Di “colore” si discute da tempo; si parla di ‘colore’ come tema autonomo, s’interviene sul ‘problema colore’ entro i dibattiti che si occupano di architetture e città, di manutenzione e restauro, di edilizia storica o ambiente costruito; nondimeno va sottolineato il fatto che si tratta di un argomento che richiede di essere posto e risolto su basi teoriche e critiche. Più ci si ferma a riflettere più risulta chiara la complessità del tema che può essere messo a punto soltanto attraverso una corretta impostazione metodologica; in primis, si pone un’osservazione tanto ovvia quanto rilevante: quella per cui l’azione non possa prescindere dallo ‘stato attuale’ del manufatto sul quale s’interviene e dal suo intorno di relazione. Ciò che significa occuparsi del “colore della città” considerando sia i meccanismi e le modalità di distinzione dei colori, sia le loro qualità, relative a testo e contesto, cioè all’intera realtà cromatica che si è venuta a costituire. Un'altra considerazione, altrettanto ovvia, riguarda la natura inevitabilmente interpretativa di ogni intervento il quale, una volta acquisita la coscienza logica della ‘realtà’, va ad individuare il “giusto colore” che si deve qualificare come la risultante di “esperienze attuali e di memoria”. Ciò equivale a dire che il ‘vero’ colore, quello che si ritiene tale - in genere la condizione cromatica di partenza - non esiste in concreto; esso può essere restituito nel procedere della conoscenza, ma soltanto nella coscienza intellettiva, senza finalizzare l’intervento al ristabilimento di un ipotetico e irraggiungibile stato ‘originario’. In aggiunta, si pone anche il nodo determinato dalla ‘novità’ della materia che entra in ogni coloritura e si concretizza sulla preesistenza con una certa discrezionalità. Di qui l’esigenza di un continuo, severo esercizio critico, onde garantire che la nuova materia possa assecondare quanto necessario le qualità della materia antica. Appare qui implicito, con evidenza, il concetto di ‘scelta’; una scelta capace di far dialogare ricerca e operatività facendo leva tanto sui dati tecnici quanto su quelli formali e visivi. Comunque, se è ovvio che l’azione consideri l’insieme – manufatto e intorno; rimane ferma la necessità di garantire il binomio unità-distinzione, vale a dire rispettare l’individualità del manufatto e, nel contempo, relazionarlo con l’insieme di cui è parte, nonché consentire il dialogo fra conservazione e innovazione dove, con varietà di accenti, spesso convivono espressioni contemporanee e testimonianze del passato. Di qui l'opportunità di formulare un quadro di compatibilità il quale, attraverso idonee verifiche su tinte e materie, possa delineare una prospettiva cromatica sufficientemente ampia e specificare con efficacia l'intervento che dovrà garantire “l’inserzione di una frase coerente nel ‘colore della città’ ricco di sfumature, indivisibilmente, nella sua tipicità.
Ancora sul 'colore'. Note in margine ad alcune questioni di restauro / Sette, Maria Piera. - STAMPA. - (2011), pp. 465-474.
Ancora sul 'colore'. Note in margine ad alcune questioni di restauro
SETTE, Maria Piera
2011
Abstract
Di “colore” si discute da tempo; si parla di ‘colore’ come tema autonomo, s’interviene sul ‘problema colore’ entro i dibattiti che si occupano di architetture e città, di manutenzione e restauro, di edilizia storica o ambiente costruito; nondimeno va sottolineato il fatto che si tratta di un argomento che richiede di essere posto e risolto su basi teoriche e critiche. Più ci si ferma a riflettere più risulta chiara la complessità del tema che può essere messo a punto soltanto attraverso una corretta impostazione metodologica; in primis, si pone un’osservazione tanto ovvia quanto rilevante: quella per cui l’azione non possa prescindere dallo ‘stato attuale’ del manufatto sul quale s’interviene e dal suo intorno di relazione. Ciò che significa occuparsi del “colore della città” considerando sia i meccanismi e le modalità di distinzione dei colori, sia le loro qualità, relative a testo e contesto, cioè all’intera realtà cromatica che si è venuta a costituire. Un'altra considerazione, altrettanto ovvia, riguarda la natura inevitabilmente interpretativa di ogni intervento il quale, una volta acquisita la coscienza logica della ‘realtà’, va ad individuare il “giusto colore” che si deve qualificare come la risultante di “esperienze attuali e di memoria”. Ciò equivale a dire che il ‘vero’ colore, quello che si ritiene tale - in genere la condizione cromatica di partenza - non esiste in concreto; esso può essere restituito nel procedere della conoscenza, ma soltanto nella coscienza intellettiva, senza finalizzare l’intervento al ristabilimento di un ipotetico e irraggiungibile stato ‘originario’. In aggiunta, si pone anche il nodo determinato dalla ‘novità’ della materia che entra in ogni coloritura e si concretizza sulla preesistenza con una certa discrezionalità. Di qui l’esigenza di un continuo, severo esercizio critico, onde garantire che la nuova materia possa assecondare quanto necessario le qualità della materia antica. Appare qui implicito, con evidenza, il concetto di ‘scelta’; una scelta capace di far dialogare ricerca e operatività facendo leva tanto sui dati tecnici quanto su quelli formali e visivi. Comunque, se è ovvio che l’azione consideri l’insieme – manufatto e intorno; rimane ferma la necessità di garantire il binomio unità-distinzione, vale a dire rispettare l’individualità del manufatto e, nel contempo, relazionarlo con l’insieme di cui è parte, nonché consentire il dialogo fra conservazione e innovazione dove, con varietà di accenti, spesso convivono espressioni contemporanee e testimonianze del passato. Di qui l'opportunità di formulare un quadro di compatibilità il quale, attraverso idonee verifiche su tinte e materie, possa delineare una prospettiva cromatica sufficientemente ampia e specificare con efficacia l'intervento che dovrà garantire “l’inserzione di una frase coerente nel ‘colore della città’ ricco di sfumature, indivisibilmente, nella sua tipicità.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.