una dimora di cartone per i senza fissa dimora ideata nel concept e sperimentata attraverso il workshop Homeless > a Living Box" organizzato dall'Istituto Quasar Design University Roma, insieme all'International Design Academy di Okinawa (Giappone). Nella consapevolezza dell'impossibilità di risolvere i gravi problemi che affliggono i barboni e della complessità del tema trattato, questo workshop ha voluto apportare un contributo semplice e fattivo all'interno di uno scomodo e ben più vasto fenomeno sociale, reinterpretando così il ruolo stesso della progettazione, sensibile e rispettosa delle necessità dei "meno" e non condizionata da una richiesta di mercato. La possibilità di disegnare un involucro per i senza fissa dimora è stato, infatti, per i giovani designers, uno stimolo a guardare con un forte senso positivo questo mondo a loro alieno, con la speranza di far emergere soprattutto il valore della sua straordinaria utopia; traendo, inoltre, da questi temi scomodi, insegnamenti importanti per contrastare quel vuoto di intenzioni e di idee che spesso caratterizza molte aspirazioni formali e senza prospettive reali, interessate spesso a un esagerato desiderio di apparire.

Livingbox. La casa di cartone per i senzatetto / Carpenzano, Orazio; Istituto, Quasar. - (2005).

Livingbox. La casa di cartone per i senzatetto

CARPENZANO, Orazio;
2005

Abstract

una dimora di cartone per i senza fissa dimora ideata nel concept e sperimentata attraverso il workshop Homeless > a Living Box" organizzato dall'Istituto Quasar Design University Roma, insieme all'International Design Academy di Okinawa (Giappone). Nella consapevolezza dell'impossibilità di risolvere i gravi problemi che affliggono i barboni e della complessità del tema trattato, questo workshop ha voluto apportare un contributo semplice e fattivo all'interno di uno scomodo e ben più vasto fenomeno sociale, reinterpretando così il ruolo stesso della progettazione, sensibile e rispettosa delle necessità dei "meno" e non condizionata da una richiesta di mercato. La possibilità di disegnare un involucro per i senza fissa dimora è stato, infatti, per i giovani designers, uno stimolo a guardare con un forte senso positivo questo mondo a loro alieno, con la speranza di far emergere soprattutto il valore della sua straordinaria utopia; traendo, inoltre, da questi temi scomodi, insegnamenti importanti per contrastare quel vuoto di intenzioni e di idee che spesso caratterizza molte aspirazioni formali e senza prospettive reali, interessate spesso a un esagerato desiderio di apparire.
2005
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11573/399217
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