valenze pagane ma alla sua capacità di esprimere - trasformandoli - contenuti cristiani.
"Restauri" e abbellimenti fra Clemente VIII e Paolo V (1580-1621) / Sette, Maria Piera. - STAMPA. - 1(1989), pp. 235-251.
"Restauri" e abbellimenti fra Clemente VIII e Paolo V (1580-1621)
SETTE, Maria Piera
1989
Abstract
Addentrandosi in un campo finora scarsamente studiato, lo scritto illustra, anche attraverso numerosi esempi ed elaborazioni grafiche, alcuni interventi su edifici di culto guidati dal mutamento di pensiero e dagli adeguamenti liturgici conseguenti alla riforma tridentina. In un clima sostanzialmente mutato rispetto alle predilezioni del “Rinascimento” maturo le esigenze di natura estetica, fino ad allora assolutamente prevalenti, si intrecciano - e molto spesso vengono subordinate - con motivazioni di carattere simbolico e liturgico. Le soluzioni proposte, molto varie, vanno dal semplice mantenimento del tipo, alla loro traduzione in termini murari, alla creazione di organizzazioni del tutto nuove. Ma tutte queste operazioni, pur nella loro varietà, evidenziano, come loro comune denominatore, l'esaltazione degli ideali propri della Riforma. Questo è evidente soprattutto nei confronti dell'antico, il cui valore non è più legato alle loro valenze pagane ma alla sua capacità di esprimere - trasformandoli - contenuti cristiani.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.